La mostra è imperniata su forti ricerche operate dai quattro espositori sui temi degli elementi primari della natura.
L’esposizione inizia con le opere pittoriche di Ute Zocher, quadri realizzati con acrilici o tecniche miste su tela e strettamente legati alle radici naturali, in cui l’aria, il fuoco e soprattutto la terra, invadono la tela non tanto come stretta raffigurazione di se, ma soprattutto come atmosfera, come racconto magico.
Successivamente si possono vedere le foto realizzate da Manilio Prignano con una padronanza della tecnica così forte, che gli consente di proporre allo spettatore distese d’acqua dorate o cieli viola, ottenendo questi effetti senza l’utilizzo di filtri né rielaborazioni al computer, ma semplicemente aspettando che la luce naturale sia quella “giusta” per impressionare nel modo desiderato dall’artista la pellicola.
Ariela Bohm presenta, in questa mostra, i suoi lavori dedicati all’acqua. La grande versatilità tecnica e creativa di questa scultrice le consente di manipolare i materiali più diversi, scegliendo di volta in volta di utilizzare la materia che più si addice al tema. Per questi lavori ha scelto il silicone, ottenendo effetti spettacolari con questo atipico strumento.
Un momento particolare della mostra è dato dai lavori realizzati da Donatella Piras. L’opera della Piras è incentrata su una ricerca scultorea microscopica, spesso dedicata al mare e realizzata in dimensioni che possono contenersi nel palmo di una mano. Ciò che colpisce di queste opere non è solo la micro dimensione, ma principalmente la grande attenzione dedicata dalla scultrice al più minuscolo particolare.