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Antonio Torquato Lo Mele – Viandando tra archeologia. Arte e design
Le… ‘opere filosofiche’ che Antonio Torquato Lo Mele presenta al Museo Civico di Foggia non sono solo una mostra. Sono il viaggio, l’avventura di un’artista-pensatore che, come narra un poeta da lui ispirato, “racconta storie crudeli e minute…storie lontane racchiuse in bozzoli strani, con sorrisi, occhi e mille mani”.
Comunicato stampa
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“Entrate nella Città dei Funanboli, su in cima alla Torre degli Scalatori farete la conoscenza di sua maestà Servorè e consorte, Miareggina. Se poi salite a bordo del Carro della Tecnica, giungerete fin dentro la Dimora di Gargano dove potrete fermarvi a riflettere o riposare sotto lo sguardo di Icaro, angelo redento e di nuovo alato..”. Le… ‘opere filosofiche’ che Antonio Torquato Lo Mele presenterà sabato 13 marzo al Museo Civico di Foggia non sono solo una mostra. Sono il viaggio, l’avventura di un’artista-pensatore che, come narra un poeta da lui ispirato, “racconta storie crudeli e minute…storie lontane racchiuse in bozzoli strani, con sorrisi, occhi e mille mani”.
Ceramiche assemblate, sculture-architetture, metalli, ori, prototipi in legno, oggetti dell’abitare che fanno volare e ragionare. Che attingono alla materia dei sogni per parlare di filosofia, del fluire del tempo, del passato e del futuro, del tramonto dell’Occidente e delle verità incontrovertibili, ma soprattutto dell’ultima dea che oggi, a parere di Lo Mele, veneriamo: la Tecnica. Il visitatore viene condotto in un percorso mai lineare che segue i piu’ alti ghirigori del pensiero (sulla scia di Heidegger, Galimberti, Severino) ma che alla fine si risolve in gioco, gioia, meraviglia di bambino. Attraverso le opere viaggia in epoche lontane e diversissime, saltando dalla civiltà daunia de ‘La grande madre’ (ceramica dipinta), alle forme egizie di Miareggina (design antropomorfo), dall’epoca medievale de lo Studiolo (prototipo in legno, abitabile), allo spazio di Navicella (scultura in metallo).
L’artista, scopertosi “Viandante”, svela il suo viaggio. Architetto-scultore-designer col pallino della filosofia, Antonio Torquato Lo Mele nato a Foggia, negli ultimi vent’anni, ha esposto, pubblicato libri e progettato importanti installazioni in diverse città italiane. Da qualche tempo si è fermato nella sua città d’origine, dove ha messo su’ un laboratorio che e’ insieme una bottega medievale e un moderno studio di design. Qui mescola specializzazioni artistiche diversissime e si rifugia ogni giorno della sua vita per leggere, pensare, sognare e, in fine, creare.
Per ‘’sintetizzare il senso della sua vita intellettuale e artistica” egli stesso scrive: “Prima di ogni cosa il morbo per la filosofia contratto sin dai tempi del liceo e che ancora oggi, con ostinazione, mi prende, nella assoluta convinzione che il fare pratica dell’arte oggi debba nutrirsi di filosofia….Ricordo con emozione il punto di avvio: una straordinaria raccolta di lezioni tenute da Paul Klee al Bauhaus”. Di queste lezioni e dei successivi interrogativi filosofici è intrisa l’intera produzione artistica di Lo Mele. Dove l’Auriga condurrà il Carro della Tecnica, trainato meccanicamente da uomini e donne, se negli occhi ha la fissità del nulla e neppure il Sole gli illumina la via? La civiltà che raggiunge l’acme assapora anche l’inizio del suo declino? E la Navicella spaziale su cui gravita quell’unica coppia uomo-donna? La sua scomparsa sarà il destino della Terra?
La mostra di Lo Mele, intitolata "Viandando tra archeologia, arte e design" è stata promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Foggia e dal Rotary Club Umberto Giordano. Verra’ inaugurata sabato 13 marzo alle 18.30 presso il Museo Civico di Foggia, in Piazza V. Nigri, 1 (vicino Via Arpi) e resterà aperta al pubblico, gratuitamente, fino al 13 aprile. Dopo le presentazioni della direttrice del Museo Civico Gloria Fazia e la critica d’arte Katia Ricci, nel corso della serata inaugurale sarà proiettato un video sugli ultimi interventi artistici dell’artista per il parco archeologico ipogei capparelli di Siponto (nell’ambito del progetto Buccarella-Dardes) e un estratto laser delle immagini con i versi del poeta Guido Pensato. Oltre all’artista sono attesi il sindaco di Foggia Gianni Mongelli, l’assessore alla Cultura Rocco Laricchiuta, numerosi artisti, critici d’arte e giornalisti locali.
frammento di autobiografia artistica
Per tracciare le linee essenziali di questa autobiografia ricorro alla “figura” del viandante, cominciando dalle connotazioni etiche che essa ha assunto in filosofia riguardo ai problemi dell’età della tecnica.
