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Arte del XX secolo nelle collezioni delle Fondazioni bancarie di Venezia e Pistoia
Un secolo d’arte attraverso le collezioni delle Fondazioni bancarie di Venezia e Pistoia. Un’occasione unica per ammirare circa 200 opere tra dipinti, sculture, disegni e vetri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Completa l’esposizione un itinerario in città e provincia delle opere realizzate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in ambito pubblico, tra cui diciannove installazioni permanenti, site-specific, di artisti contemporanei di fama mondiale come Anselm Kiefer, Daniel Buren e Sol Lewitt.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e la Fondazione di Venezia con la collaborazione del Comune di Pistoia presentano nei prestigiosi spazi espositivi di Palazzo Fabroni a Pistoia, dal 23 maggio al 25 luglio 2010, due mostre che vanno sotto il titolo generale di Arte del XX secolo nelle Collezioni delle Fondazioni Bancarie di Venezia e Pistoia. Questa doppia mostra è l’occasione per confermare il ruolo fondamentale delle fondazioni bancarie nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico italiano.
1910-2010: UN SECOLO D'ARTE A PISTOIA. Opere dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, a cura di Lara-Vinca Masini, presenta una selezione di circa novanta opere della collezione della Fondazione, mai viste prima d’ora in pubblico, iniziata quando l’attività filantropica e creditizia facevano entrambe capo all’omonimo istituto bancario. Opere che coprono un arco di tempo che va dagli inizi del Novecento ai giorni nostri con le ultime generazioni. Artisti, molti dei quali entrati a far parte della storia dell’arte italiana del Novecento, tra cui Marino Marini, Andrea Lippi, Mario Nannini, Galileo Chini, Giovanni Michelucci, Giulio Innocenti, Pietro Bugiani Agenore Fabbri, Gualtieri Nativi, Mario Nigro,Sigfrido Bartolini, Fernando Melani, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Gianni Ruffi. Una mostra che è dunque l’occasione per riscoprire un periodo e una parte della cultura artistica del Novecento. Un affresco appassionante e avvincente con capolavori, per citarne alcuni, come i ritratti dei giovani Marino Marini (1926) e Dino Campana (1909?) di Giovanni Costetti: “Riuscito a fare di questo ‘povero disgraziato’ un eroe vagabondo e audace”, come scrive Lara-Vinca Masini, identificando in questa opera il grande poeta; la Scomposizione di figura (1916-17) cubofuturista di Mario Nannini; la Madonna col Manto rosso (1931) di Pietro Bugiani, sintesi della lezione di Giotto, Piero della Francesca, Matisse e dei Nabis; il commovente Nudo di fanciullo di Marino Marini.
Completa l’esposizione un itinerario in città e provincia con opere che la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha interamente finanziato o contribuito in maniera determinante a realizzare in ambito pubblico: Cavaliere, scultura in bronzo di Marino Marini per il Palazzo del Tau a Pistoia, le vetrate di Sigfrido Bartolini e Umberto Buscioni per le chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione a Pistoia, diciannove installazioni permanenti site-specific per spazi pubblici di artisti del calibro di Anselm Kiefer, Daniel Buren, Marco Bagnoli, Pol Bury, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Dani Karavan, Sol Lewitt, Robert Morris, Maurizio Nannucci, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani, Anne a Patric Poirier, Susuma Shingu e Gianni Ruffi.
