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Anselm Kiefer – La Mezzaluna fertile
Disegnare connessioni: è l’urgenza di Kiefer che interpreta la storia sin dalla nascita della civiltà. Tra suggestioni bibliche e alchemiche, templi greci ed indiani si confondono, alludendo a rovine che non sono sinonimo di distruzioni, ma frammenti dialettici che congiungono il passato al presente
Comunicato stampa
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“Che cos’è la storia? La storia non esiste in modo obiettivo. È puramente soggettiva. È nelle mani degli artisti, come lo
era nelle mani di Dio nella Genesi. È ciò cui, innanzitutto, si deve dare forma. Che cosa fa l’artista? Disegna
connessioni. Tesse l’invisibile trama tra le cose. Si tuffa nella storia, sia essa la storia del genere umano, la storia
geologica del pianeta o l’inizio e la fne dell’universo conosciuto. Per la scienza o la politica l’arte non ha un uso
tangibile; eppure, senza l’arte non c’è nulla. Che siamo indifferenti al lavoro degli artisti, o che le parole del poeta
rimangano non lette, sappiamo che quando tutto sarà fnito, l’arte continuerà.”
Anselm Kiefer, 2011
La Galleria Lia Rumma di Milano inaugura la sua nuova stagione espositiva il 15 settembre 2012 con la
mostra Der fruchtbare Halbmond / La Mezzaluna fertile, dell’artista tedesco Anselm Kiefer.
Un progetto che si presenta immaginifco ed eloquente per la molteplicità e la ricchezza dei rimandi sottesi,
per quel che evoca e per la eterogeneità dei mezzi linguistici con cui si manifesta.
Ancora una volta Kiefer, nella sua inesausta tensione creativa “si tuffa nella storia” e immette lo sguardo – il
suo, il nostro sguardo – là dove la civiltà è nata, in quel lembo di terra che dall’antico Egitto si estendeva fno
alla Mesopotamia. Non è la nostalgia ad animare la sua ricerca, quanto il bisogno di interrogare quel mondo,
i suoi regni, le sue città e la materia fragile delle sue architetture. Nella struttura della grande opera al
secondo piano e nelle immagini dei libri appaiono vestigia di antichi edifci: Kiefer restituisce frammenti di
passato all’uso dei nostri pensieri. Ciò che precipita non viene dimenticato, messo da parte, ma è luogo
ancora aperto di costruzione del sapere futuro e di confronto tra Oriente e Occidente.
Appare chiara la straordinaria capacità dell’artista di catturare, rinnovandola, l’energia che si sprigiona in
quel mondo babelico insieme al valore assunto dalla dispersione e dal caos.
Ne è ulteriore testimonianza la suggestiva scultura Bavel Balal Mabul, che apre la mostra: una vecchia
macchina tipografca dalla quale fuoriescono lingue di piombo che corrono in ogni direzione, generando
un’eco prolungata e inarrestabile di immagini di costruzioni architettoniche e di torri, ancora. Alcuni degli
episodi chiave del Libro della Genesi – la Torre di Babele, la confusione delle lingue, il diluvio – sintetizzati
onomatopeicamente nel titolo della scultura, si offrono come paradigmi della creazione tout court, della
nascita del linguaggio e della ricchezza della differenza.
Ma se compito dell’artista è anche “disegnare connessioni”, “tessere l’invisibile trama tra le cose”, i lavori
della nuova serie The shape of ancient thought, evocano sincretiche intese tra tempi e pensieri solo
apparentemente distanti. Le affnità tra la flosofa greca presocratica e la sapienza indù, indagate da Thomas
McEvilley in un saggio del 2002, prendono forma attraverso quel processo di elettrolisi sperimentato per la
prima volta dall’artista in occasione della personale veneziana presso la Fondazione Vedova nel 2011. Le
opere si presentano come velari di piombo – materiale per antonomasia del laboratorio artistico di Kiefer –
su cui immagini fotografche di templi greci e templi indiani si confondono sotto gli effetti dell’azione
chimica, in una assoluta circolarità tra energia che trasforma la materia e memoria, sostanza incandescente
della storia e della natura umana.
Al lessico alchemico allude anche Il mistero delle cattedrali con cui l’artista celebra la sfuggente fgura di
Fulcanelli, autore nel 1926 di uno testi chiave dell’interpretazione della Grande Opera.
Anselm Kiefer nasce nel 1945 a Donaueschingen, Germania. Fino al 1993 lavora a Buchen, Germania. Nel 1993 si
trasferisce a Barjac, Francia. Dal 2007 vive e lavora a Parigi. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del
mondo e nelle più prestigiose collezioni private. Nell'ottobre del 2007 tre dei suoi lavori sono entrati a far parte delle
collezioni del Louvre. Nel 1999 ha ricevuto a Tokyo, dalla Japan Art Foundation, il Praemium Imperiale Award e nel 2008 il
Peace Prize della Fiera del Libro di Francoforte, assegnato per la prima volta ad un artista. Nel 2010 gli è stata assegnata
la cattedra di Création artistique al Collège de France.
