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Antonio De Santis – Opere sacre
In mostra 22 olii su tela di grandi dimensioni, dove lo stile pittorico rimane fedele al manifesto del “Realismo/Astratto”, l’artista costruisce le proprie opere attraverso un susseguirsi di piani autonomi che nel loro insieme conferiscono al quadro una profondità ed un ordine di sapore nuovo
Comunicato stampa
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Il Comune di Verdello (Bg) in collaborazione con l’Associazione Culturale Promoart ha promosso un’esposizione in varie sedi,dal 17 al 30 aprile, dedicata all’opera dell’artista Antonio De Santis (Venezia 1950), sul tema sacro.
In mostra 22 olii su tela di grandi dimensioni, dove lo stile pittorico rimane fedele al manifesto del “Realismo/Astratto”, l’artista costruisce le proprie opere attraverso un susseguirsi di piani autonomi che nel loro insieme conferiscono al quadro una profondità ed un ordine di sapore nuovo.
De Santis con spirito innovatore ha trovato un personale linguaggio con una visione pittorica di espressività che trascende dalla tradizionale figurazione superando sia l’astratto che il reale, senza imitazioni, con ricchezza di sentimento e delicatezza creativa.
In questa mostra sfilano una accanto all’altra atmosfere sospese dove la apparente figurazione è ripresa solo come amore per la pittura/pittura affiora in maniera oggettiva.
L’evento dal titolo “De Santis – opere sacre” vuol sottolineare i valori determinanti dell’arte pittorica nell’ambito della contemporaneità. In un’era in cui fotografia, video e installazioni si impongono sempre più prepotentemente all’attenzione dei musei, De Santis scommette sulla pittura quale mezzo espressivo fra i più rilevanti e vitali a disposizione di un artista. Non dobbiamo dimenticare che questo artista è ritornato alla pittura dopo un lungo percorso nel mondo della sperimentazione e dell’astrazione. Il colore e la sintesi figurativa diventano quindi nella pittura di De Santis estremi fondamentali.
I colori utilizzati nella propria purezza donano all’espressività una forza inconsueta che racchiude un’intensità emotiva particolarmente forte, mentre il racconto acquista nella sintesi della forma una dimensione nuova.
Ha scritto Andrea Diprè “Mi piace, di Antonio De Santis, la sintesi che da un volto trae una forma pura, come per negare, in un ritratto, lo storico dissidio tra figurativo e astratto; e mi piace, allo stesso modo, l’astuzia con la quale da una forma pura trae un volto. E non contento, De Santis procede come un intarsiatore di pietre dure che persegue una perfezione fatta di incastri dissimulati con straordinaria naturalezza. Ciò che infine rende unico il suo procedimento compositivo è che da tale perfezionata elaborazione, dove ogni cosa sta impeccabilmente al suo posto, derivano un umore, una vitalità, uno spirito, che non hanno nulla di meccanico come è nel ritratto legato alla deformazione, alla libertà del segno. Egli non altera, non accentua, non irrigidisce, applica una norma. La storica dichiarazione hegeliana: «Tutto ciò che è reale è razionale» si estende a un limite imprevisto, a una misura del mondo. Per De Santis tutto ciò che è reale è ritraibile. E ogni volto porta in sé la sua stessa maschera, e in essa trova la sua essenza vera. Come nessuno egli sa fingere di giocare. Perché non esiste certezza che la vita abbia un destino, e con essa tutto il nostro affanno d’esser credibili. De Santis vede ciò che i nostri occhi vedono procedendo ad una selezione degli elementi della visione. Tutto questo è la caricatura: selezione e semplificazione. Certo, anche De Santis è un visionario, anch’egli è principalmente preoccupato di penetrare nel labirinto della sua anima e di raggiungere l’assoluto, oltre l’apparenza mutevole del mondo e delle cose, ma la sua immaginazione non è mai un’astratta attività dello spirito in cerca di evasione, piuttosto un’attività che nasce dall’indagine sul reale e sul reale si esercita. Poiché è alla realtà che Antonio De Santis si sente chiamato, alla conoscenza del mondo che è fuori e dentro lui.”
NOTA BIOGRAFICA
Antonio De Santis nasce a Venezia nel 1950. Si trasferisce nella bergamasca negli anni Sessanta. Conseguita la Maturità Scientifica a Faenza si iscrive alla Facoltà di Filosofia alla Cattolica di Milano.Inizia dipingere giovanissimo frequentando studio del pittore Ermenegildo Rondina a Mestre. Dopo un periodo figurativo inizia una lunga parentesi di ricerca nell’ambito della pittura astratta che sfocerà nel Manifesto del Realismo/Astratto del 1979. Inizia ad esporre nel 1965 partecipando ad importanti rassegne ed allestendo mostre personali in Italia ed all’estero. Le sue opere sono collocate presso collezioni pubbliche e museali in Italia ed all’estero tra cui la Biblioteca di Alzano Lombardo (Bg), Provincia di Bergamo,Comune di Vertova (Bg), Comune di Faenza, Archivio Storico Arte Contemporanea Biennale di Venezia, Raccolte Vaticane, Pinacoteca Accademia Tadini di Lovere (Bg), Museo d’Arte Historico Pedagogico di S. Paolo del Brasile. Comune di Lurano (Bg). Documenti sull’attività artistica di De Santis sono raccolti presso l’Archivio della Biennale di Venezia, Archivio Storico Arte Contemporanea Museo Bandera di Busto Arsizio, Kunsthistorisches Institute di Firenze.