VENEZIA E IL SECOLO DELLA BIENNALE. Dipinti, vetri e fotografie dalla Collezione della Fondazione di Venezia, a cura di Enzo Di Martino, che segue le mostre precedenti di Palermo, Verona e Roma, rappresenta un’occasione unica per ammirare un’importante collezione, quella della Fondazione di Venezia, raramente accessibile al pubblico ed approfondire le vicende artistiche legate alla Biennale di Venezia che hanno segnato il secolo scorso. Una storia ricca di avvenimenti artistici, polemiche culturali, mutamenti politici e perfino scandali clamorosi. A partire dalla fondazione, avvenuta nel 1895, la grande istituzione veneziana fu in grado di coinvolgere ad ogni edizione oltre 70 Paesi stranieri, passando per il “rumoroso” arrivo nel 1910 dei Futuristi a Venezia, l’opaco periodo tra le due guerre, la clamorosa riapertura nel 1948, l’esplosione della Pop Art americana nel 1964, la contestazione del 1968, il rinnovo statutario del 1973, fino agli eventi dei giorni nostri. Una storia documentata da quaranta dipinti, selezionati da un corpus di circa 300 opere, tra i quali spiccano opere di Boccioni e i Ciardi, De Pisis e Carena, Casorati e Depero, Cagnaccio di San Pietro e Marussig, Vedova e Santomaso, Pizzinato, Tancredi, Plessi, Virgilio Guidi e Gino Rossi. Il percorso espositivo comprende anche trentasei vetri di Murano, parte di una collezione di 127, acquisiti nello storico padiglione Venezia, tra i quali troviamo, oltre quelli di maestri vetrai leggendari, i nomi di prestigiosi artisti e designers quali Tapio Wirkkala, Carlo Scarpa e Paolo Venini. Ad aprire la mostra una selezione di fotografie dei maggiori protagonisti dell’arte del XX secolo, spesso ritratti al lavoro durante l’allestimento del loro spazio alla Biennale, che provengono dall’archivio del fotografo Graziano Arici e dall’archivio De Maria della Fondazione di Venezia.
In ogni edizione della Biennale sono stati presenti numerosi artisti veneziani e veneti, che hanno partecipato con opere assolutamente puntuali e rispondenti allo spirito del proprio tempo. In tal senso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio patrimonio storico-artistico, che vuole celebrare nello stesso tempo il valore culturale degli artisti e la cornice entro cui essi furono presentati. È importante notare le diverse ricerche linguistiche, l’evoluzione sperimentale di forme che si adeguano allo stile della loro epoca. Se la Biennale di Venezia ha infatti presentato nel corso della propria storia la ricerca in atto a livello internazionale, ecco ben documentato come la presenza degli artisti veneziani sia assolutamente pertinente e capace di sostenere un dialogo con artisti di paesi diversi.
La Fondazione di Venezia raccoglie l’eredità collezionistica della Cassa di Risparmio di Venezia che a cavallo tra Ottocento e Novecento fu uno dei soggetti promotori della manifestazione veneziana, rivelando spirito di rinnovamento e riuscendo a tessere contatti con gli artisti più significativi nell'ambiente italiano.
La mostra 1910-2010: UN SECOLO D'ARTE A PISTOIA prende le mosse dalle PRIME AVANGUARDIE a Pistoia con Andrea Lippi e Mario Nannini le cui opere rappresentano un’uscita dalle regole di un mondo, che pur essendo al corrente di quanto avveniva in Italia e all’estero, resta legato alla natura e alla figurazione colta. Se Lippi esporrà, prima di morire giovanissimo, alle Biennali di Venezia del 1912 e del 1914, Nannini si misurerà con le avanguardie e con l’esperienza futurista e in pochi anni raggiungerà una tale maturità da trovare confronti solo con i modelli nazionali di Balla e Boccioni e un certo cubofuturismo internazionale. Anche a Pistoia, come a Firenze, sono gli anni delle riviste che contribuiscono a creare un’animata vita culturale, avvicinando alla città personaggi decisivi nel creare un’unione tra gli artisti in nome di programmi e ideologie, come Giovanni Costetti, Galileo Chini e Giovanni Michelucci che avrà un ruolo fondamentale per i giovani artisti suoi contemporanei. IL PRIMO NOVECENTO NELL’ARTE A PISTOIA è rappresentato da artisti come Francesco Chiappelli, dal cui lavoro si rafforza in Toscana il grande interesse per la grafica, Renzo Agostini con i suoi lavori di un “primitivismo quasi infantile, ma di una straordinaria freschezza”, Pietro Bugiani, che più incarna il carattere della pittura a Pistoia tra la metà degli anni Venti e Quaranta, portandola ai massimi livelli. Infine Marino Marini, Agenore Fabbri, Mario Nigro e Gualtiero Nativi che pur essendo nati a Pistoia e rimanendovi fortemente legati, svolsero la maggior parte della loro vita artistica fuori dalla città. Seguono le opere di quella che è stata definita “la generazione di mezzo”, dove i contrasti si fanno evidenti tra chi rimane fedele al figurativo e chi si apre verso le nuove avanguardie. Da un lato dunque personalità come Sigfrido Bartolini, colto e agguerrito critico oltre che pittore e incisore, che non indugia su nessun senso di nostalgia ma punta su una visione chiara e intensa del reale, dall’altra parte artisti come Fernando Melani - un “unicum” straordinario nel panorama artistico contemporaneo - che anticipa nel suo continuo riferimento alla forza e all’energia insita nella materia, uno dei più forti contenuti dall’Arte povera e per certi aspetti il “progetto” di Beuys e del concettualismo. A metà degli anni Sessanta, Remo Gordigiani, costretto ad abbandonare la pittura a causa di una grave malattia, si inventa un nuovo modo di “fare pittura”, con uno straordinario e personale uso del collage. Col gruppo Barni, Buscioni e Ruffi, inizialmente comprendente anche Natalini, la cosiddetta “Scuola di Pistoia”, siamo in pieno rapporto con la cultura internazionale contemporanea, dalla metà degli anni Cinquanta incentrata sulla Pop Art americana, seguono Massimo Biagi ed Andrea Dami. Infine due giovani artisti, Federico Gori e Zoè Gruni, esempi del “fare arte” contemporaneo, in linea con le manifestazioni artistiche internazionali ma con un proprio e profondo linguaggio personale.