Galimberti scrive: “…a differenza del viaggiatore , che percorre la via per arrivare ad una meta, il viandante aderisce di volta in volta ai paesaggi che incontra ….ogni tappa è una continua ripresa del viaggio….Senza meta e senza punti di partenza e di arrivo che non siano punti occasionali, l’etica del viandante che non conosce il suo avvenire, può essere il punto di riferimento di una umanità a cui la tecnica ha consegnato un futuro imprevedibile e che quindi non può più riferirsi alle etiche antiche….”
A distanza di tanti anni riconosco che questo è stato il senso della mia vita intellettuale e del mio lavoro in arte. Prima di ogni cosa il morbo per la filosofia contratto sin dai tempi del liceo e che ancora oggi, con ostinazione, mi prende, nella assoluta convinzione che il fare pratica dell’arte oggi debba nutrirsi di filosofia ; poi lo studio appassionato e continuo delle avanguardie e delle pratiche artistiche , avviato durante gli anni di architettura vissuti in piena crisi del razionalismo. Ricordo con emozione il punto di avvio : una straordinaria raccolta di lezioni tenute da Paul Klee al Bauhaus . Da allora non ho mai cessato di rivolgermi a qui maestri del novecento che hanno testimoniato con la pratica artistica il proprio pensiero meditante (Klee, Kandiskj, Mondrian , fino Munari, Kosuth, ecc) e a pensatori che hanno approfondito il problema dell’arte (da Heidegger attraverso Formaggio fino a Cacciari) ed ho seguito un itinerario mentale che spesso mi portava alla deriva verso zone inesplorate : la grafica infantile , la psicologia della Gestalt, i problemi complessi della didattica dell’arte e della comunicazione visiva. Un percorso impervio che però a lungo andare mi ha creato. Nel corso degli anni , parallelamente alla mia attività di architetto e insegnante, ho acquisito un genere di competenze interculturali che mi hanno aperto ambiti professionali radicalmente nuovi : nel 1987 ho pubblicato, per conto della soprintendenza archeologica della puglia, “Giocare con le stele”, un testo pilota sui problemi della didattica del patrimonio archeologico; nel 1990 e nel 1992 per conto della Biblioteca Provinciale di Foggia e del Comune di Lucca , ho curato ed allestito, insieme a Liliana di Ponte, la mostra itinerante “Elogio dello Spiare”(percorsi multidisciplinari sul mondo della comunicazione visiva, suggestioni e tracce visive tra parole e immagini) nel 1995, su invito del Ministero dei beni culturali , ho partecipato in qualità di esperto ad un seminario sulla didattica del museo e del territorio.
Non ho mai compiuto un corso regolare di studi nelle tradizionali Accademie, ma questo non è stato per me uno svantaggio.
Semplicemente mi sono avvicinato alla pratica artistica vera e propria solo dopo aver elaborato una adeguata “capacità” di ascolto dei linguaggi artistici, delle materie e delle tecniche.
L’opportunità di questo genere mi è stata offerta lavorando come docente di Arte applicata affianco ai miei allievi.
La competenza acquisita nella lavorazione della ceramica, del legno, dei metalli si è avvalsa anche della preziosa collaborazione di maestri d’arte più anziani di me, durata più di vent’anni.
Per il resto ho fatto tutto da me, sempre riconducendo le diverse sapienze artigianali alla comune matrice grafica, visibile nei miei inseparabili diari di lavoro, dove i segni e la scrittura si intrecciano lasciando memoria di se in una continua rielaborazione di idee, progetti, note filosofiche, programmi di lavoro…
Dal 1981 in poi ho eseguito installazioni artistiche di vario genere e tenuto diverse personali che non ha senso qui elencare. La più importante, a mio avviso è stata tenuta a Roma nel 1998 presso l’ambasciata araba accademia d’Egitto nell’ambito di una iniziativa sulla comune radice della cultura mediterranea.
Dal 2003 al 2008 opere di oreficeria sono state permanentemente esposte nel museo nazionale di Manfredonia Castello svevo.
Ho progettato e realizzato diverse installazioni artistiche fra le quali nel 1990 il cancello artistico per la basilica di s.Francesco d’assisi a Termoli. Nel 2000 il pannello in terracotta per il Parco archeologico di Ascoli Satriano. Mi sono periodicamente interessato di linguaggi verbo-visivi , collaborando con Giuliano Parenti nelle stesura del racconto “FRRR”. Nel 1993 il Laboratorio Artivisive di Foggia ha pubblicato la prima parte del “Diario di Neo” un racconto sperimentale per immagini grafiche fuse con la scrittura sul quale il filosofo Emanuele Severino ha espresso un proprio personale apprezzamento.
