Angeli & Mambor, ovvero gli amici di Piazza del Popolo
Forse vi chiederete il perché di questa esposizione solo di Angeli e Mambor, quali “Amici di Piazza del Popolo” pur avendo in galleria altrettante pregevoli opere di Festa e Schifano… Semplicissimo: il riferimento sicuro, la certezza dell’archiviazione schiva da ogni pregiudizio, la sicurezza del responso d’autenticità aliena da ogni qualsivoglia diatribe giudiziarie che ormai imperversano da quasi un ventennio e che in definitiva penalizzano l’operato dei Maestri deceduti ed il loro mercato… (e lo dichiaro per esperienza personale).
Mi permetto, pertanto, di proporre dal mio punto di vista un assunto, una serie di considerazioni e pensieri in libertà per meglio comprendere l’operato dei Maestri. Ritengo che sia determinante per un Pittore poter tradurre nel minor tempo possibile, il proprio pensiero in un Opera finita, così che nella sua realizzazione, ci sia un rapporto vero ed immediato, tra intelletto-invenzione ed operosità.
Angeli e Mambor hanno cambiato l’Arte in un mondo che era in rapida evoluzione. Nei nostri e loro cromosomi ci sono millenni di storia e cultura, noi abbiamo negli occhi e nel cuore la rivoluzione di Caravaggio con la sua tridimensionalità, frutto di particolare illuminazione, che con sapienti giochi di luce ed ombre è stato il precursore dell’arte moderna, e o la michelangiolesca Cappella Sistina, mentre nel mondo artistico americano, erano piuttosto inebriati dalle rappresentazioni di Warhol con le sue Coca Cola o Campbell.. e di questo ed altro, ne discutevano assisi al bar Rosati in Piazza del Popolo. In realtà loro, ( Pascali e gli altri della Scuola di Piazza del Popolo erano molto critici verso la Pop arte americana)
Tutto qui.
Accomunarli con i relativi distinguo, significa rendere omaggio a chi, con enormi sacrifici economici e anche umano-personali, ha cercato di completare un eccelso percorso artistico purtroppo prematuramente interrotto.
Quindi Angeli e Mambor sono stati degli Artisti esuberanti, con personalità diverse, ma con un comune denominatore: l’amore per l’Arte, l’amore vitale per il dipingere, liberi da ogni qualsivoglia retorica e quotidianità.