UN ITINERARIO
Pistoia, Palazzo Fabroni, 23 maggio – 25 luglio 2010
Nell’ambito di ARTE DEL XX SECOLO NELLE COLLEZIONI DELLE FONDAZIONI BANCARIE DI VENEZIA E PISTOIA a Palazzo Fabroni a Pistoia, dal 23 maggio al 25 luglio 2010, un itinerario in città e provincia completa l’esposizione e accompagna i visitatori alla scoperta di importanti opere di artisti contemporanei, donate o realizzate grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Negli ultimi dieci anni la Fondazione, oltre ad acquisire opere per la sua collezione, si è distinta nel realizzare installazioni permanenti site-specific in ambito pubblico.
L’itinerario comprende una scultura in bronzo di Marino Marini per il Palazzo del Tau a Pistoia; le vetrate di Sigfrido Bartolini e Umberto Buscioni per le chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione e diciannove installazioni permanenti site-specific di artisti contemporanei, tra cui molti di fama mondiale: Anselm Kiefer, Daniel Buren, Marco Bagnoli, Pol Bury, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Dani Karavan, Sol Lewitt, Robert Morris, Maurizio Nannucci, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani, Anne a Patric Poirier, Susuma Shingu e Gianni Ruffi.
Per la nuova e bellissima Biblioteca San Giorgio di Pistoia, Anselm Kiefer ha realizzato Die Grosse Fracht (Il Grande Carico), un’opera monumentale, poetica ed evocativa, che presenta elementi materici e formali tipici della produzione dell’artista. Il titolo è tratto da una poesia di Ingeborg Bachmann, dove si parla di una nave pronta a partire con un grosso carico. Il Grande Carico (cm 460 x 690) prende corpo sotto forma di libri che stabiliscono un legame con il luogo, ma oltrepassa idealmente la parete della sala di lettura della Biblioteca, dove è collocato, per creare una profondità prospettica e un’apertura vertiginosa su un paesaggio dove i confini tra mare, terra e cielo sono annullati.
Per il Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia, interamente finanziato dalla Fondazione, sono state progettate e realizzate nel 2005 le opere di Daniel Buren, Dani Karavan, Sol LeWitt, Robert Morris, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani e Gianni Ruffi. L’obiettivo era di realizzare una struttura sanitaria a misura del malato, visto nella sua totalità fisica e psicologica, dove l’arte è parte fondante del progetto e non mero abbellimento dello spazio. I tre Giardini di Hidetoshi Nagasawa, all’interno della struttura ospedaliera, sono spazi di contemplazione e di sottile carattere spirituale. Paesaggi simbolici che evocano sentimenti profondi verso la natura e la vita. La grande pittura murale di Sol Lewitt ricopre integralmente la parete d’ingresso ed è visibile anche dall’esterno, creando così una continuità tra fuori e dentro. Il bellissimo pavimento del corridoio centrale, in mosaico bianco e nero, disegnato da Carlo Parmiggiani, riproduce tredici tavole di un antico atlante tedesco. Il cielo notturno con le sue costellazioni, i suoi segni zodiacali, i suoi misteri, è posto per una volta sotto i nostri piedi e possiamo così ammirarne la complessità e l’ineffabilità. Daniel Buren è intervenuto sulle porte della sala dialisi e su cinque divisori dei letti, trasformandoli in cassoni luminosi e colorati. Gianni Ruffi con Dani Karavan e Robert Morris sono i tre artisti che hanno scelto di lavorare all’esterno. Lunatica di Ruffi è una gigantesca panchina, costituita dalla sovrapposizione di due spicchi di luna sfalsati, che suggerisce la dimensione del gioco, mentre Dani Karavan ha creato una struttura a forma di gazebo, contenente un “luogo della memoria”, dove la natura, rappresentata da un albero, occupa un centro di riflessione. Infine Robert Morris con Gate, un grande arco in acciaio cor-ten e glicine.
