Un campo d'avena popolato di lucciole è stato il punto di incontro casuale di Antonio Rizzo e Claudio Marcozzi: entrambi lo avevano rappresentato, senza saperlo, con un esito simile, contro ogni plausibile ragione. I soggetti, in realtà, erano diversi, il risultato identico.
Ma la materia trattata è solo un pretesto occasionale, il soggetto vero è sempre la luce.
Qualcuno la fa, altri la inseguono: le lucciole la fanno, le falene la cercano.
Come falene, gli artisti ne sono attratti, ci si tuffano contro, a volte ci si spiaccicano e si fondono.
E vedono la luce anche dall'interno.
Dentro la luce e con la luce dentro sé stessi.
Allucinazioni, vibrazioni, proiezioni, rifrazioni, ioni.
Sensazioni che poi si traducono in pittura, o fotografia.
Luce a fiotti, bagliori, graffi, chiazze, segni.
I percorsi involontariamente paralleli dei due visionari hanno avuto da allora frequenti momenti di convergenza e di confronto, di studio reciproco. E di illuminazioni.
(Mark Hotsee)

Antonio Rizzo
È nato a Roma nel 1943. Ha studiato all'Istituto Statale d'Arte di Urbino, nella sezione di Litigrafia con il Professor Carlo Ceci.
Ha insegnato discipline pittoriche a Roma e nelle Marche.
Ha pubblicato due raccolte poetiche: “Segni Verticali” e “Ritmi Naturali”.

Claudio Marcozzi
Marchigiano dal 1953, fotografo professionista free-lance dal 1991, dopo esperienze di pittura e satira politica. Svolge la propria attività in Italia e all'estero, negli ultimi anni è stato avvistato spesso in Cina e in Uzbekistan, dove ha tenuto conferenze e masterclass. Collabora con riviste nazionali come critico e storico della fotografia. Vincitore di premi prestigiosi, i suoi lavori sono conservati in istituzioni e collezioni private.