La Galleria Antonio Battaglia, nel cuore del quartiere di Brera a Milano, prosegue il ciclo di mostre per i vent’anni di attività in via Ciovasso 5. È lieta di inaugurare mercoledì 21 giugno, dalle ore 18.30 alle 21, la prima personale in galleria dell’artista Antonio Fomez (Portici, Napoli, 1937).
Il titolo della mostra, Dal Pop ai Piatti..., evoca il periodo storico degli anni Sessanta ad oggi.
Nel 1963 l’artista si avvicina alle ricerche della Pop Art, anno in cui si trasferisce a Milano per insegnare; entra in contatto con diversi artisti importanti protagonisti del fermento culturale della scena artistica dell’epoca. In questo periodo Fomez realizza dei quadri utilizzando l’iconografia dell’immagine pubblicitaria tipica della Pop americana, per poi passare a quadri con assemblaggi di oggetti tra il souvenir e il kitsch, indagando l’immaginario della società dei consumi. Utilizza i materiali plastici che nascevano proprio in quel periodo, realizzando “opere oggetto’. Dagli anni Ottanta nelle sue opere sono presenti diverse citazioni alla storia dell’arte amalgamate ai linguaggi della società contemporanea; ne è un esempio Venere alle Maldive con tigre, cartone del 2007 presente in mostra. L’artista realizza anche opere pubbliche, come fontane e scenografie nel contesto urbano, attraverso una sapiente produzione scultorea e installativa sempre contraddistinta da una figurazione tipica dell’artista partenopeo.
In mostra saranno esposte alcune opere Pop degli anni Sessanta, come Politico che promette le case, 1964, fino ai lavori recenti e recentissimi del 2023, realizzati proprio a Portici come testimonianza del suo recente trasferimento. Qui la cultura mediterranea è ben rappresentata nei lavori dei Piatti a cappello di prete che l’artista realizza ispirandosi ironicamente alle portate dei ristoranti di moda oggi, dipingendo il retro delle tele e il telaio con colori caldi e avvolgenti, intervenendo sull’immagine fotografica di pietanze offerte dai menu. Questa mostra è l’occasione di un ritorno di Fomez a Milano, dopo il suo avventuroso trasloco in terra natia, come l’artista racconta curiosamente nel testo in catalogo e con una rinnovata produzione pittorica sempre al passo con i linguaggi della contemporaneità.