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Artan Derraj – Lungomare est
Un’originale commistione di ricordi reali ed emotivi che, discostandosi dal genere del ritratto, animano una composizione dal sapore astratto, in cui forme e colori si sovrappongono e si alternano nella costruzione dell’immagine
Comunicato stampa
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“Lungomare Est” - Nota Critica
Di Chiara Serri
La pittura di Artan è semplicemente un intimo bisogno di trasportare sulla tela sensazioni personali, come in un diario privato che sveli, a poco a poco, il suo linguaggio intriso di un profondo senso esistenziale delle cose.
L’artista si concentra sull’uomo, ne percepisce l’ansia sofferta e l’angoscia, riponendo grande attenzione nella resa anatomica e volumetrica della figura, per conferire al corpo una profonda e non esasperata espressività.
Le figure che popolano le tele di Artan non sono ritratti, ma nascono dalla sovrapposizione tra ricordi reali ed emotivi, dove fotografie e ritagli di giornale si mescolano ai lineamenti ricorrenti delle persone care.
Ecco dunque che i corpi non prendono vita da un disegno preliminare, ma si compongono lentamente sulla tela in una composizione organica fatta di forme e colori che interagiscono nello spazio pittorico, stabilendo reciproci rapporti di attrazione e repulsione, affinità e contrasto.
La figura, in sentesi, cede il suo ruolo da protagonista all'inesauribile vivacità di un racconto astratto, narrato da una giostra di tinte sgargianti che incendiano sfondi dai toni indistinti, da membra intrecciate a formare inestricabili grovigli che sfidano la perspicacia ottica di chi guarda e da tagli arditi, campiti con colori smaltati, che hanno la stessa variabile geometria dei praticabili di scena nel teatro barocco.
Il pittore si addentra, quindi, in un ricco sistema compositivo, le cui forme sono influenzate dal lavoro del padre, che, con molta passione, imbalsamava uccelli rapaci. Se nelle ricerche precedenti l’artista indagava le posizioni innaturali dei volatili, ora la sua attenzione si è spostata verso la figura umana, nella cui fisicità, tuttavia, traspaiono ancora, in un folto intrico di forme semi-astratte, brevi accenni alle parti del corpo dell’animale, dominate da toni lividi, da consistenze molli e da tessuti organici, che si sovrappongono a ricreare i muscoli di un volto, le onde di una composta acconciatura o una abito degno della corte del Re Sole.
Le forme rituali di Artan, che svelano un senso enigmatico e nascosto delle cose, vivono di colori intensi, potenti, ma anche cupi e cerulei, che si sciolgono negli spessori sottili di un olio calibratissimo, che sonda tutte le possibilità espressive di un tono, in ponderati passaggi cromatici.
Le superfici più dense e lavorate, in cui si riconosce l’azione del pennello, si alternano a fondali uniformi, lisci e compatti trattati a smalto, che, con le loro nuance sgargianti, dal bluette al giallo limone, incorniciano la scena, per sostenere la figura.
La forma e il colore sono le vere arterie dell’arte di Artan Derraj che, con una malinconia priva di sentimentalismo e una potente visionarietà, indaga il mondo ineffabile e inquietante dell’inconscio.
Di Chiara Serri
La pittura di Artan è semplicemente un intimo bisogno di trasportare sulla tela sensazioni personali, come in un diario privato che sveli, a poco a poco, il suo linguaggio intriso di un profondo senso esistenziale delle cose.
L’artista si concentra sull’uomo, ne percepisce l’ansia sofferta e l’angoscia, riponendo grande attenzione nella resa anatomica e volumetrica della figura, per conferire al corpo una profonda e non esasperata espressività.
Le figure che popolano le tele di Artan non sono ritratti, ma nascono dalla sovrapposizione tra ricordi reali ed emotivi, dove fotografie e ritagli di giornale si mescolano ai lineamenti ricorrenti delle persone care.
Ecco dunque che i corpi non prendono vita da un disegno preliminare, ma si compongono lentamente sulla tela in una composizione organica fatta di forme e colori che interagiscono nello spazio pittorico, stabilendo reciproci rapporti di attrazione e repulsione, affinità e contrasto.
La figura, in sentesi, cede il suo ruolo da protagonista all'inesauribile vivacità di un racconto astratto, narrato da una giostra di tinte sgargianti che incendiano sfondi dai toni indistinti, da membra intrecciate a formare inestricabili grovigli che sfidano la perspicacia ottica di chi guarda e da tagli arditi, campiti con colori smaltati, che hanno la stessa variabile geometria dei praticabili di scena nel teatro barocco.
Il pittore si addentra, quindi, in un ricco sistema compositivo, le cui forme sono influenzate dal lavoro del padre, che, con molta passione, imbalsamava uccelli rapaci. Se nelle ricerche precedenti l’artista indagava le posizioni innaturali dei volatili, ora la sua attenzione si è spostata verso la figura umana, nella cui fisicità, tuttavia, traspaiono ancora, in un folto intrico di forme semi-astratte, brevi accenni alle parti del corpo dell’animale, dominate da toni lividi, da consistenze molli e da tessuti organici, che si sovrappongono a ricreare i muscoli di un volto, le onde di una composta acconciatura o una abito degno della corte del Re Sole.
Le forme rituali di Artan, che svelano un senso enigmatico e nascosto delle cose, vivono di colori intensi, potenti, ma anche cupi e cerulei, che si sciolgono negli spessori sottili di un olio calibratissimo, che sonda tutte le possibilità espressive di un tono, in ponderati passaggi cromatici.
Le superfici più dense e lavorate, in cui si riconosce l’azione del pennello, si alternano a fondali uniformi, lisci e compatti trattati a smalto, che, con le loro nuance sgargianti, dal bluette al giallo limone, incorniciano la scena, per sostenere la figura.
La forma e il colore sono le vere arterie dell’arte di Artan Derraj che, con una malinconia priva di sentimentalismo e una potente visionarietà, indaga il mondo ineffabile e inquietante dell’inconscio.
12
maggio 2007
Artan Derraj – Lungomare est
Dal 12 al 30 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30. Lunedì, giovedì e festivi su appuntamento
Vernissage
12 Maggio 2007, ore 17
Autore
Curatore