A Quarrata, la Fondazione ha sostenuto la realizzazione di una serie di mostre nello splendido parco di Villa La Magia, oggi proprietà del Comune, curate da Katalin Mollok Burmeister, di cui facevano parte delle installazioni site-specific divenute permanenti. Di Fabrizio Corneli è visibile Micat in vertice (2006), un’opera che evidenzia a mezzo di luce e ombra un processo di anamorfosi; di Anne e Patric Poirier La fabbrica della memoria (2006), una sorta di capanna in pietra serena che mostra, attraverso un’apertura, un tavolo, il cui piano reca incisa, in colori diversi, una mappa che “stilizza la forma del cervello” e due grandi Bruciaprofumi (1998) in cotto, a istituire un rapporto con la natura esaltandone i profumi; di Marco Bagnoli Ascolta il flauto di canne (2006), una canna-ontana rossa, sonorizzata da un gracidio di rane, collocata nel “giardino romantico” del parco; di Hidetoshi Nagasawa il Giardino rovesciato (2008), un’opera in alberese, cotto e pigmento, formata da due parti uguali e rovesciate che s’intersecano. In una di esse un piccolo albero di melograno. Di Maurizio Nannucci Antology two (2009), una scritta in neon blu posizionata nel Cortile di Villa La Màgia.
Sempre a Quarrata, nella piazza Agenore Fabbri, un’opera di Vittorio Corsini, Le parole scaldano (1999-2004), una casetta fontana in cristallo, un lavoro raffinato, che intende aprirsi al dialogo.
A Montecatini la Fondazione ha avviato un progetto che vede la realizzazione di sette sculture-fontana. Ad oggi ne sono state realizzate due, una di Pol Bury, Duetto d’acqua (2004) e l’altra di Susuma Shingu, Duo acquatico (1998). Nel Palazzo del Tau, al Museo Marino Marini a Pistoia, è possibile ammirare la scultura di Marino Marini, Cavallo e Cavaliere, (1956-1957) un bronzo di cm 246 x 170,6 x 127. In questa opera ritorna uno dei temi di Marino Marini, ma qui il cavallo sembra aver vinto il cavaliere, ridotto ad una sorta di tronco senza forma, riverso sul dorso scheletrito dell’animale, come in una reciproca, inesorabile congiunzione.
INFO
Palazzo del Tau, Fondazione e Museo Marino Marini, Pistoia
Visitabile dal lunedì al sabato ore 10.00-18.00
Domenica chiuso
Chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione a Pistoia
Visitabili tutti i giorni
Biblioteca San Giorgio, Pistoia
Visitabile tutti i giorni secondo gli orari della biblioteca
Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia
Visitabile: all’esterno, tutti i giorni
all’interno la domenica solo su appuntamento,
telefonando al numero 0573- 352040
Villa Medicea La Magia Arte Contemporanea
Per info e prenotazioni Assessorato alla Cultura del Comune di Quarrata
Tel. 0573- 774500- 771213-771220
Quarrata
Opera di Vittorio Corsini, Le parole scaldano
Piazza Agenore Fabbri, sempre visibile
Montecatini
Opere di Pol Bury Duetto d’acqua e Susuma Shingu Duo acquatico
Parco delle Terme di Montecatini – Viale Verdi, sempre visibili
La Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e la Fondazione di Venezia con la collaborazione del Comune di Pistoia presentano nei prestigiosi spazi espositivi di Palazzo Fabroni a Pistoia, dal 23 maggio al 25 luglio 2010, due mostre che vanno sotto il titolo generale di Arte del XX secolo nelle Collezioni delle Fondazioni Bancarie di Venezia e Pistoia. Questa doppia mostra è l’occasione per confermare il ruolo fondamentale delle fondazioni bancarie nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico italiano.