In mostra 22 olii su tela di grandi dimensioni, dove lo stile pittorico rimane fedele al manifesto del “Realismo/Astratto”, l’artista costruisce le proprie opere attraverso un susseguirsi di piani autonomi che nel loro insieme conferiscono al quadro una profondità ed un ordine di sapore nuovo.
De Santis con spirito innovatore ha trovato un personale linguaggio con una visione pittorica di espressività che trascende dalla tradizionale figurazione superando sia l’astratto che il reale, senza imitazioni, con ricchezza di sentimento e delicatezza creativa.
In questa mostra sfilano una accanto all’altra atmosfere sospese dove la apparente figurazione è ripresa solo come amore per la pittura/pittura affiora in maniera oggettiva.
L’evento dal titolo “De Santis – opere sacre” vuol sottolineare i valori determinanti dell’arte pittorica nell’ambito della contemporaneità. In un’era in cui fotografia, video e installazioni si impongono sempre più prepotentemente all’attenzione dei musei, De Santis scommette sulla pittura quale mezzo espressivo fra i più rilevanti e vitali a disposizione di un artista. Non dobbiamo dimenticare che questo artista è ritornato alla pittura dopo un lungo percorso nel mondo della sperimentazione e dell’astrazione. Il colore e la sintesi figurativa diventano quindi nella pittura di De Santis estremi fondamentali.
I colori utilizzati nella propria purezza donano all’espressività una forza inconsueta che racchiude un’intensità emotiva particolarmente forte, mentre il racconto acquista nella sintesi della forma una dimensione nuova.
Ha scritto Andrea Diprè “Mi piace, di Antonio De Santis, la sintesi che da un volto trae una forma pura, come per negare, in un ritratto, lo storico dissidio tra figurativo e astratto; e mi piace, allo stesso modo, l’astuzia con la quale da una forma pura trae un volto. E non contento, De Santis procede come un intarsiatore di pietre dure che persegue una perfezione fatta di incastri dissimulati con straordinaria naturalezza. Ciò che infine rende unico il suo procedimento compositivo è che da tale perfezionata elaborazione, dove ogni cosa sta impeccabilmente al suo posto, derivano un umore, una vitalità, uno spirito, che non hanno nulla di meccanico come è nel ritratto legato alla deformazione, alla libertà del segno. Egli non altera, non accentua, non irrigidisce, applica una norma. La storica dichiarazione hegeliana: «Tutto ciò che è reale è razionale» si estende a un limite imprevisto, a una misura del mondo. Per De Santis tutto ciò che è reale è ritraibile. E ogni volto porta in sé la sua stessa maschera, e in essa trova la sua essenza vera. Come nessuno egli sa fingere di giocare. Perché non esiste certezza che la vita abbia un destino, e con essa tutto il nostro affanno d’esser credibili. De Santis vede ciò che i nostri occhi vedono procedendo ad una selezione degli elementi della visione. Tutto questo è la caricatura: selezione e semplificazione. Certo, anche De Santis è un visionario, anch’egli è principalmente preoccupato di penetrare nel labirinto della sua anima e di raggiungere l’assoluto, oltre l’apparenza mutevole del mondo e delle cose, ma la sua immaginazione non è mai un’astratta attività dello spirito in cerca di evasione, piuttosto un’attività che nasce dall’indagine sul reale e sul reale si esercita. Poiché è alla realtà che Antonio De Santis si sente chiamato, alla conoscenza del mondo che è fuori e dentro lui.”
NOTA BIOGRAFICA
Antonio De Santis nasce a Venezia nel 1950. Si trasferisce nella bergamasca negli anni Sessanta. Conseguita la Maturità Scientifica a Faenza si iscrive alla Facoltà di Filosofia alla Cattolica di Milano.Inizia dipingere giovanissimo frequentando studio del pittore Ermenegildo Rondina a Mestre. Dopo un periodo figurativo inizia una lunga parentesi di ricerca nell’ambito della pittura astratta che sfocerà nel Manifesto del Realismo/Astratto del 1979. Inizia ad esporre nel 1965 partecipando ad importanti rassegne ed allestendo mostre personali in Italia ed all’estero. Le sue opere sono collocate presso collezioni pubbliche e museali in Italia ed all’estero tra cui la Biblioteca di Alzano Lombardo (Bg), Provincia di Bergamo,Comune di Vertova (Bg), Comune di Faenza, Archivio Storico Arte Contemporanea Biennale di Venezia, Raccolte Vaticane, Pinacoteca Accademia Tadini di Lovere (Bg), Museo d’Arte Historico Pedagogico di S. Paolo del Brasile. Comune di Lurano (Bg). Documenti sull’attività artistica di De Santis sono raccolti presso l’Archivio della Biennale di Venezia, Archivio Storico Arte Contemporanea Museo Bandera di Busto Arsizio, Kunsthistorisches Institute di Firenze.
17
aprile 2006
Antonio De Santis – Opere sacre
Dal 17 al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Verdello
Verdello, (Bergamo)
Verdello, (Bergamo)
Sito web
www.desantismostre.com
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