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Antonio Conte – Cromatica
Dal 15 al 22 Luglio, lo Studio Medina incontra Antonio Conte con l’esposizione “Cromatica”. La mostra sarà inaugurata con il vernissage Venerdì 15 Luglio dalle 18.30 in Via Guicciardini, 3 a Roma. Tutto nel cuore della Capitale negli spazi dello Studio Medina, studio professionale di architettura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Testo critico di Rita Alessandra Fusco:
I colori sono importanti.
Ci appartengono ma non ce ne rendiamo conto; accompagnano le nostre vite, i nostri desideri, gioie e malinconie. Stanno lì, silenziosi, in attesa di essere scoperti, troppe volte dati per scontati.
Antonio Conte ce lo racconta in maniera rumorosa e dirompente. I suoi lavori, che siano tele, manifesti, volantini, muri, carta, materia, sono immersi dal colore. Il più delle volte colori forti, primari, primordiali. Il più delle volte accompagnano quel gesto così naturale e necessario, figlio dell’esuberanza di voler lanciare un messaggio sempre e comunque; perché l’arte fine a se stessa proprio non può esistere per il nostro Artista Popolare!
L’arte è una necessità, il bisogno di voler raccontare un punto di vista, smuovendo le coscienze. Tutto è in movimento, tutto cambia, tutto si consuma. Come quei gialli, blu e rosso, accesi e vivaci, delle sue opere. Come quei manifesti che utilizza per dar loro nuova vita. Perché l’hic et nunc è un modo di essere, siamo noi, qui ed ora; perché dietro ad un manifesto già utilizzato possono nascondersi molteplici punti di vista e messaggi.
Conte, delle volte sembra quasi che utilizzi il colore per addolcire i silenzi, le brutture, le contraddizioni che l’umanità ci regala. Altre volte sembra un modo più violento per rinforzare la voce ed aprire gli occhi di chi non vuol vedere. Altre ancora, un modo per raccontare un’altra dimensione, nascosta, infinita, lontana.
Che sia un pagliaccio figlio del cibo spazzatura, una maschera, un campo espressionista costellato di stelle globalizzate, un mare che urla dolore, il colore è l’unica costante.
E’ un punto di vista, una certezza, il desiderio di voler restare umani.
Antonio Conte, in maniera inconsapevole o consapevole, è presente in questo modo nelle sue opere costantemente. Più di quanto immagini, più di quanto ci voglia raccontare. Partecipa attivamente, come un fiume in piena, con quella pennellata energica e assoluta; un gesto sentito, partecipato ogni volta. Rimane un pirata assetato di bellezza ed un bambino alla costante ricerca della verità ma aggiunge, opera dopo opera, quel particolare talmente presente e visibile da poterci sfuggire, perché troppo spesso lo abbiamo dato per scontato.
I colori ci appartengono, dunque, accompagnano i nostri stati d’animo e le cose che tocchiamo, guardiamo, sentiamo. Sono importanti quanto l’aria che respiriamo.
Antonio Conte, anche quando non se ne rende conto, diventa colore nelle sue opere, come nella vita, e ce lo ricorda.
Fragoroso e prorompente.
I colori sono importanti.
Ci appartengono ma non ce ne rendiamo conto; accompagnano le nostre vite, i nostri desideri, gioie e malinconie. Stanno lì, silenziosi, in attesa di essere scoperti, troppe volte dati per scontati.
Antonio Conte ce lo racconta in maniera rumorosa e dirompente. I suoi lavori, che siano tele, manifesti, volantini, muri, carta, materia, sono immersi dal colore. Il più delle volte colori forti, primari, primordiali. Il più delle volte accompagnano quel gesto così naturale e necessario, figlio dell’esuberanza di voler lanciare un messaggio sempre e comunque; perché l’arte fine a se stessa proprio non può esistere per il nostro Artista Popolare!
L’arte è una necessità, il bisogno di voler raccontare un punto di vista, smuovendo le coscienze. Tutto è in movimento, tutto cambia, tutto si consuma. Come quei gialli, blu e rosso, accesi e vivaci, delle sue opere. Come quei manifesti che utilizza per dar loro nuova vita. Perché l’hic et nunc è un modo di essere, siamo noi, qui ed ora; perché dietro ad un manifesto già utilizzato possono nascondersi molteplici punti di vista e messaggi.
Conte, delle volte sembra quasi che utilizzi il colore per addolcire i silenzi, le brutture, le contraddizioni che l’umanità ci regala. Altre volte sembra un modo più violento per rinforzare la voce ed aprire gli occhi di chi non vuol vedere. Altre ancora, un modo per raccontare un’altra dimensione, nascosta, infinita, lontana.
Che sia un pagliaccio figlio del cibo spazzatura, una maschera, un campo espressionista costellato di stelle globalizzate, un mare che urla dolore, il colore è l’unica costante.
E’ un punto di vista, una certezza, il desiderio di voler restare umani.
Antonio Conte, in maniera inconsapevole o consapevole, è presente in questo modo nelle sue opere costantemente. Più di quanto immagini, più di quanto ci voglia raccontare. Partecipa attivamente, come un fiume in piena, con quella pennellata energica e assoluta; un gesto sentito, partecipato ogni volta. Rimane un pirata assetato di bellezza ed un bambino alla costante ricerca della verità ma aggiunge, opera dopo opera, quel particolare talmente presente e visibile da poterci sfuggire, perché troppo spesso lo abbiamo dato per scontato.
I colori ci appartengono, dunque, accompagnano i nostri stati d’animo e le cose che tocchiamo, guardiamo, sentiamo. Sono importanti quanto l’aria che respiriamo.
Antonio Conte, anche quando non se ne rende conto, diventa colore nelle sue opere, come nella vita, e ce lo ricorda.
Fragoroso e prorompente.
15
luglio 2016
Antonio Conte – Cromatica
Dal 15 al 22 luglio 2016
arte moderna
Location
MEDINA ROMA
Roma, Via Angelo Poliziano, 32/36, (Roma)
Roma, Via Angelo Poliziano, 32/36, (Roma)
Orario di apertura
dalle 10 alle 18.30
Vernissage
15 Luglio 2016, h 18.30
Autore
Curatore