1910-2010: UN SECOLO D'ARTE A PISTOIA. Opere dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, a cura di Lara-Vinca Masini, presenta una selezione di circa novanta opere della collezione della Fondazione, mai viste prima d’ora in pubblico, iniziata quando l’attività filantropica e creditizia facevano entrambe capo all’omonimo istituto bancario. Opere che coprono un arco di tempo che va dagli inizi del Novecento ai giorni nostri con le ultime generazioni. Artisti, molti dei quali entrati a far parte della storia dell’arte italiana del Novecento, tra cui Marino Marini, Andrea Lippi, Mario Nannini, Galileo Chini, Giovanni Michelucci, Giulio Innocenti, Pietro Bugiani Agenore Fabbri, Gualtieri Nativi, Mario Nigro,Sigfrido Bartolini, Fernando Melani, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Gianni Ruffi. Una mostra che è dunque l’occasione per riscoprire un periodo e una parte della cultura artistica del Novecento. Un affresco appassionante e avvincente con capolavori, per citarne alcuni, come i ritratti dei giovani Marino Marini (1926) e Dino Campana (1909?) di Giovanni Costetti: “Riuscito a fare di questo ‘povero disgraziato’ un eroe vagabondo e audace”, come scrive Lara-Vinca Masini, identificando in questa opera il grande poeta; la Scomposizione di figura (1916-17) cubofuturista di Mario Nannini; la Madonna col Manto rosso (1931) di Pietro Bugiani, sintesi della lezione di Giotto, Piero della Francesca, Matisse e dei Nabis; il commovente Nudo di fanciullo di Marino Marini.
Completa l’esposizione un itinerario in città e provincia con opere che la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha interamente finanziato o contribuito in maniera determinante a realizzare in ambito pubblico: Cavaliere, scultura in bronzo di Marino Marini per il Palazzo del Tau a Pistoia, le vetrate di Sigfrido Bartolini e Umberto Buscioni per le chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione a Pistoia, diciannove installazioni permanenti site-specific per spazi pubblici di artisti del calibro di Anselm Kiefer, Daniel Buren, Marco Bagnoli, Pol Bury, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Dani Karavan, Sol Lewitt, Robert Morris, Maurizio Nannucci, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani, Anne a Patric Poirier, Susuma Shingu e Gianni Ruffi.
VENEZIA E IL SECOLO DELLA BIENNALE. Dipinti, vetri e fotografie dalla Collezione della Fondazione di Venezia, a cura di Enzo Di Martino, che segue le mostre precedenti di Palermo, Verona e Roma, rappresenta un’occasione unica per ammirare un’importante collezione, quella della Fondazione di Venezia, raramente accessibile al pubblico ed approfondire le vicende artistiche legate alla Biennale di Venezia che hanno segnato il secolo scorso. Una storia ricca di avvenimenti artistici, polemiche culturali, mutamenti politici e perfino scandali clamorosi. A partire dalla fondazione, avvenuta nel 1895, la grande istituzione veneziana fu in grado di coinvolgere ad ogni edizione oltre 70 Paesi stranieri, passando per il “rumoroso” arrivo nel 1910 dei Futuristi a Venezia, l’opaco periodo tra le due guerre, la clamorosa riapertura nel 1948, l’esplosione della Pop Art americana nel 1964, la contestazione del 1968, il rinnovo statutario del 1973, fino agli eventi dei giorni nostri. Una storia documentata da quaranta dipinti, selezionati da un corpus di circa 300 opere, tra i quali spiccano opere di Boccioni e i Ciardi, De Pisis e Carena, Casorati e Depero, Cagnaccio di San Pietro e Marussig, Vedova e Santomaso, Pizzinato, Tancredi, Plessi, Virgilio Guidi e Gino Rossi. Il percorso espositivo comprende anche trentasei vetri di Murano, parte di una collezione di 127, acquisiti nello storico padiglione Venezia, tra i quali troviamo, oltre quelli di maestri vetrai leggendari, i nomi di prestigiosi artisti e designers quali Tapio Wirkkala, Carlo Scarpa e Paolo Venini. Ad aprire la mostra una selezione di fotografie dei maggiori protagonisti dell’arte del XX secolo, spesso ritratti al lavoro durante l’allestimento del loro spazio alla Biennale, che provengono dall’archivio del fotografo Graziano Arici e dall’archivio De Maria della Fondazione di Venezia.
