Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Angelika Sher – Inside my Life
L’esposizione presenterà una serie di lavori dell’artista in grado di ripercorrere la vicenda creativa recente di una delle voci più
promettenti della fotografia internazionale che ha recentemente conseguito il terzo premio del Sony World Photo Award Professional 2009.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra, curata da Elena Abbiatici, presenterà una scelta di lavori fra quattro serie in grado di ripercorrere la produzione di Angelika dal 2007 ad oggi e di ammirarne i progressi.La Sher, lituana per nascita, israeliana per acquisizione, migrata a 21 anni da Vilna a Tel Aviv ci offre ritratti soggettivi dei familiari in Family Album e ritratti di giovanissimi, colti nella loro indifferenza, assenza di stimoli, inerzia e depressione in Upstairs. Ritratti singoli o doppi di ragazzini accasciati su sedie e sgabelli, prostrati a pareti in un equilibrio perfetto tra figure, sfondi, gradazioni grigie e tagli fotografici. Ragazzi soli, prigionieri di un dover essere che li rende inattivi. Sguardi persi di piccoli spettatori del mondo dilaniati da un senso di vuoto, un’assenza di punti di riferimento, l’inevitabile infelicità di chi non sa gioire del presente nella struggente tensione verso l’immenso.
Le sue fotografie hanno un taglio da studio antropologico, condotto con garbo e instancabile perizia. In ognuna si ritrova e si percorre nell’individualità dell’esperienza il senso profondo di un temperamento romantico. L’intera sua produzione si inserisce in un sentire romantico dell’esistere. Ed ecco i suoi protagonisti – antieroi contemporanei, le sue scene nostalgiche, i suoi grigi, le sue luci soffuse, i fari di luce che si stagliano nel misterioso buio di una stanza tanto nelle fotografie della sua prima come della sua ultima serie.
La serie Growing down è un ossimoro in sé che ci parla della scelta di non crescere o meglio di un crescere stando sdraiati distesi assisi immobili, della scelta di non scegliere o di delegare questo compito al mondo. Inquietudine, insoddisfazione, estraniazione, isolamento interiore e disillusione sono l’effetto di un sogno frustrato.
In Thirteen l’artista si allontana dal visibile per ricostruire una possibile realtà altra, passa dalle stratificazioni notturne da cui emergevano solo timidi segnali di una realtà a colori, ad una celebrazione della luce solare nella sua potenza multicolore. Il monocromo di alcuni lavori precedenti sembra ora assorbito dalla densa potenzialità dei toni forti, come verità tangibili e invisibili ai più. Segni e rinvii alle opere anteriori, opulenza di dettagli: risolutivi, indispensabili ai fini della comprensione dell’immagine, punto di snodo del racconto fotografico.
Alla base del suo fare ci sono due intenzioni: fare della malinconia il sentimento fondamentale dei suoi soggetti e affrontare i problemi del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, le preoccupazioni che attanagliano una madre per i propri figli, argomentando per immagini un bisogno di integrazione, assimilazione nel paese in cui si è trapiantati.
Angelika ha sviluppato la fotografia come mezzo d’arte attraverso un uso pittorico della luce e del colore, per coinvolgere su più livelli: emotivo, razionale, sensoriale.
Freddo e passionale, questo lavoro costringe lo spettatore a partecipare nella intimità dei soggetti immortalati nei momenti più naturali della loro quotidianità, come un processo di familiarizzazione.
Le sue fotografie hanno un taglio da studio antropologico, condotto con garbo e instancabile perizia. In ognuna si ritrova e si percorre nell’individualità dell’esperienza il senso profondo di un temperamento romantico. L’intera sua produzione si inserisce in un sentire romantico dell’esistere. Ed ecco i suoi protagonisti – antieroi contemporanei, le sue scene nostalgiche, i suoi grigi, le sue luci soffuse, i fari di luce che si stagliano nel misterioso buio di una stanza tanto nelle fotografie della sua prima come della sua ultima serie.
La serie Growing down è un ossimoro in sé che ci parla della scelta di non crescere o meglio di un crescere stando sdraiati distesi assisi immobili, della scelta di non scegliere o di delegare questo compito al mondo. Inquietudine, insoddisfazione, estraniazione, isolamento interiore e disillusione sono l’effetto di un sogno frustrato.
In Thirteen l’artista si allontana dal visibile per ricostruire una possibile realtà altra, passa dalle stratificazioni notturne da cui emergevano solo timidi segnali di una realtà a colori, ad una celebrazione della luce solare nella sua potenza multicolore. Il monocromo di alcuni lavori precedenti sembra ora assorbito dalla densa potenzialità dei toni forti, come verità tangibili e invisibili ai più. Segni e rinvii alle opere anteriori, opulenza di dettagli: risolutivi, indispensabili ai fini della comprensione dell’immagine, punto di snodo del racconto fotografico.
Alla base del suo fare ci sono due intenzioni: fare della malinconia il sentimento fondamentale dei suoi soggetti e affrontare i problemi del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, le preoccupazioni che attanagliano una madre per i propri figli, argomentando per immagini un bisogno di integrazione, assimilazione nel paese in cui si è trapiantati.
Angelika ha sviluppato la fotografia come mezzo d’arte attraverso un uso pittorico della luce e del colore, per coinvolgere su più livelli: emotivo, razionale, sensoriale.
Freddo e passionale, questo lavoro costringe lo spettatore a partecipare nella intimità dei soggetti immortalati nei momenti più naturali della loro quotidianità, come un processo di familiarizzazione.
03
ottobre 2009
Angelika Sher – Inside my Life
Dal 03 ottobre al 14 novembre 2009
fotografia
Location
REARTUNOSTUDIO ARTECONTEMPORANEA
Brescia, Vicolo San Clemente, 21a, (Brescia)
Brescia, Vicolo San Clemente, 21a, (Brescia)
Orario di apertura
martedì-sabato ore 15 -19
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 18 -24
Autore
Curatore