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Anni Venti Global Change
Ritorna la IV edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, oltre duecento artisti italiani con trecento opere esposte in cinque spazi espositivi, collocati in palazzi storici della capitale. Al Palazzo della Cancelleria saranno esposte quattro opere dell’artista pugliese Nino Perrone.
Comunicato stampa
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La cultura artistica di Roma si prepara a ripartire con la quarta edizione della Triennale di Arti Visive che si svolgerà dall’11 giugno al 15 luglio 2021. In quest’edizione parteciperanno oltre duecento artisti italiani con trecento opere esposte in cinque spazi espositivi, collocati in palazzi storici della capitale: Galleria del Cembalo – Palazzo Borghese, Palazzo della Cancelleria, Galleria della Biblioteca Angelica, Palazzo Velli-Expò, Medina Rome Art Gallery.
Nella sede del Palazzo della Cancelleria Apostolica, tra gli artisti presenti, anche il pugliese Nino Perrone.
Tema portante della rassegna sarà “ANNI VENTI-Global Change”: una finestra visuale sui cambiamenti climatici, sociali e geopolitici di un ventennio assai travagliato, caratterizzato prevalentemente dall’attuale decorso pandemico. Gli artisti metteranno in scena con colori, gesti performativi, sculture e scatti fotografici le diverse reazioni individuali di una comunità isolata, scossa e inequivocabilmente travagliata. Si assisterà a una rappresentazione talvolta drammatica, talaltra ironica di uno stato di disagio interiore causato anche dal distanziamento sociale.
All’interno della Triennale, l’artista pugliese espone 4 tele ad olio – intitolate: La Danza del Gallo, Energia Vibrante, Germogli e Perturbazione Emotiva; chiarisce Perrone: “Sono tutte caratterizzate da un tratteggio cromatico che si manifesta come traduzione pittorica di alcuni aspetti della natura che, nel mio sentire, generano vibrazioni emotive, forze energetiche e visioni di luce e colore”. L’artista sulle sue opere: “esalta la natura in ogni sua caratteristica vivacità e forma un insieme di armonia pittorica che rende piacevole la vista di chi osserva.” La tela, preparata con stucco e colla, è stata dipinta con la spatola per fare in modo che ogni colore diventi gestuale e anche protagonista. Per esempio “LA DANZA DEL GALLO”, uno dei suoi quadri più famosi, rievoca il movimento di questo bellissimo animale verso qualcuno con fare minaccioso. Perrone afferma: “Mi piace molto la figura del gallo, ha una dignità straordinaria e pur essendo fragile, rispetto a molti predatori, è sempre pronto a lottare sino alla morte, le sue piume svolazzanti durante i suoi scontri rappresentano una danza meravigliosa”.
“I turbamenti dell'animo di Nino Perrone agiscono all'unisono in bilico tra colore e materia, come se non ci fosse distinzione tra la ragione e l'esigenza dello spirito. I suoi temi cari differiscono da vedute di paesaggi a visione interne della propria esistenza, ma si confermano sotto un unico tratto” - come descrive il critico Daniele Radini Tedeschi - “L’osservatore non rimane un mero ammiratore ma diventa parte integrante del quadro.
Nell’arte del maestro che “dipinge la vivace anima del mondo”. (cit. del critico Stefania Pieralice) nascono composizioni intense che rimangono impresse nella memoria di chi le osserva. “Il colore prevale e prende forma sostituendosi al disegno; quest'ultimo può essere un punto di partenza non sempre necessario, per dare vita alle emozioni che solo nel colore riescono ad esprimersi".
“Tutta la pittura di Perrone si ispira alla natura – scrive il critico Giorgio Di Genova - ed è una personalissima traduzione pittorica di aspetti di essa come è documentato dai suoi paesaggi e dalle marine, vere e proprie trasfigurazioni in ritmiche spatolate, taches, svirgolature, pois cromatici che in qualche caso convivono nella stessa opera come nel caso di Terra di Puglia (2012).”