La prima personale di Anselm Kiefer da Lia Rumma risale al 1992. Da allora, la collaborazione si è sempre più
consolidata, raggiungendo uno dei suoi momenti apicali nella realizzazione dei Sette Palazzi Celesti, installazione
permanente con cui nel 2004 l’Hangar Bicocca di Milano ha inaugurato le sue attività.
era nelle mani di Dio nella Genesi. È ciò cui, innanzitutto, si deve dare forma. Che cosa fa l’artista? Disegna
connessioni. Tesse l’invisibile trama tra le cose. Si tuffa nella storia, sia essa la storia del genere umano, la storia
geologica del pianeta o l’inizio e la fne dell’universo conosciuto. Per la scienza o la politica l’arte non ha un uso
tangibile; eppure, senza l’arte non c’è nulla. Che siamo indifferenti al lavoro degli artisti, o che le parole del poeta
rimangano non lette, sappiamo che quando tutto sarà fnito, l’arte continuerà.”
Anselm Kiefer, 2011
La Galleria Lia Rumma di Milano inaugura la sua nuova stagione espositiva il 15 settembre 2012 con la
mostra Der fruchtbare Halbmond / La Mezzaluna fertile, dell’artista tedesco Anselm Kiefer.
Un progetto che si presenta immaginifco ed eloquente per la molteplicità e la ricchezza dei rimandi sottesi,
per quel che evoca e per la eterogeneità dei mezzi linguistici con cui si manifesta.
Ancora una volta Kiefer, nella sua inesausta tensione creativa “si tuffa nella storia” e immette lo sguardo – il
suo, il nostro sguardo – là dove la civiltà è nata, in quel lembo di terra che dall’antico Egitto si estendeva fno
alla Mesopotamia. Non è la nostalgia ad animare la sua ricerca, quanto il bisogno di interrogare quel mondo,
i suoi regni, le sue città e la materia fragile delle sue architetture. Nella struttura della grande opera al
secondo piano e nelle immagini dei libri appaiono vestigia di antichi edifci: Kiefer restituisce frammenti di
passato all’uso dei nostri pensieri. Ciò che precipita non viene dimenticato, messo da parte, ma è luogo
ancora aperto di costruzione del sapere futuro e di confronto tra Oriente e Occidente.
Appare chiara la straordinaria capacità dell’artista di catturare, rinnovandola, l’energia che si sprigiona in
quel mondo babelico insieme al valore assunto dalla dispersione e dal caos.
Ne è ulteriore testimonianza la suggestiva scultura Bavel Balal Mabul, che apre la mostra: una vecchia
macchina tipografca dalla quale fuoriescono lingue di piombo che corrono in ogni direzione, generando
un’eco prolungata e inarrestabile di immagini di costruzioni architettoniche e di torri, ancora. Alcuni degli
episodi chiave del Libro della Genesi – la Torre di Babele, la confusione delle lingue, il diluvio – sintetizzati
onomatopeicamente nel titolo della scultura, si offrono come paradigmi della creazione tout court, della
nascita del linguaggio e della ricchezza della differenza.
Ma se compito dell’artista è anche “disegnare connessioni”, “tessere l’invisibile trama tra le cose”, i lavori
della nuova serie The shape of ancient thought, evocano sincretiche intese tra tempi e pensieri solo
apparentemente distanti. Le affnità tra la flosofa greca presocratica e la sapienza indù, indagate da Thomas
McEvilley in un saggio del 2002, prendono forma attraverso quel processo di elettrolisi sperimentato per la
prima volta dall’artista in occasione della personale veneziana presso la Fondazione Vedova nel 2011. Le
opere si presentano come velari di piombo – materiale per antonomasia del laboratorio artistico di Kiefer –
su cui immagini fotografche di templi greci e templi indiani si confondono sotto gli effetti dell’azione
chimica, in una assoluta circolarità tra energia che trasforma la materia e memoria, sostanza incandescente
della storia e della natura umana.
Al lessico alchemico allude anche Il mistero delle cattedrali con cui l’artista celebra la sfuggente fgura di
Fulcanelli, autore nel 1926 di uno testi chiave dell’interpretazione della Grande Opera.
Anselm Kiefer nasce nel 1945 a Donaueschingen, Germania. Fino al 1993 lavora a Buchen, Germania. Nel 1993 si
trasferisce a Barjac, Francia. Dal 2007 vive e lavora a Parigi. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del
mondo e nelle più prestigiose collezioni private. Nell'ottobre del 2007 tre dei suoi lavori sono entrati a far parte delle
collezioni del Louvre. Nel 1999 ha ricevuto a Tokyo, dalla Japan Art Foundation, il Praemium Imperiale Award e nel 2008 il
Peace Prize della Fiera del Libro di Francoforte, assegnato per la prima volta ad un artista. Nel 2010 gli è stata assegnata
la cattedra di Création artistique al Collège de France.
La prima personale di Anselm Kiefer da Lia Rumma risale al 1992. Da allora, la collaborazione si è sempre più
consolidata, raggiungendo uno dei suoi momenti apicali nella realizzazione dei Sette Palazzi Celesti, installazione
permanente con cui nel 2004 l’Hangar Bicocca di Milano ha inaugurato le sue attività.
15
settembre 2012
Anselm Kiefer – La Mezzaluna fertile
Dal 15 settembre al 21 dicembre 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA LIA RUMMA
Milano, Via Stilicone, 19, (Milano)
Milano, Via Stilicone, 19, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10:30-13:30 e 14:30-19:00
Vernissage
15 Settembre 2012, ore 19:00
Autore
Curatore