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Antonio Biasiucci – Molti
Molti è un’esposizione che interseca ritualità antiche a drammi contemporanei attraverso una narrazione mai effimera e pronta a definire sostanze concrete fatte di corpi e volti, materia e carne, vitalità ed epifanie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 5 dicembre alle ore 19 presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro si inaugura
Molti, mostra personale di Antonio Biasiucci, organizzata per il periodo natalizio dal Comune
di Pesaro -Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo.
A cura di Ludovico Pratesi e Chiara Pirozzi, la mostra propone un percorso visivo che
presenta in modo inedito il lavoro dell’artista campano, proponendone una conoscenza ad
ambio raggio e al contempo definita nella riflessione sul senso della contemporaneità, dei suoi
drammi e dei suoi martiri, partendo da immagini le cui radici poggiano nella storia, nell’arcaica
simbologia sacra e nei principi primi dell’esistenza.
Molti è un’esposizione che interseca ritualità antiche a drammi contemporanei attraverso una
narrazione mai effimera ma sempre pronta a definire sostanze concrete fatte di corpi e volti,
materia e carne, vitalità ed epifanie. Sacralità, moltitudine e sacrificio rappresentano le
fondamenta poetiche ed estetiche della mostra che, negli spazi della Chiesa del Suffragio e del
Loggiato, si moltiplica in un doppio racconto per immagini, dall’essenza e valenza evocativa e
simbolica, capace di richiamare alla mente riti e miti passati, alla visione di un’attualità sempre
più dolorosa.
L’installazione Molti, esposta per la prima volta nel 2009 alla mostra Barock, al Museo Madre di
Napoli, è un lavoro realizzato all’interno del Museo Universitario di Antropologia partenopeo,
dove Biasiucci ha fotografato un repertorio di calchi di volti appartenenti a diverse tribù
africane realizzati negli anni ’30 dall’antropologo Lidio Cipriani. Il titolo si riferisce ai visi che
emergono dall’oscurità fotografica, come metafora dell’esistenza umana, capace di agire nella
propria storia e nel proprio tempo non attraverso l’individualità, bensì nella collettività, ovvero
nella moltitudine delle differenze.
L’installazione si presenta come una distesa di uomini e donne, un’estensione di ritratti dai
profili dolci e dagli occhi chiusi, una passeggiata da compiere affacciandosi a osservare
immagini che sembrano immerse e liquide, riemergendo dal buio e tornando in esso.
Molti è un’opera capace di suscitare nello spettatore una forte sensazione catartica ed
emozionale; un’installazione che partendo dal passato approda verso una riflessione attenta e
profonda su quanto di drammatico avviene oramai quotidianamente dei nostri mari, in cui il
concetto dei “molti” tragicamente si fonde e si confonde con la parola “massa”, in un
Mediterraneo troppo spesso terra di migrazioni, sacrificio e morte.
Se nel percorso proposto per la Chiesa del Suffragio l’idea di sacrificio viene interpretata
dall’artista nel suo senso più crudo di martirio e immolazione, nei due cicli di opere proposte
per lo spazio del Loggiato si definisce all’opposto un discorso basato sui concetti di offerta, di
dono e di reciprocità, anch’essi da intendersi come gemmazione di un sacrificio, intimo o
condiviso.
Attraverso un allestimento che al primo sguardo sembra precludere la visione unitaria ma che
in realtà consente una visione duplice, Biasiucci presenta uno dei suoi primi lavori fotografici: il
ciclo Vapori degli anni ’80, dove interpreta e sublima con il suo obiettivo il rito e l’esecuzione
dell’uccisione dei maiali, proponendo una visione “altra” rispetto alla realtà contingente
osservata.
La sacralità del sacrificio prende corpo infine nell’esposizione del ciclo delle Madri, in cui
l’artista restituisce forma e materia fisica a ciò che in assoluto definisce l’idea di dono e di
sacrificio per eccellenza: la nascita e la vita offerta dalla maternità.
Antonio Biasiucci
Nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro
sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale,
fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con
l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987
conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di
collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si
radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli
elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad
Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book
Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il
“Premio Bastianelli”. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive,
a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti
editoriali, tra i quali, in particolare, si ricordano quelli per la casa editrice L’Ancora del
Mediterraneo, di Napoli (dal 2000 al 2004) e ha partecipato a importanti iniziative culturali di
carattere sociale. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di
Venezia del 2015.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e
all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti,
Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli;
Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello
Balsamo (Milano); Peggy Guggenheim Collection, Venezia; Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli;
Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison
Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna;
Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre
Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria);
Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico).
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI settembre 184, Pesaro
Antonio Biasiucci - Molti
A cura di Ludovico Pratesi e Chiara Pirozzi
Organizzata da Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo
5 dicembre 2015 - 31 gennaio 2016
Inaugurazione > sabato 5 dicembre 2015 h 19
Orari > venerdì - domenica h 16-19
6 -8 dicembre / 19 dicembre – 6 gennaio > tutti i giorni h 16-19 (chiuso 25 dicembre e 1 gennaio)
Ingresso libero con Card Pesaro Cult
INFO T 0721 387541 www.pesaromusei.it; pesaro@sistemamuseo.it
www.pesarocultura.it / www.pesaromusei.it
UFFICIO STAMPA
Alessandra Zanchi M 328 2128748
info@presszanchi.com / press.zanchi@gmail.com
www.presszanchi.com
Molti, mostra personale di Antonio Biasiucci, organizzata per il periodo natalizio dal Comune
di Pesaro -Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo.