“Nino Perrone è un narratore visivo di abitudini sedimentate. Non vi è dubbio: esiste un immaginario dell’Italia meridionale, dominato dal sole, dalle stagioni, dal mare. “Nino Perrone narra questo immaginario. osservando le sue opere, si vive un’esperienza oltre i confini e i minuti scorrono più veloci all’interno della cornice laddove l’anima fuoriesce e viene invasa da forti sentimenti”. Philippe Daverio
Brevi cenni biografici dell’artista Nino Perrone
Nino Perrone è nato a Bari, dove vive e lavora. Diplomatosi presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari, dall’età di quindici anni ha frequentato lo studio dello scultore Antonio Bibbò, dove ha appreso le diverse tecniche della scultura che ha successivamente utilizzato nelle preparazioni delle tele da dipingere. Appena diplomato ha aderito all’associazione culturale galleria d’arte “MICHELANGELO” partecipando a varie collettive come “TROFEO MAGNA GRECIA” di Taranto; “Estemporanea di San Ferdinando di Puglia”. Nel 1977 la sua prima mostra personale, presso la galleria d’Arte Moderna “ALBA DI FERRARA” ottiene vivo successo. Nell’Agosto 1979 riceve il “Gran Premio Città di Pompei” dall’ INTERNATIONAL ART EXPOSITION, per riconosciuti meriti artistici. Nell’ottobre dello stesso anno riceve il “PREMIO MICHELANGELO - città di Roma” ed è inserito nel “Vademecum dell’arte” dalla casa editrice “Il PILASTRO” di Firenze e dall’ESA (edizioni studio d’Arte di Piacenza).
Nel maggio dell’anno 1980 viene invitato dall’ESA, alla mostra itinerante di pittura “L’ALBUM”, collettiva di propaganda e vendita in Belgio – Bruxelles –Liegi – Anversa. Invitato dalla C.I.D.A. Nei primi anni 80 riceve il premio Internazionale “CONTROCAMPO CULTURALE”.
Nel 1984 partecipa al concorso internazionale “PREMIO-ARTE”, organizzato dalla società GIORGIO MONDADORI, con l’opera “Al SAICAF” vincendo il premio Mondadori. Nel 1995 viene invitato dalla galleria “GNACCARINI” di Bologna a far parte dell’Internazional Art Relations.
Il 1997 vede l’inizio di una duratura collaborazione con quattro pittori baresi, L. BUONO, L. GACINA, N. RENZETTI, M. RISOLA, inaugurata con la mostra “CIMENTO DEL SEGNO”.
Nel 1999, con l’olio su tela “PAESAGGIO MOLA DI BARI”, partecipa alla collettiva “ARTE IN REGIONE” – La collezione d’arte contemporanea della Regione Puglia”. Nel 2014 partecipa alla collettiva “FUORI DELLA CRISI” presso la galleria “Il RAMO D’ORO” di Napoli. Nello stesso anno ha partecipato alla collettiva “SPOLETO ARTE” a cura di VITTORIO SGARBI presso il palazzo LETI SANSI allestita nel contesto del Festival dei 2 Mondi di Spoleto e successivamente alla collettiva internazionale “La Grande EXPOSITION UNIVERSELLE" al Salon Gustave Eiffel di PARIGI.
Nel 2015 inaugura una personale a Vienna presso la galleria “BURN—IN Gallery” e nel 2016 partecipa alla mostra “LONDON CALLYNG” presso THE CRYPT GALLERY a Londra.
Nel 2019 viene inserito nell’Atlante dell’Arte contemporanea DE AGOSTINI e presenta una personale a VENEZIA presso la Biblioteca del teatro Contemporaneo Europe, con il supporto dei testi critici di — DANIELE RADINI TEDESCHI, STEFANIA PIERALICE, GIANNI DUNIL, MARIA LUCIANI, VITTORIO SGARBI e PHILIPPE DAVERIO. Nel 2020 l’artista è stato invitato dallo storico e critico d’Arte Giorgio Di Genova per una collettiva online “IL QUINTETTO D’ARTE” per ovviare alla chiusura delle mostre causa Coronavirus.