In ogni edizione della Biennale sono stati presenti numerosi artisti veneziani e veneti, che hanno partecipato con opere assolutamente puntuali e rispondenti allo spirito del proprio tempo. In tal senso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio patrimonio storico-artistico, che vuole celebrare nello stesso tempo il valore culturale degli artisti e la cornice entro cui essi furono presentati. È importante notare le diverse ricerche linguistiche, l’evoluzione sperimentale di forme che si adeguano allo stile della loro epoca. Se la Biennale di Venezia ha infatti presentato nel corso della propria storia la ricerca in atto a livello internazionale, ecco ben documentato come la presenza degli artisti veneziani sia assolutamente pertinente e capace di sostenere un dialogo con artisti di paesi diversi.
La Fondazione di Venezia raccoglie l’eredità collezionistica della Cassa di Risparmio di Venezia che a cavallo tra Ottocento e Novecento fu uno dei soggetti promotori della manifestazione veneziana, rivelando spirito di rinnovamento e riuscendo a tessere contatti con gli artisti più significativi nell'ambiente italiano.
La mostra 1910-2010: UN SECOLO D'ARTE A PISTOIA prende le mosse dalle PRIME AVANGUARDIE a Pistoia con Andrea Lippi e Mario Nannini le cui opere rappresentano un’uscita dalle regole di un mondo, che pur essendo al corrente di quanto avveniva in Italia e all’estero, resta legato alla natura e alla figurazione colta. Se Lippi esporrà, prima di morire giovanissimo, alle Biennali di Venezia del 1912 e del 1914, Nannini si misurerà con le avanguardie e con l’esperienza futurista e in pochi anni raggiungerà una tale maturità da trovare confronti solo con i modelli nazionali di Balla e Boccioni e un certo cubofuturismo internazionale. Anche a Pistoia, come a Firenze, sono gli anni delle riviste che contribuiscono a creare un’animata vita culturale, avvicinando alla città personaggi decisivi nel creare un’unione tra gli artisti in nome di programmi e ideologie, come Giovanni Costetti, Galileo Chini e Giovanni Michelucci che avrà un ruolo fondamentale per i giovani artisti suoi contemporanei. IL PRIMO NOVECENTO NELL’ARTE A PISTOIA è rappresentato da artisti come Francesco Chiappelli, dal cui lavoro si rafforza in Toscana il grande interesse per la grafica, Renzo Agostini con i suoi lavori di un “primitivismo quasi infantile, ma di una straordinaria freschezza”, Pietro Bugiani, che più incarna il carattere della pittura a Pistoia tra la metà degli anni Venti e Quaranta, portandola ai massimi livelli. Infine Marino Marini, Agenore Fabbri, Mario Nigro e Gualtiero Nativi che pur essendo nati a Pistoia e rimanendovi fortemente legati, svolsero la maggior parte della loro vita artistica fuori dalla città. Seguono le opere di quella che è stata definita “la generazione di mezzo”, dove i contrasti si fanno evidenti tra chi rimane fedele al figurativo e chi si apre verso le nuove avanguardie. Da un lato dunque personalità come Sigfrido Bartolini, colto e agguerrito critico oltre che pittore e incisore, che non indugia su nessun senso di nostalgia ma punta su una visione chiara e intensa del reale, dall’altra parte artisti come Fernando Melani - un “unicum” straordinario nel panorama artistico contemporaneo - che anticipa nel suo continuo riferimento alla forza e all’energia insita nella materia, uno dei più forti contenuti dall’Arte povera e per certi aspetti il “progetto” di Beuys e del concettualismo. A metà degli anni Sessanta, Remo Gordigiani, costretto ad abbandonare la pittura a causa di una grave malattia, si inventa un nuovo modo di “fare pittura”, con uno straordinario e personale uso del collage. Col gruppo Barni, Buscioni e Ruffi, inizialmente comprendente anche Natalini, la cosiddetta “Scuola di Pistoia”, siamo in pieno rapporto con la cultura internazionale contemporanea, dalla metà degli anni Cinquanta incentrata sulla Pop Art americana, seguono Massimo Biagi ed Andrea Dami. Infine due giovani artisti, Federico Gori e Zoè Gruni, esempi del “fare arte” contemporaneo, in linea con le manifestazioni artistiche internazionali ma con un proprio e profondo linguaggio personale.
