L'incontro organizzato dalla cattedra di Storia dell’Arte (prof. Aldo Iori) e la cattedra di Teoria e Metodo dei Mass Media (Prof. Moreno Barboni) in collaborazione con CARTOOMBRIA X MOSTRA INTERNAZIONALE DELLE NUOVE IMMAGINI ANIMATE è inserito all'interno di una serie di appuntamenti previsti dalla programmazione del Collegio dei Docenti per l’A.A. 2004/2005 di cui è stata organizzata il 19 novembre 2004, in occasione della Settimana Nazionale delle Arti indetta dal MIUR, dalle cinque Accademie di Belle Arti storiche e pubbliche pareggiate o legalmente riconosciute di Bergamo, Genova, Perugia, Ravenna e Verona la mostra 3x5x5 Storia e Futuro dell’Arte; nel corso del 2005 saranno organizzati come ogni anno altri incontri, mostre e a febbraio un convegno sul rapporto tra arte e salute.

Stefano Marotta, nato nel 1971 a La Chaux de Fonds (CH), e Roberto Russo, nato nel 1969 a Udine, dove entrambi lavorano e vivono compongono un duo artistico che indaga e verifica le possibilità espressive e visive offerte dai nuovi media in ciò che definiscono il digital stylilife contemporaneo, ovvero la progressiva digitalizzazione della nostra vita quotidiana. Facendosi araldi di una sorta di neoumanesimo digitale, intendono cancellare la frattura ideologica ancora esistente tra il sapere tecnologico e quello umanistico e attuare una nuova e indispensabile ricomposizione culturale.
Con un incontro pubblico all’accademia di belle arti di Perugia presentano il loro percorso comune: AVATAR PROJECT, iniziato a Udine nel 2000 e sviluppatosi anche con partecipazioni importanti soprattutto negli ambiti dell’arte contemporanea, via via con stampe a plotter, filmati Flash e animazioni digitali, installazioni interattive a muro. La loro riflessione artistica sul linguaggio espressivo contemporaneo non comprende dunque solo implicazioni estetiche ma anche sociologiche e filosofiche.

Marotta & Russo: “Abbiamo scelto di impiegare le tecnologie digitali perché le abbiamo ritenute stimolanti rispetto ad almeno due piani di interesse. Quello tecnico per il ventaglio di sperimentazioni che il suo costante sviluppo offre. E quello dei contenuti, delle prospettive concettuali e delle implicazioni umanistiche del processo tecnologico…”
“Ci sforziamo di evidenziare uno scarto, un nuovo punto di vista in grado di eliminare una frattura percepita (ma che è solo ideologica e non reale) fra il sapere tecnologico e quello umanistico. Le tecnologie legate all’ipermedialità, per le diverse competenze e psicologie che richiedono nel loro impiego professionale, ma anche nel quotidiano di ciascuno, spingono a ritornare a vedere come unitari questi due macro-ambiti…” www. avatarproject.it