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Baba Anand – Indochine
Baba Anand, uno dei massimi esponenti della “new wave” indiana, presenta per la prima volta in Italia “Indochine”: un percorso fatto di bambole e di divinità indiane tipiche della cultura popolare del suo Paese, esaltando fino al paradosso il gusto del kitch.
L’artista sarà presente all’evento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Continuando il percorso attraverso l’arte contemporanea indiana, z2o Galleria ha il piacere di presentare per la prima volta in Italia “Indochine”, il lavoro di uno dei massimi esponenti della “new wave” indiana: Baba Anand (Srinagar, Kashmir 1961).
Baba Anand è internazionalmente famoso per le sue rielaborazioni dei poster dei film bollywoodiani degli anni ’50-’70: collage nei quali le star del cinema indiano vengono adornate come divinità, assumendo – attraverso l’uso di vari materiali come paiette, fiori finti, bindi, stoffe, lustrini - una tridimensionalità che li rende vivi, palpitanti.
Traendo linfa vitale dalla cultura popolare del suo Paese, Baba - definito anche l’erede indiano della Pop art - esalta fino al paradosso il gusto del kitch, prendendo gli stereotipi della cultura indiana e facendoli assurgere ad opera d’arte, con ironia e divertimento.
Un artista coerente, che – come sostiene Jérom Neutres – “ha fatto proprio l’adagio: fai della tua vita un’opera d’arte, mettendone in scena tutti gli istanti”, tanto da affermare che: “la mia ultima opera sarà la mia cremazione”.
Il nuovo lavoro che Baba presenta a Roma per la prima volta fuori dai confini indiani, in collaborazione con la Matthieu Foss Gallery di Bombay, introduce molte novità nel percorso dell’artista.
In “Indochine” per la prima volta Anand usa la fotografia come mezzo espressivo e per la prima volta si occupa di tutte le componenti del suo lavoro: dalla fotografia, appunto, al coloratissimo passepartout, fino alla cornice che ha un ruolo rilevante nell’insieme dell’opera. Altra novità è che ai suoi soggetti preferiti - le star di Bollywood e le divinità dell’olimpo induista - affianca per la prima volta banalissime bambole, di quelle che si trovano in tutti i più comuni mercati indiani, ancora imballate nel loro involucro di plastica. E ancora, per la prima volta, Baba valica i confini della sua India e guarda alla Cina: le bambole e le divinità oggetto di questo lavoro, infatti, sono “made in China” e molti dei materiali usati per comporre le opere, come le paiette con cui sono realizzati i passepartout e le cornici dorate, vengono dal quel paese.
Bambole e soprattutto divinità indiane che vengono prodotte in Cina: uno dei tanti paradossi del mondo globalizzato. Alla globalizzazione, quindi, fa riferimento tutto il lavoro che richiama le polemiche sulla qualità dei prodotti esportati dalla Cina, spesso accusati di non rispettare – come nel caso dei giocattoli, appunto – gli standard di sicurezza. Tutto ciò rende “Indochine” un lavoro particolarmente attuale, che palesa la sensibilità di Anand per i problemi legati alla globalizzazione e l’esigenza di diffondere la consapevolezza di certe contraddizioni attraverso la sua opera artistica: una componente frequente nell’arte contemporanea indiana, anche quando si presenta apparentemente gioiosa, colorate, “facile”.
Proprio per coinvolgere in queste riflessioni ed avvicinare all’arte contemporanea indiana un pubblico sempre più ampio, Baba Anand ha realizzato per Z2O una “Edizione Limitata”: 100 esemplari di una sua opera – firmati e numerati – realizzati appositamente per questa mostra.
In occasione dell’inaugurazione di “Indochine” a Roma sarà presente Baba Anand.
Baba Anand è internazionalmente famoso per le sue rielaborazioni dei poster dei film bollywoodiani degli anni ’50-’70: collage nei quali le star del cinema indiano vengono adornate come divinità, assumendo – attraverso l’uso di vari materiali come paiette, fiori finti, bindi, stoffe, lustrini - una tridimensionalità che li rende vivi, palpitanti.
Traendo linfa vitale dalla cultura popolare del suo Paese, Baba - definito anche l’erede indiano della Pop art - esalta fino al paradosso il gusto del kitch, prendendo gli stereotipi della cultura indiana e facendoli assurgere ad opera d’arte, con ironia e divertimento.
Un artista coerente, che – come sostiene Jérom Neutres – “ha fatto proprio l’adagio: fai della tua vita un’opera d’arte, mettendone in scena tutti gli istanti”, tanto da affermare che: “la mia ultima opera sarà la mia cremazione”.
Il nuovo lavoro che Baba presenta a Roma per la prima volta fuori dai confini indiani, in collaborazione con la Matthieu Foss Gallery di Bombay, introduce molte novità nel percorso dell’artista.
In “Indochine” per la prima volta Anand usa la fotografia come mezzo espressivo e per la prima volta si occupa di tutte le componenti del suo lavoro: dalla fotografia, appunto, al coloratissimo passepartout, fino alla cornice che ha un ruolo rilevante nell’insieme dell’opera. Altra novità è che ai suoi soggetti preferiti - le star di Bollywood e le divinità dell’olimpo induista - affianca per la prima volta banalissime bambole, di quelle che si trovano in tutti i più comuni mercati indiani, ancora imballate nel loro involucro di plastica. E ancora, per la prima volta, Baba valica i confini della sua India e guarda alla Cina: le bambole e le divinità oggetto di questo lavoro, infatti, sono “made in China” e molti dei materiali usati per comporre le opere, come le paiette con cui sono realizzati i passepartout e le cornici dorate, vengono dal quel paese.
Bambole e soprattutto divinità indiane che vengono prodotte in Cina: uno dei tanti paradossi del mondo globalizzato. Alla globalizzazione, quindi, fa riferimento tutto il lavoro che richiama le polemiche sulla qualità dei prodotti esportati dalla Cina, spesso accusati di non rispettare – come nel caso dei giocattoli, appunto – gli standard di sicurezza. Tutto ciò rende “Indochine” un lavoro particolarmente attuale, che palesa la sensibilità di Anand per i problemi legati alla globalizzazione e l’esigenza di diffondere la consapevolezza di certe contraddizioni attraverso la sua opera artistica: una componente frequente nell’arte contemporanea indiana, anche quando si presenta apparentemente gioiosa, colorate, “facile”.
Proprio per coinvolgere in queste riflessioni ed avvicinare all’arte contemporanea indiana un pubblico sempre più ampio, Baba Anand ha realizzato per Z2O una “Edizione Limitata”: 100 esemplari di una sua opera – firmati e numerati – realizzati appositamente per questa mostra.
In occasione dell’inaugurazione di “Indochine” a Roma sarà presente Baba Anand.
28
maggio 2009
Baba Anand – Indochine
Dal 28 maggio al 30 luglio 2009
arte contemporanea
Location
Z2O Sara Zanin Gallery
Roma, Via della Vetrina, 21, (Roma)
Roma, Via della Vetrina, 21, (Roma)
Orario di apertura
da lundedì a sabato dalle 15:30 alle 19:30
Vernissage
28 Maggio 2009, ore 19:00
Autore
Curatore