Nella sede del Palazzo della Cancelleria Apostolica, tra gli artisti presenti, anche il pugliese Nino Perrone.
Tema portante della rassegna sarà “ANNI VENTI-Global Change”: una finestra visuale sui cambiamenti climatici, sociali e geopolitici di un ventennio assai travagliato, caratterizzato prevalentemente dall’attuale decorso pandemico. Gli artisti metteranno in scena con colori, gesti performativi, sculture e scatti fotografici le diverse reazioni individuali di una comunità isolata, scossa e inequivocabilmente travagliata. Si assisterà a una rappresentazione talvolta drammatica, talaltra ironica di uno stato di disagio interiore causato anche dal distanziamento sociale.
All’interno della Triennale, l’artista pugliese espone 4 tele ad olio – intitolate: La Danza del Gallo, Energia Vibrante, Germogli e Perturbazione Emotiva; chiarisce Perrone: “Sono tutte caratterizzate da un tratteggio cromatico che si manifesta come traduzione pittorica di alcuni aspetti della natura che, nel mio sentire, generano vibrazioni emotive, forze energetiche e visioni di luce e colore”. L’artista sulle sue opere: “esalta la natura in ogni sua caratteristica vivacità e forma un insieme di armonia pittorica che rende piacevole la vista di chi osserva.” La tela, preparata con stucco e colla, è stata dipinta con la spatola per fare in modo che ogni colore diventi gestuale e anche protagonista. Per esempio “LA DANZA DEL GALLO”, uno dei suoi quadri più famosi, rievoca il movimento di questo bellissimo animale verso qualcuno con fare minaccioso. Perrone afferma: “Mi piace molto la figura del gallo, ha una dignità straordinaria e pur essendo fragile, rispetto a molti predatori, è sempre pronto a lottare sino alla morte, le sue piume svolazzanti durante i suoi scontri rappresentano una danza meravigliosa”.
“I turbamenti dell'animo di Nino Perrone agiscono all'unisono in bilico tra colore e materia, come se non ci fosse distinzione tra la ragione e l'esigenza dello spirito. I suoi temi cari differiscono da vedute di paesaggi a visione interne della propria esistenza, ma si confermano sotto un unico tratto” - come descrive il critico Daniele Radini Tedeschi - “L’osservatore non rimane un mero ammiratore ma diventa parte integrante del quadro.
Nell’arte del maestro che “dipinge la vivace anima del mondo”. (cit. del critico Stefania Pieralice) nascono composizioni intense che rimangono impresse nella memoria di chi le osserva. “Il colore prevale e prende forma sostituendosi al disegno; quest'ultimo può essere un punto di partenza non sempre necessario, per dare vita alle emozioni che solo nel colore riescono ad esprimersi".
“Tutta la pittura di Perrone si ispira alla natura – scrive il critico Giorgio Di Genova - ed è una personalissima traduzione pittorica di aspetti di essa come è documentato dai suoi paesaggi e dalle marine, vere e proprie trasfigurazioni in ritmiche spatolate, taches, svirgolature, pois cromatici che in qualche caso convivono nella stessa opera come nel caso di Terra di Puglia (2012).”