UN ITINERARIO
Pistoia, Palazzo Fabroni, 23 maggio – 25 luglio 2010
Nell’ambito di ARTE DEL XX SECOLO NELLE COLLEZIONI DELLE FONDAZIONI BANCARIE DI VENEZIA E PISTOIA a Palazzo Fabroni a Pistoia, dal 23 maggio al 25 luglio 2010, un itinerario in città e provincia completa l’esposizione e accompagna i visitatori alla scoperta di importanti opere di artisti contemporanei, donate o realizzate grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Negli ultimi dieci anni la Fondazione, oltre ad acquisire opere per la sua collezione, si è distinta nel realizzare installazioni permanenti site-specific in ambito pubblico.
L’itinerario comprende una scultura in bronzo di Marino Marini per il Palazzo del Tau a Pistoia; le vetrate di Sigfrido Bartolini e Umberto Buscioni per le chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione e diciannove installazioni permanenti site-specific di artisti contemporanei, tra cui molti di fama mondiale: Anselm Kiefer, Daniel Buren, Marco Bagnoli, Pol Bury, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Dani Karavan, Sol Lewitt, Robert Morris, Maurizio Nannucci, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani, Anne a Patric Poirier, Susuma Shingu e Gianni Ruffi.
Per la nuova e bellissima Biblioteca San Giorgio di Pistoia, Anselm Kiefer ha realizzato Die Grosse Fracht (Il Grande Carico), un’opera monumentale, poetica ed evocativa, che presenta elementi materici e formali tipici della produzione dell’artista. Il titolo è tratto da una poesia di Ingeborg Bachmann, dove si parla di una nave pronta a partire con un grosso carico. Il Grande Carico (cm 460 x 690) prende corpo sotto forma di libri che stabiliscono un legame con il luogo, ma oltrepassa idealmente la parete della sala di lettura della Biblioteca, dove è collocato, per creare una profondità prospettica e un’apertura vertiginosa su un paesaggio dove i confini tra mare, terra e cielo sono annullati.
Per il Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia, interamente finanziato dalla Fondazione, sono state progettate e realizzate nel 2005 le opere di Daniel Buren, Dani Karavan, Sol LeWitt, Robert Morris, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Parmiggiani e Gianni Ruffi. L’obiettivo era di realizzare una struttura sanitaria a misura del malato, visto nella sua totalità fisica e psicologica, dove l’arte è parte fondante del progetto e non mero abbellimento dello spazio. I tre Giardini di Hidetoshi Nagasawa, all’interno della struttura ospedaliera, sono spazi di contemplazione e di sottile carattere spirituale. Paesaggi simbolici che evocano sentimenti profondi verso la natura e la vita. La grande pittura murale di Sol Lewitt ricopre integralmente la parete d’ingresso ed è visibile anche dall’esterno, creando così una continuità tra fuori e dentro. Il bellissimo pavimento del corridoio centrale, in mosaico bianco e nero, disegnato da Carlo Parmiggiani, riproduce tredici tavole di un antico atlante tedesco. Il cielo notturno con le sue costellazioni, i suoi segni zodiacali, i suoi misteri, è posto per una volta sotto i nostri piedi e possiamo così ammirarne la complessità e l’ineffabilità. Daniel Buren è intervenuto sulle porte della sala dialisi e su cinque divisori dei letti, trasformandoli in cassoni luminosi e colorati. Gianni Ruffi con Dani Karavan e Robert Morris sono i tre artisti che hanno scelto di lavorare all’esterno. Lunatica di Ruffi è una gigantesca panchina, costituita dalla sovrapposizione di due spicchi di luna sfalsati, che suggerisce la dimensione del gioco, mentre Dani Karavan ha creato una struttura a forma di gazebo, contenente un “luogo della memoria”, dove la natura, rappresentata da un albero, occupa un centro di riflessione. Infine Robert Morris con Gate, un grande arco in acciaio cor-ten e glicine.
