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Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia,1915, immagini e testimonianze
La mostra, presente oggi a Palazzo Zenobio, composta di 22 pannelli con fotografie e testi, è stata inaugurata a Milano al Museo archeologico nel 1995, in occasione dell’80° anniversario del genocidio del popolo armeno ed è diventata itinerante
Comunicato stampa
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Palazzo Zenobio per l'Arte
Collegio Armeno Moorat Raphael
hanno il piacere d'invitarLa alla mostra:
"Armin T. Wegner, gli Armeni in Anatolia 1915, immagini e testimonianze"
presenta la mostra Mischa Wegner, figlio di Armin T. Wegner
e
Padre Krikoris Siranian dell'Ordine Mekitarista di San Lazzaro degli Armeni.
Avete mai pensato cosa significa vedere l’uomo morire una, dieci, cento, mille, diecimila, centomila, un milione di volte? Di vederlo con i vostri occhi, lì davanti a voi,
vedervi strappare un pezzetto di vita da ognuno di loro, morire con loro e non morire ma essere destinati a portare la memoria dentro di voi per il resto dei giorni.
Urlare nel sonno, urlare per una vita intera, l’unica liberazione possibile per una possibile sopravvivenza. Il deserto dell’Anatolia.
Mio padre è morto tante volte, nei deserti dell’Anatolia prima, nei campi di concentramento poi, nei libri bruciati dai nazisti a Berlino,
sulla stele in ricordo degli uomini di letteratura morti in esilio.....
E’ morto ogni volta che la dignità dell’uomo è stata calpestata, e con lui muore ogni volta un pezzo di me stesso, un pezzo di umanità, un pezzo di tutti noi.
Mischa Wegner
La Mostra : Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia,1915
Immagini e Testimonianze
La mostra, presente oggi a Palazzo Zenobio, composta di 22 pannelli con fotografie e testi, è stata inaugurata a Milano al Museo archeologico nel 1995, in occasione dell’80° anniversario del genocidio del popolo armeno ed è diventata “itinerante”.
Ha toccato sino ad ora più di 90 città in Italia e all’estero (di questa mostra esiste anche un’edizione in inglese). La mostra torna a Venezia dopo tanti anni, sempre con la stessa forza e con lo stesso monito interiore: mai dimenticare!
Si tratta di circa 80 fotografie scattate dall’ufficiale tedesco Armin T. Wegner, testimone oculare del genocidio degli armeni, perpetrato nel 1915 dal governo dei Giovani turchi, genocidio in cui hanno perso la vita più di un milione e mezzo di persone.
Il primo genocidio del XX secolo, genocidio dimenticato e sino ad oggi “negato” dalla Turchia, di cui gli armeni vogliono tener viva la memoria per un doveroso tributo alle vittime.
La mostra, corredata di carte geografiche e schede storiche, documenta anche l’impegno di Armin T Wegner nella difesa dei diritti civili e il suo sforzo di far conoscere al mondo quanto era accaduto nei deserti dell’Anatolia.
Testimonianze di un genocidio dimenticato dove la disperazione del testimone sembra aggiungersi alla disperazione delle vittime, restituendoci immagini cariche di sofferenza e dignità.
Armin T. Wegner, dando voce ai deportati armeni nel deserto di Der es Zor, è diventato la voce di tutti i deportati della terra.
Quello degli armeni è stato il primo genocidio del XX secolo nel significato fatto proprio dalla “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”approvata dall’Assemblea dell’ONU il 9 dicembre del 1948: eliminazione fisica di un popolo e della sua cultura.
“ Per Genocidio si intende uno qualsiasi degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:
a) uccisione di membri fisici del gruppo;
b) attentato all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) assoggettamento intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
d) provvedimenti miranti a impedire le nascite nell’ambito del gruppo;
e) trasferimento forzato di bambini di un gruppo in un altro gruppo “.
Il termine è stato coniato dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin proprio a partire dalla riflessione sul crimine perpetrato dai Giovani Turchi contro il popolo armeno nel 1915, cui era seguita l’immane tragedia della Shoah.
Il genocidio degli armeni è stato ufficialmente riconosciuto dal Tribunale Permanente dei Popoli il 16 aprile del 1984, dalla Commissione dell’ONU per i Diritti dell’Uomo il 29 agosto 1985, dal Parlamento Europeo il 18 giugno del 1987 (Doc. A2/33/87 P.E. 1147649).
Se fosse stata mantenuta in vita la memoria dell’inferno di De res Zor, in cui perirono un milione e mezzo di armeni, forse non ci sarebbe stato l’inferno di Auschwitz e Hitler nel 1939 non avrebbe potuto affermare:” Chi si ricorda più del massacro degli armeni?” .
Curatori della mostra:
Marco Agostinelli, direzione artistica Palazzo Zenobio-Collegio Armeno Moorat Raphael
Matteo Cirenei, parte grafica
Armen Casnati, sezione fotografica
Gaianè Casnati, allestimento
Pietro Kuciukian e Anna Maria Kuciukian Samuelli, parte storica
24 aprile 2012 ore 17.30
Palazzo Zenobio, Fondamenta del Soccorso 2596, Venezia.
