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Annamaria Targher – Small
I lavori sono tutti delineati da una velocità narrativa, di abbozzo, in cui l’accumulazione degli elementi soggiace alla scelta a priori di uno spazio limitato che fatica ad essere abitato, in quanto sembra subire un surclassamento.
Comunicato stampa
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Con il raggruppamento designato Small si spiazza, negli esiti, l’interlocutore delle opere di Annamaria Targher.
Per la prima volta, infatti, sono riuniti solamente quei lavori accomunati dalla piccola dimensione e quegli studi che, nella loro solitudine e privati della successione delle grandi tele ad olio, assurgono a bastare a loro stessi, declinando il rimando a qualcos’altro. I lavori sono tutti delineati da una velocità narrativa, di abbozzo, in cui l'accumulazione degli elementi soggiace alla scelta a priori di uno spazio limitato che fatica ad essere abitato, in quanto sembra subire, piuttosto, un surclassamento.
Lo “stile”, in particolare quello delle carte, pare essere quello “debole” intravisto da Angela Vettese nell'opera di A. R. Penck (di cui, in mostra, un omaggio): lavoro, quindi, “fatto di pittura istintiva, provocatoria e rabbiosa”.
I due Galli da combattimento conoscono lo smembramento (il primo) del dripping e di un segno che, solo nell’insistenza, pare poter trovare la forza sostanziale dei volumi e l’autonomia (il secondo) del lavoro su carta in cui gli interventi di collage, a simulare il dato di realtà della gorgiera, rimandano alla fiera ieraticità delle grandi superfici ad olio ma iniettano, anche, un’insperata carica di ironia.
Parallelamente, s’affaccia, nella pittura ad olio, persino il gusto del pastiche, del divertimento parodistico: anche se la Targher sembra inflessibile nel respingere questa come ogni altra tentazione virtuosistica, nel fare in modo cioè che la perizia e il fascino del medium non facciano mai ombra alla serena, severa pienezza dell’evocazione (v. Tetti e finestre di un cielo d’inverno).
Per la prima volta, infatti, sono riuniti solamente quei lavori accomunati dalla piccola dimensione e quegli studi che, nella loro solitudine e privati della successione delle grandi tele ad olio, assurgono a bastare a loro stessi, declinando il rimando a qualcos’altro. I lavori sono tutti delineati da una velocità narrativa, di abbozzo, in cui l'accumulazione degli elementi soggiace alla scelta a priori di uno spazio limitato che fatica ad essere abitato, in quanto sembra subire, piuttosto, un surclassamento.
Lo “stile”, in particolare quello delle carte, pare essere quello “debole” intravisto da Angela Vettese nell'opera di A. R. Penck (di cui, in mostra, un omaggio): lavoro, quindi, “fatto di pittura istintiva, provocatoria e rabbiosa”.
I due Galli da combattimento conoscono lo smembramento (il primo) del dripping e di un segno che, solo nell’insistenza, pare poter trovare la forza sostanziale dei volumi e l’autonomia (il secondo) del lavoro su carta in cui gli interventi di collage, a simulare il dato di realtà della gorgiera, rimandano alla fiera ieraticità delle grandi superfici ad olio ma iniettano, anche, un’insperata carica di ironia.
Parallelamente, s’affaccia, nella pittura ad olio, persino il gusto del pastiche, del divertimento parodistico: anche se la Targher sembra inflessibile nel respingere questa come ogni altra tentazione virtuosistica, nel fare in modo cioè che la perizia e il fascino del medium non facciano mai ombra alla serena, severa pienezza dell’evocazione (v. Tetti e finestre di un cielo d’inverno).
08
maggio 2010
Annamaria Targher – Small
Dall'otto al 14 maggio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA ALBA
Ferrara, Via Borgo Punta, 187, (Ferrara)
Ferrara, Via Borgo Punta, 187, (Ferrara)
Orario di apertura
lunedi - sabato 9.00/12.00 e 16.00/19.00, domenica 10.30/12.00
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