A Quarrata, la Fondazione ha sostenuto la realizzazione di una serie di mostre nello splendido parco di Villa La Magia, oggi proprietà del Comune, curate da Katalin Mollok Burmeister, di cui facevano parte delle installazioni site-specific divenute permanenti. Di Fabrizio Corneli è visibile Micat in vertice (2006), un’opera che evidenzia a mezzo di luce e ombra un processo di anamorfosi; di Anne e Patric Poirier La fabbrica della memoria (2006), una sorta di capanna in pietra serena che mostra, attraverso un’apertura, un tavolo, il cui piano reca incisa, in colori diversi, una mappa che “stilizza la forma del cervello” e due grandi Bruciaprofumi (1998) in cotto, a istituire un rapporto con la natura esaltandone i profumi; di Marco Bagnoli Ascolta il flauto di canne (2006), una canna-ontana rossa, sonorizzata da un gracidio di rane, collocata nel “giardino romantico” del parco; di Hidetoshi Nagasawa il Giardino rovesciato (2008), un’opera in alberese, cotto e pigmento, formata da due parti uguali e rovesciate che s’intersecano. In una di esse un piccolo albero di melograno. Di Maurizio Nannucci Antology two (2009), una scritta in neon blu posizionata nel Cortile di Villa La Màgia.
Sempre a Quarrata, nella piazza Agenore Fabbri, un’opera di Vittorio Corsini, Le parole scaldano (1999-2004), una casetta fontana in cristallo, un lavoro raffinato, che intende aprirsi al dialogo.
A Montecatini la Fondazione ha avviato un progetto che vede la realizzazione di sette sculture-fontana. Ad oggi ne sono state realizzate due, una di Pol Bury, Duetto d’acqua (2004) e l’altra di Susuma Shingu, Duo acquatico (1998). Nel Palazzo del Tau, al Museo Marino Marini a Pistoia, è possibile ammirare la scultura di Marino Marini, Cavallo e Cavaliere, (1956-1957) un bronzo di cm 246 x 170,6 x 127. In questa opera ritorna uno dei temi di Marino Marini, ma qui il cavallo sembra aver vinto il cavaliere, ridotto ad una sorta di tronco senza forma, riverso sul dorso scheletrito dell’animale, come in una reciproca, inesorabile congiunzione.
INFO
Palazzo del Tau, Fondazione e Museo Marino Marini, Pistoia
Visitabile dal lunedì al sabato ore 10.00-18.00
Domenica chiuso
Chiese di San Paolo e dell’Immacolata Concezione a Pistoia
Visitabili tutti i giorni
Biblioteca San Giorgio, Pistoia
Visitabile tutti i giorni secondo gli orari della biblioteca
Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia
Visitabile: all’esterno, tutti i giorni
all’interno la domenica solo su appuntamento,
telefonando al numero 0573- 352040
Villa Medicea La Magia Arte Contemporanea
Per info e prenotazioni Assessorato alla Cultura del Comune di Quarrata
Tel. 0573- 774500- 771213-771220
Quarrata
Opera di Vittorio Corsini, Le parole scaldano
Piazza Agenore Fabbri, sempre visibile
Montecatini
Opere di Pol Bury Duetto d’acqua e Susuma Shingu Duo acquatico
Parco delle Terme di Montecatini – Viale Verdi, sempre visibili
22
maggio 2010
Arte del XX secolo nelle collezioni delle Fondazioni bancarie di Venezia e Pistoia
Dal 22 maggio al 25 luglio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
PALAZZO FABRONI ARTI VISIVE CONTEMPORANEE
Pistoia, Via Sant'andrea, 18, (Pistoia)
Pistoia, Via Sant'andrea, 18, (Pistoia)
Biglietti
intero 5 euro, ridotto 3 euro possibilità biglietto cumulativo con i musei del sistema museale pistoiese
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-18 (chiuso il lunedì)
Vernissage
22 Maggio 2010, ore 18.30 e ore 21.00 presentazione del video “Immagini, Movimento, Suono, Parole: Arte nel territorio”
Editore
GLI ORI
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore
Curatore