Lastre di cemento, tele grezze, tavole e lamiere accolgono i disegni astratti di una pittura che dispiega e scioglie il paradosso di un tempo spazializzato interiore. Il vissuto dell’autore, la sua intima e singolare durata, si esteriorizza in regolarità geometriche costruite tramite il gesto ed il colore. Il fine è quello di oggettivare il continuo susseguirsi dei toni dell’animo per offrirlo allo sguardo dello spettatore. Del denso flusso del sentimento e del pensiero, l’opera concede una visione d’insieme ottenuta attraverso la sperimentazione dei rapporti volumetrici e cromatici, con dilatazioni, condensazioni, relazioni di segni e luce che versano in sintesi delle configurazioni.

Quella di Antonio Masullo è una ricca produzione artistica, che si è sviluppata negli anni restando sempre segnata dalla ricerca di nuovi materiali e dal continuo evolversi nel loro uso. Lavorando con elementi di origine industriale, acrilici, smalti colorati, colle e carta, l’artista ha utilizzato spesso supporti costruiti ad hoc e talvolta trovati. La sua lunga attività espositiva risale al 1990, anno a partire dal quale Antonio Masullo ha preso parte soprattutto a numerose mostre collettive, proponendo però i suoi lavori anche con mostre personali, organizzate prevalentemente presso gallerie, sia italiane che estere, tra cui la Galerie St. Peres (Parigi, 2005) e la Galleria Appia Antica (Roma, 2005).

Nel corso della serata inaugurale, nella sala cinema, THE GUNS OF BRIXTON di ALBERTO CASTELLI. Un reading tra musica e immagini ambientato lungo le strade di Notting Hill Gate e quelle di Brixton, tra il basso del reggae e del dub e la chitarra elettrica del punk, tra la voce di Joe Strummer e la poesia in dub di Linton Kwesi Johnson. Un omaggio alla stagione più bella e importante del reggae inglese, a quella scena composta da sound system potenti, gruppi di grande valore come Matumbi, Aswad e Steel Pulse e produttori di notevole talento come Dennis Bovell.