tto di trovare dei compagni di strada che non offrissero uno specchio, ma il

gusto e la gioia della diversità che discendono, appunto, dal sentimento. Diversità

che, paradossalmente, diventa incontro e necessità di riconoscimento, sguardi che i

incrociano e che si posano su una realtà ambigua e sfuggente animati dall'identico

pulsare del sentimento. Sentimento, sia ben chiaro, che diventa nelle loro opere

forza espressiva e rigore formale e che, come ha argomentato con pregnanza

Alberto Severi, non va inteso come esperienza compiuta, ma come esperienza colta

nel momento stesso del suo farsi, capace poi di essere restituita alla fruizione

collettiva in modo autonomo dall'autobiografia e dal tempo in cui ha avuto luogo...

Sergio Garbato