A cura di Ludovico Pratesi e Chiara Pirozzi, la mostra propone un percorso visivo che
presenta in modo inedito il lavoro dell’artista campano, proponendone una conoscenza ad
ambio raggio e al contempo definita nella riflessione sul senso della contemporaneità, dei suoi
drammi e dei suoi martiri, partendo da immagini le cui radici poggiano nella storia, nell’arcaica
simbologia sacra e nei principi primi dell’esistenza.
Molti è un’esposizione che interseca ritualità antiche a drammi contemporanei attraverso una
narrazione mai effimera ma sempre pronta a definire sostanze concrete fatte di corpi e volti,
materia e carne, vitalità ed epifanie. Sacralità, moltitudine e sacrificio rappresentano le
fondamenta poetiche ed estetiche della mostra che, negli spazi della Chiesa del Suffragio e del
Loggiato, si moltiplica in un doppio racconto per immagini, dall’essenza e valenza evocativa e
simbolica, capace di richiamare alla mente riti e miti passati, alla visione di un’attualità sempre
più dolorosa.
L’installazione Molti, esposta per la prima volta nel 2009 alla mostra Barock, al Museo Madre di
Napoli, è un lavoro realizzato all’interno del Museo Universitario di Antropologia partenopeo,
dove Biasiucci ha fotografato un repertorio di calchi di volti appartenenti a diverse tribù
africane realizzati negli anni ’30 dall’antropologo Lidio Cipriani. Il titolo si riferisce ai visi che
emergono dall’oscurità fotografica, come metafora dell’esistenza umana, capace di agire nella
propria storia e nel proprio tempo non attraverso l’individualità, bensì nella collettività, ovvero
nella moltitudine delle differenze.
L’installazione si presenta come una distesa di uomini e donne, un’estensione di ritratti dai
profili dolci e dagli occhi chiusi, una passeggiata da compiere affacciandosi a osservare
immagini che sembrano immerse e liquide, riemergendo dal buio e tornando in esso.
Molti è un’opera capace di suscitare nello spettatore una forte sensazione catartica ed
emozionale; un’installazione che partendo dal passato approda verso una riflessione attenta e
profonda su quanto di drammatico avviene oramai quotidianamente dei nostri mari, in cui il
concetto dei “molti” tragicamente si fonde e si confonde con la parola “massa”, in un
Mediterraneo troppo spesso terra di migrazioni, sacrificio e morte.
Se nel percorso proposto per la Chiesa del Suffragio l’idea di sacrificio viene interpretata
dall’artista nel suo senso più crudo di martirio e immolazione, nei due cicli di opere proposte
per lo spazio del Loggiato si definisce all’opposto un discorso basato sui concetti di offerta, di
dono e di reciprocità, anch’essi da intendersi come gemmazione di un sacrificio, intimo o
condiviso.
Attraverso un allestimento che al primo sguardo sembra precludere la visione unitaria ma che
in realtà consente una visione duplice, Biasiucci presenta uno dei suoi primi lavori fotografici: il
ciclo Vapori degli anni ’80, dove interpreta e sublima con il suo obiettivo il rito e l’esecuzione
dell’uccisione dei maiali, proponendo una visione “altra” rispetto alla realtà contingente
osservata.
La sacralità del sacrificio prende corpo infine nell’esposizione del ciclo delle Madri, in cui
l’artista restituisce forma e materia fisica a ciò che in assoluto definisce l’idea di dono e di
sacrificio per eccellenza: la nascita e la vita offerta dalla maternità.
Antonio Biasiucci
Nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro
sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale,
fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con
l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987
conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di
collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si
radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli
elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad
Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book
Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il
“Premio Bastianelli”. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive,
a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti
editoriali, tra i quali, in particolare, si ricordano quelli per la casa editrice L’Ancora del
Mediterraneo, di Napoli (dal 2000 al 2004) e ha partecipato a importanti iniziative culturali di
carattere sociale. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di
Venezia del 2015.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e
all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti,
Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli;
Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello
Balsamo (Milano); Peggy Guggenheim Collection, Venezia; Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli;
Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison
Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna;
Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre
Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria);
Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico).
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI settembre 184, Pesaro
Antonio Biasiucci - Molti
A cura di Ludovico Pratesi e Chiara Pirozzi
Organizzata da Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo
5 dicembre 2015 - 31 gennaio 2016
Inaugurazione > sabato 5 dicembre 2015 h 19
Orari > venerdì - domenica h 16-19
6 -8 dicembre / 19 dicembre – 6 gennaio > tutti i giorni h 16-19 (chiuso 25 dicembre e 1 gennaio)
Ingresso libero con Card Pesaro Cult
INFO T 0721 387541 www.pesaromusei.it; pesaro@sistemamuseo.it
www.pesarocultura.it / www.pesaromusei.it
UFFICIO STAMPA
Alessandra Zanchi M 328 2128748
info@presszanchi.com / press.zanchi@gmail.com
www.presszanchi.com
05
dicembre 2015
Antonio Biasiucci – Molti
Dal 05 dicembre 2015 al 31 gennaio 2016
arte contemporanea
Location
CENTRO ARTI VISIVE – PESCHERIA
Pesaro, Corso XI Settembre, 184, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Corso XI Settembre, 184, (Pesaro E Urbino)
Biglietti
con Card Pesaro Cult
Orario di apertura
venerdì-domenica h 16-19 - 6 – 8 dicembre / 18 dicembre – 6 gennaio > tutti i giorni h 16-19, chiuso 25 dicembre, 1 gennaio
Vernissage
5 Dicembre 2015, ore 19
Sito web
www.pesarocultura.it
Ufficio stampa
ALESSANDRA ZANCHI
Autore
Curatore