“Quando la realtà perde il suo fascino, si può scegliere fra la bellezza liscia della superficie o le pieghe inattese dell’inconsueto, ma il mondo interiore ottiene l’unica dignità rimasta da offrire al conoscibile, proprio per i suoi intrinseci limiti di conoscibilità. Così le opere di Forte spiazzano per l’energia che traggono proprio dalla sua vista che va oltre, perfora, materializzandosi sulla tela quasi nella forma di una termografia, esternazione d’interiorizzazione passionale e profondissima: è con queste parole che lo scrittore Filippo Migoni (curatore, assieme a Liza Barchi, della mostra “Introspezione”) racconta l’arte di Nato nel 1980, FORTE ha già realizzato, nonostante la giovane età, un numero considerevole di opere di carattere, in cui spesso la figura umana è la protagonista dei suoi lavori. Questa scelta dell’autore sarà ben visibile nella mostra bolognese (che raccoglierà una ricca seppure raccolta selezione di dipinti, oltre a qualche scultura) rappresentata in nudi e volti dall’impatto deciso, dai tratti ben definiti e densi di vigore.
Una mostra dal titolo importante, - continua Migoni - “Introspezione”, che non parla di una mancanza di umiltà dell’autore, bensì della pesantezza di quella caratteristica fatica che ogni artista responsabile opera costantemente con il sé più intimo, e che nel suo caso diviene paradigma”.
La pittura di FORTE colpisce per l’immediatezza dei tratti, la carica espressiva, la potenza, nonché per quella forza cromatica che l’artista ama esplicare
abbinando colori caldissimi ad altri più freddi e cupi. Dunque un’arte piena di vita e, seppure così decisa, non certo carente di spunti riflessivi.
(Sabrina Bagatta)