“Nino Perrone è un narratore visivo di abitudini sedimentate. Non vi è dubbio: esiste un immaginario dell’Italia meridionale, dominato dal sole, dalle stagioni, dal mare. “Nino Perrone narra questo immaginario. osservando le sue opere, si vive un’esperienza oltre i confini e i minuti scorrono più veloci all’interno della cornice laddove l’anima fuoriesce e viene invasa da forti sentimenti”. Philippe Daverio
Brevi cenni biografici dell’artista Nino Perrone
Nino Perrone è nato a Bari, dove vive e lavora. Diplomatosi presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari, dall’età di quindici anni ha frequentato lo studio dello scultore Antonio Bibbò, dove ha appreso le diverse tecniche della scultura che ha successivamente utilizzato nelle preparazioni delle tele da dipingere. Appena diplomato ha aderito all’associazione culturale galleria d’arte “MICHELANGELO” partecipando a varie collettive come “TROFEO MAGNA GRECIA” di Taranto; “Estemporanea di San Ferdinando di Puglia”. Nel 1977 la sua prima mostra personale, presso la galleria d’Arte Moderna “ALBA DI FERRARA” ottiene vivo successo. Nell’Agosto 1979 riceve il “Gran Premio Città di Pompei” dall’ INTERNATIONAL ART EXPOSITION, per riconosciuti meriti artistici. Nell’ottobre dello stesso anno riceve il “PREMIO MICHELANGELO - città di Roma” ed è inserito nel “Vademecum dell’arte” dalla casa editrice “Il PILASTRO” di Firenze e dall’ESA (edizioni studio d’Arte di Piacenza).
Nel maggio dell’anno 1980 viene invitato dall’ESA, alla mostra itinerante di pittura “L’ALBUM”, collettiva di propaganda e vendita in Belgio – Bruxelles –Liegi – Anversa. Invitato dalla C.I.D.A. Nei primi anni 80 riceve il premio Internazionale “CONTROCAMPO CULTURALE”.
Nel 1984 partecipa al concorso internazionale “PREMIO-ARTE”, organizzato dalla società GIORGIO MONDADORI, con l’opera “Al SAICAF” vincendo il premio Mondadori. Nel 1995 viene invitato dalla galleria “GNACCARINI” di Bologna a far parte dell’Internazional Art Relations.
Il 1997 vede l’inizio di una duratura collaborazione con quattro pittori baresi, L. BUONO, L. GACINA, N. RENZETTI, M. RISOLA, inaugurata con la mostra “CIMENTO DEL SEGNO”.
Nel 1999, con l’olio su tela “PAESAGGIO MOLA DI BARI”, partecipa alla collettiva “ARTE IN REGIONE” – La collezione d’arte contemporanea della Regione Puglia”. Nel 2014 partecipa alla collettiva “FUORI DELLA CRISI” presso la galleria “Il RAMO D’ORO” di Napoli. Nello stesso anno ha partecipato alla collettiva “SPOLETO ARTE” a cura di VITTORIO SGARBI presso il palazzo LETI SANSI allestita nel contesto del Festival dei 2 Mondi di Spoleto e successivamente alla collettiva internazionale “La Grande EXPOSITION UNIVERSELLE" al Salon Gustave Eiffel di PARIGI.
Nel 2015 inaugura una personale a Vienna presso la galleria “BURN—IN Gallery” e nel 2016 partecipa alla mostra “LONDON CALLYNG” presso THE CRYPT GALLERY a Londra.
Nel 2019 viene inserito nell’Atlante dell’Arte contemporanea DE AGOSTINI e presenta una personale a VENEZIA presso la Biblioteca del teatro Contemporaneo Europe, con il supporto dei testi critici di — DANIELE RADINI TEDESCHI, STEFANIA PIERALICE, GIANNI DUNIL, MARIA LUCIANI, VITTORIO SGARBI e PHILIPPE DAVERIO. Nel 2020 l’artista è stato invitato dallo storico e critico d’Arte Giorgio Di Genova per una collettiva online “IL QUINTETTO D’ARTE” per ovviare alla chiusura delle mostre causa Coronavirus.
11
giugno 2021
Anni Venti Global Change
Dall'undici al 20 giugno 2021
arte contemporanea
collettiva
collettiva
Location
PALAZZO DELLA CANCELLERIA
Roma, Piazza Della Cancelleria, 68, (Roma)
Roma, Piazza Della Cancelleria, 68, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore10-13 e 15-19
Vernissage
11 Giugno 2021, dalle 15 alle 19
Sito web
Ufficio stampa
Stefania Vaghi
Ufficio stampa
Cristina Attinà
Autore