Attualmente lavoro sul rapporto design-arte-filosofia elaborando modelli di ricerca in legno.
Antonio Torquato Lo Mele artista designer vive e lavora a Foggia.
Ceramiche assemblate, sculture-architetture, metalli, ori, prototipi in legno, oggetti dell’abitare che fanno volare e ragionare. Che attingono alla materia dei sogni per parlare di filosofia, del fluire del tempo, del passato e del futuro, del tramonto dell’Occidente e delle verità incontrovertibili, ma soprattutto dell’ultima dea che oggi, a parere di Lo Mele, veneriamo: la Tecnica. Il visitatore viene condotto in un percorso mai lineare che segue i piu’ alti ghirigori del pensiero (sulla scia di Heidegger, Galimberti, Severino) ma che alla fine si risolve in gioco, gioia, meraviglia di bambino. Attraverso le opere viaggia in epoche lontane e diversissime, saltando dalla civiltà daunia de ‘La grande madre’ (ceramica dipinta), alle forme egizie di Miareggina (design antropomorfo), dall’epoca medievale de lo Studiolo (prototipo in legno, abitabile), allo spazio di Navicella (scultura in metallo).
L’artista, scopertosi “Viandante”, svela il suo viaggio. Architetto-scultore-designer col pallino della filosofia, Antonio Torquato Lo Mele nato a Foggia, negli ultimi vent’anni, ha esposto, pubblicato libri e progettato importanti installazioni in diverse città italiane. Da qualche tempo si è fermato nella sua città d’origine, dove ha messo su’ un laboratorio che e’ insieme una bottega medievale e un moderno studio di design. Qui mescola specializzazioni artistiche diversissime e si rifugia ogni giorno della sua vita per leggere, pensare, sognare e, in fine, creare.
Per ‘’sintetizzare il senso della sua vita intellettuale e artistica” egli stesso scrive: “Prima di ogni cosa il morbo per la filosofia contratto sin dai tempi del liceo e che ancora oggi, con ostinazione, mi prende, nella assoluta convinzione che il fare pratica dell’arte oggi debba nutrirsi di filosofia….Ricordo con emozione il punto di avvio: una straordinaria raccolta di lezioni tenute da Paul Klee al Bauhaus”. Di queste lezioni e dei successivi interrogativi filosofici è intrisa l’intera produzione artistica di Lo Mele. Dove l’Auriga condurrà il Carro della Tecnica, trainato meccanicamente da uomini e donne, se negli occhi ha la fissità del nulla e neppure il Sole gli illumina la via? La civiltà che raggiunge l’acme assapora anche l’inizio del suo declino? E la Navicella spaziale su cui gravita quell’unica coppia uomo-donna? La sua scomparsa sarà il destino della Terra?
La mostra di Lo Mele, intitolata "Viandando tra archeologia, arte e design" è stata promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Foggia e dal Rotary Club Umberto Giordano. Verra’ inaugurata sabato 13 marzo alle 18.30 presso il Museo Civico di Foggia, in Piazza V. Nigri, 1 (vicino Via Arpi) e resterà aperta al pubblico, gratuitamente, fino al 13 aprile. Dopo le presentazioni della direttrice del Museo Civico Gloria Fazia e la critica d’arte Katia Ricci, nel corso della serata inaugurale sarà proiettato un video sugli ultimi interventi artistici dell’artista per il parco archeologico ipogei capparelli di Siponto (nell’ambito del progetto Buccarella-Dardes) e un estratto laser delle immagini con i versi del poeta Guido Pensato. Oltre all’artista sono attesi il sindaco di Foggia Gianni Mongelli, l’assessore alla Cultura Rocco Laricchiuta, numerosi artisti, critici d’arte e giornalisti locali.
frammento di autobiografia artistica
Per tracciare le linee essenziali di questa autobiografia ricorro alla “figura” del viandante, cominciando dalle connotazioni etiche che essa ha assunto in filosofia riguardo ai problemi dell’età della tecnica.
Galimberti scrive: “…a differenza del viaggiatore , che percorre la via per arrivare ad una meta, il viandante aderisce di volta in volta ai paesaggi che incontra ….ogni tappa è una continua ripresa del viaggio….Senza meta e senza punti di partenza e di arrivo che non siano punti occasionali, l’etica del viandante che non conosce il suo avvenire, può essere il punto di riferimento di una umanità a cui la tecnica ha consegnato un futuro imprevedibile e che quindi non può più riferirsi alle etiche antiche….”
