NACHTFLUG

(Volo Notturno - Tra forza cromatica e desideri notturni nascosti)

C’ è una musicalità in tutte le cose, …se guardo la città dall’alto mentre scendo con l’aereo nel suo cuore, percepisco il suono di un sassofono…(Anno Matthias Henke)


Una visione surreale e un sentire musicale caratterizzano le opere di Anno Matthias Henke, eclettico artista di origine tedesca, sempre alla ricerca di una perfezione e di una pulizia formale che sa convivere con il colore, sinonimo di vita, vivacità, virilità. Anno Matthias Henke è profondamente legato all’espressionismo tedesco soprattutto per come usa il colore: dal 96’ al 2006 affronta tematiche astratte, per arrivare poi a raccontare il suo punto di vista sul mondo delle emozioni,e sempre alla ricerca di linguaggi che riescono a esprimere tutto ciò.

Nascono così i suoi quadri “erotici”dove l’idea di corpo raggiunge un profondo significato simbolico, non riconducibile unicamente alla sfera sessuale e che si lega al discorso sulle città interpretate come corpi. Ogni metropoli è differente dall’ altra: per Anno Matthias Henke le città sono civilizzazione ma anche luoghi insidiosi, città che ci proteggono e che ci respingono,luoghi pericolanti, luoghi di solitudine, ma anche di forte ironia …l’ironia è importante, mi piace il Don Chisciotte è un personaggio umoristico eccezionale, che crede ancora negli ideali ormai persi….

Ci sentiamo “voyeur” osservando le sue opere: non se ne può fare a meno. Come Damiel e Cassel, i due angeli protagonisti del film di Wenders Il cielo sopra Berlino, che, come entità invisibili, vagano e osservano la popolazione berlinese.

Le città raccontate da Anno Matthias Henke, sono elementi ordinatori di una psicologia profonda, in un percorso di indagine che vive le “cose quotidiane”; sono insediamenti umani di grande attrazione che nascondono cose inconsce,… di notte nascono desideri e le pulsioni umane si rivelano più profonde…sono molte le possibilità che dal punto di vista pittorico offre questa tematica per un artista che sa trasformare la tela, con una tecnica personalissima, in un corpo che vibra, che ha vissuto, che ha sofferto.


Irene Zangheri