IL BESTIARIO DI ANNA VALLAdi Roberto Di Caro
Scriveva il giovane Tennyson che solo alla fine dei tempi, quando il fuoco del Giudizio scalderà gli abissi, il Kraken sorgerà per esser visto dagli uomini e dagli angeli.
Anna Valla aveva fretta, e giocando con le macchie del tè e del caffè ce lo ha mostrato qualche millennio anzitempo, come forse è o sarà. Per dirci del Simurg re degli uccelli e simbolo di divinità, Farid al-Din Attar spese nel XIII secolo 4.500 distici; e Flaubert, sei secoli appresso, si dilungò a raccontarne il piumaggio aranciato e metallico, gli artigli d’avvoltoio, l’immensa coda di pavone e la testina umana. Anna Valla lo guarda da sotto, giusto le zampe, e tanto ci basta per sognare il resto. La parte per il tutto, come per gli altri quindici animali, reali alcuni altri chissà, del suo Bestiario fatto di testa per serpe e occhi per pipistrello. Il doppio gioioso dei nostri mostri.