L’occasione della rivisitazione dell’artista modenese Niccolò Dell’Abate ci induce a riflettere sulla possibilità della persistenza di caratteri ispirati ai luoghi della sua frequentazione: Scandiano e l’Appennino Reggiano-Modenese in genere.
La mostra attraverso opere di artisti attivi tra Modena e Reggio Emilia intende verificare l’esistenza di un possibile filo di continuità tra le due stagioni: maniera cinquecentesca e contemporaneità.
Tre artisti per tre generazioni:

Giancarlo Guidotti fissa l’attenzione sull’orizzonte della pittura, sulla scena spalancata dal quadro, in un rapporto dialettico tra tecniche antiche e moderne;

Stefano Grasselli sviluppa la dimensione fantastica e visionaria del linguaggio pittorico in una chiave estremamente tersa, esente da contaminazioni;

per Pietro Iori l’esperienza di Niccolò Dell’Abate è il pretesto per riflettere su una maniera tutta contemporanea fatta di scarti linguistici e di accostamenti tecnici e materici molto stridenti.