Collegio Armeno Moorat - Raphael
info:3466725817
Collegio Armeno Moorat Raphael
hanno il piacere d'invitarLa alla mostra:
"Armin T. Wegner, gli Armeni in Anatolia 1915, immagini e testimonianze"
presenta la mostra Mischa Wegner, figlio di Armin T. Wegner
e
Padre Krikoris Siranian dell'Ordine Mekitarista di San Lazzaro degli Armeni.
Avete mai pensato cosa significa vedere l’uomo morire una, dieci, cento, mille, diecimila, centomila, un milione di volte? Di vederlo con i vostri occhi, lì davanti a voi,
vedervi strappare un pezzetto di vita da ognuno di loro, morire con loro e non morire ma essere destinati a portare la memoria dentro di voi per il resto dei giorni.
Urlare nel sonno, urlare per una vita intera, l’unica liberazione possibile per una possibile sopravvivenza. Il deserto dell’Anatolia.
Mio padre è morto tante volte, nei deserti dell’Anatolia prima, nei campi di concentramento poi, nei libri bruciati dai nazisti a Berlino,
sulla stele in ricordo degli uomini di letteratura morti in esilio.....
E’ morto ogni volta che la dignità dell’uomo è stata calpestata, e con lui muore ogni volta un pezzo di me stesso, un pezzo di umanità, un pezzo di tutti noi.
Mischa Wegner
La Mostra : Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia,1915
Immagini e Testimonianze
La mostra, presente oggi a Palazzo Zenobio, composta di 22 pannelli con fotografie e testi, è stata inaugurata a Milano al Museo archeologico nel 1995, in occasione dell’80° anniversario del genocidio del popolo armeno ed è diventata “itinerante”.
Ha toccato sino ad ora più di 90 città in Italia e all’estero (di questa mostra esiste anche un’edizione in inglese). La mostra torna a Venezia dopo tanti anni, sempre con la stessa forza e con lo stesso monito interiore: mai dimenticare!
Si tratta di circa 80 fotografie scattate dall’ufficiale tedesco Armin T. Wegner, testimone oculare del genocidio degli armeni, perpetrato nel 1915 dal governo dei Giovani turchi, genocidio in cui hanno perso la vita più di un milione e mezzo di persone.
Il primo genocidio del XX secolo, genocidio dimenticato e sino ad oggi “negato” dalla Turchia, di cui gli armeni vogliono tener viva la memoria per un doveroso tributo alle vittime.
La mostra, corredata di carte geografiche e schede storiche, documenta anche l’impegno di Armin T Wegner nella difesa dei diritti civili e il suo sforzo di far conoscere al mondo quanto era accaduto nei deserti dell’Anatolia.
Testimonianze di un genocidio dimenticato dove la disperazione del testimone sembra aggiungersi alla disperazione delle vittime, restituendoci immagini cariche di sofferenza e dignità.
Armin T. Wegner, dando voce ai deportati armeni nel deserto di Der es Zor, è diventato la voce di tutti i deportati della terra.
Quello degli armeni è stato il primo genocidio del XX secolo nel significato fatto proprio dalla “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”approvata dall’Assemblea dell’ONU il 9 dicembre del 1948: eliminazione fisica di un popolo e della sua cultura.
“ Per Genocidio si intende uno qualsiasi degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:
a) uccisione di membri fisici del gruppo;
b) attentato all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) assoggettamento intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza dirette a provocare la sua distruzione fisica totale o parziale;
d) provvedimenti miranti a impedire le nascite nell’ambito del gruppo;
e) trasferimento forzato di bambini di un gruppo in un altro gruppo “.
Il termine è stato coniato dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin proprio a partire dalla riflessione sul crimine perpetrato dai Giovani Turchi contro il popolo armeno nel 1915, cui era seguita l’immane tragedia della Shoah.
Il genocidio degli armeni è stato ufficialmente riconosciuto dal Tribunale Permanente dei Popoli il 16 aprile del 1984, dalla Commissione dell’ONU per i Diritti dell’Uomo il 29 agosto 1985, dal Parlamento Europeo il 18 giugno del 1987 (Doc. A2/33/87 P.E. 1147649).
Se fosse stata mantenuta in vita la memoria dell’inferno di De res Zor, in cui perirono un milione e mezzo di armeni, forse non ci sarebbe stato l’inferno di Auschwitz e Hitler nel 1939 non avrebbe potuto affermare:” Chi si ricorda più del massacro degli armeni?” .
Curatori della mostra:
Marco Agostinelli, direzione artistica Palazzo Zenobio-Collegio Armeno Moorat Raphael
Matteo Cirenei, parte grafica
Armen Casnati, sezione fotografica
Gaianè Casnati, allestimento
Pietro Kuciukian e Anna Maria Kuciukian Samuelli, parte storica
24 aprile 2012 ore 17.30
Palazzo Zenobio, Fondamenta del Soccorso 2596, Venezia.
Collegio Armeno Moorat - Raphael
info:3466725817
24
aprile 2012
Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia,1915, immagini e testimonianze
Dal 24 aprile al 24 maggio 2012
fotografia
Location
PALAZZO ZENOBIO – COLLEGIO ARMENO
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Vernissage
24 Aprile 2012, ore 17.30
Curatore