A distanza di tanti anni riconosco che questo è stato il senso della mia vita intellettuale e del mio lavoro in arte. Prima di ogni cosa il morbo per la filosofia contratto sin dai tempi del liceo e che ancora oggi, con ostinazione, mi prende, nella assoluta convinzione che il fare pratica dell’arte oggi debba nutrirsi di filosofia ; poi lo studio appassionato e continuo delle avanguardie e delle pratiche artistiche , avviato durante gli anni di architettura vissuti in piena crisi del razionalismo. Ricordo con emozione il punto di avvio : una straordinaria raccolta di lezioni tenute da Paul Klee al Bauhaus . Da allora non ho mai cessato di rivolgermi a qui maestri del novecento che hanno testimoniato con la pratica artistica il proprio pensiero meditante (Klee, Kandiskj, Mondrian , fino Munari, Kosuth, ecc) e a pensatori che hanno approfondito il problema dell’arte (da Heidegger attraverso Formaggio fino a Cacciari) ed ho seguito un itinerario mentale che spesso mi portava alla deriva verso zone inesplorate : la grafica infantile , la psicologia della Gestalt, i problemi complessi della didattica dell’arte e della comunicazione visiva. Un percorso impervio che però a lungo andare mi ha creato. Nel corso degli anni , parallelamente alla mia attività di architetto e insegnante, ho acquisito un genere di competenze interculturali che mi hanno aperto ambiti professionali radicalmente nuovi : nel 1987 ho pubblicato, per conto della soprintendenza archeologica della puglia, “Giocare con le stele”, un testo pilota sui problemi della didattica del patrimonio archeologico; nel 1990 e nel 1992 per conto della Biblioteca Provinciale di Foggia e del Comune di Lucca , ho curato ed allestito, insieme a Liliana di Ponte, la mostra itinerante “Elogio dello Spiare”(percorsi multidisciplinari sul mondo della comunicazione visiva, suggestioni e tracce visive tra parole e immagini) nel 1995, su invito del Ministero dei beni culturali , ho partecipato in qualità di esperto ad un seminario sulla didattica del museo e del territorio.
Non ho mai compiuto un corso regolare di studi nelle tradizionali Accademie, ma questo non è stato per me uno svantaggio.
Semplicemente mi sono avvicinato alla pratica artistica vera e propria solo dopo aver elaborato una adeguata “capacità” di ascolto dei linguaggi artistici, delle materie e delle tecniche.
L’opportunità di questo genere mi è stata offerta lavorando come docente di Arte applicata affianco ai miei allievi.
La competenza acquisita nella lavorazione della ceramica, del legno, dei metalli si è avvalsa anche della preziosa collaborazione di maestri d’arte più anziani di me, durata più di vent’anni.
Per il resto ho fatto tutto da me, sempre riconducendo le diverse sapienze artigianali alla comune matrice grafica, visibile nei miei inseparabili diari di lavoro, dove i segni e la scrittura si intrecciano lasciando memoria di se in una continua rielaborazione di idee, progetti, note filosofiche, programmi di lavoro…
Dal 1981 in poi ho eseguito installazioni artistiche di vario genere e tenuto diverse personali che non ha senso qui elencare. La più importante, a mio avviso è stata tenuta a Roma nel 1998 presso l’ambasciata araba accademia d’Egitto nell’ambito di una iniziativa sulla comune radice della cultura mediterranea.
Dal 2003 al 2008 opere di oreficeria sono state permanentemente esposte nel museo nazionale di Manfredonia Castello svevo.
Ho progettato e realizzato diverse installazioni artistiche fra le quali nel 1990 il cancello artistico per la basilica di s.Francesco d’assisi a Termoli. Nel 2000 il pannello in terracotta per il Parco archeologico di Ascoli Satriano. Mi sono periodicamente interessato di linguaggi verbo-visivi , collaborando con Giuliano Parenti nelle stesura del racconto “FRRR”. Nel 1993 il Laboratorio Artivisive di Foggia ha pubblicato la prima parte del “Diario di Neo” un racconto sperimentale per immagini grafiche fuse con la scrittura sul quale il filosofo Emanuele Severino ha espresso un proprio personale apprezzamento.
Attualmente lavoro sul rapporto design-arte-filosofia elaborando modelli di ricerca in legno.
Antonio Torquato Lo Mele artista designer vive e lavora a Foggia.
13
marzo 2010
Antonio Torquato Lo Mele – Viandando tra archeologia. Arte e design
Dal 13 marzo al 13 aprile 2010
design
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arte contemporanea
arti decorative e industriali
Location
MUSEO CIVICO
Foggia, Piazza Vincenzo Nigri, 1, (Foggia)
Foggia, Piazza Vincenzo Nigri, 1, (Foggia)
Orario di apertura
martedì-domenica, ore 9-13 / martedì, giovedì-sabato ore 16-19 / lunedì chiuso
Vernissage
13 Marzo 2010, ore 18.30
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