Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Baran – Progetti bruciati
Baran presenta il nuovo ciclo di lavori dal titolo “Progetti bruciati”. L’intero percorso espositivo può essere paragonato alla mappatura di un cambiamento radicale e praticabile, che prende vita dalle macerie culturali e storiche della nostra civiltà per sopravvivere alla mediocrità diffusa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’architettura italiana versa in un stato generale di crisi: la politica si inserisce prepotentemente nella filiera; la meritocrazia è scarsamente premiata; la progettualità non è abbastanza tenuta in considerazione dal sistema. Con il nuovo ciclo di opere dal titolo Progetti bruciati Baran esprime questo disagio personale e professionale mediante la mise en abyme dei suoi progetti su carta. La denuncia parte dalla vicenda autobiografica e diventa urgenza di condivisione: ne esce una versione anticonformista e coraggiosa, partendo dalla profonda e sofferta riflessione sullo stato di salute dell'architettura contemporanea italiana.
I Progetti bruciati ricordano i lacerti di tanti affreschi salvati da Baran durante la sua attività di architetto nei vari restauri di edifici storici; sono i cruciali e preziosi frammenti della cultura italiana sui quali affondare le radici per una rinascita collettiva. Taluni hanno le sembianze di antiche mappe geografiche o di isole emerse, in cui i bordi consumati assomigliano a lembi di terra che si affacciano sul mare. L'intero percorso espositivo all’interno del Septem Maria Museum può essere paragonato alla mappatura di un cambiamento radicale e praticabile, che prende vita dalle macerie culturali e storiche della nostra civiltà per sopravvivere alla mediocrità generalizzata.
La ricerca di Baran parte dal principio secondo cui il progetto è l’espressione di un articolato concetto, frutto di un'analisi profonda della storia, dei luoghi e del paesaggio, interpretati mediante forme e materiali. Da qui l’artista preleva i propri progetti e li rende vitali attraverso i principi fondatori dell’architettura vitruviana: l'aria, la terra, il fuoco e l'acqua. In pratica, l’elaborato progettuale è ossidato all’aria, strisciato a terra, bruciato dal fuoco e spento dall’acqua. Il risultato finale è costituito dai brandelli di un progetto deturpato dall’azione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era stato pensato. Dall’interpolazione materiale il progetto bruciato passa al vaglio della tela bianca, simbolo del vuoto generato dalla società contemporanea, in cui i progetti sono relegati ai margini, confinati nel non luogo dell'oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con l'universo. In questo procedimento creativo, Baran si confronta con la transitorietà del suo tempo e i Progetti bruciati ne riflettono la fugacità fisica e concettuale: la carta invecchia per effetto della luce e dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.
Per la mostra personale presso il Septem Maria Museum l’artista creerà un’installazione site specific in dialogo con gli spazi dell’ex idrovora.
Nota biografica
Baran nasce a Venezia nel 1964. nel 1992 si laurea in Architettura presso la Facoltà IUAV di Venezia. Il ventennio dedicato alla professione lo conduce a maturare un’architettura artigianale fatta di dettagli, matericità ed equilibrio; progetta nuove architetture tra ville, alberghi, teatri, residence, impianti sportivi. Si occupa anche di restauro monumentale, approfondendo tematiche storiche e archeologiche. Nel 2011 si ritira nella campagna ferrarese e decide di cambiare rotta: rendere pubblica la sua espressione intellettuale e culturale, la sua arte, personale ed intimista, che era rimasta latente dietro il mestiere palladiano. Dopo lunghe ricerche ed elaborazioni nel campo della pittura e della scultura concettuale, Baran riflette sulla sua professione di architetto e decide di parlarne con “Progetti Bruciati” e “Progetti scavati ai margini del mondo”. Nel 2013 le sue opere iniziano ad essere esposte presso importanti fiere e gallerie con buoni riscontri di critica e pubblico, in particolare a Roma, Padova, Vienna e Budapest. Nel 2014 espone con successo a Londra.
I Progetti bruciati ricordano i lacerti di tanti affreschi salvati da Baran durante la sua attività di architetto nei vari restauri di edifici storici; sono i cruciali e preziosi frammenti della cultura italiana sui quali affondare le radici per una rinascita collettiva. Taluni hanno le sembianze di antiche mappe geografiche o di isole emerse, in cui i bordi consumati assomigliano a lembi di terra che si affacciano sul mare. L'intero percorso espositivo all’interno del Septem Maria Museum può essere paragonato alla mappatura di un cambiamento radicale e praticabile, che prende vita dalle macerie culturali e storiche della nostra civiltà per sopravvivere alla mediocrità generalizzata.
La ricerca di Baran parte dal principio secondo cui il progetto è l’espressione di un articolato concetto, frutto di un'analisi profonda della storia, dei luoghi e del paesaggio, interpretati mediante forme e materiali. Da qui l’artista preleva i propri progetti e li rende vitali attraverso i principi fondatori dell’architettura vitruviana: l'aria, la terra, il fuoco e l'acqua. In pratica, l’elaborato progettuale è ossidato all’aria, strisciato a terra, bruciato dal fuoco e spento dall’acqua. Il risultato finale è costituito dai brandelli di un progetto deturpato dall’azione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era stato pensato. Dall’interpolazione materiale il progetto bruciato passa al vaglio della tela bianca, simbolo del vuoto generato dalla società contemporanea, in cui i progetti sono relegati ai margini, confinati nel non luogo dell'oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con l'universo. In questo procedimento creativo, Baran si confronta con la transitorietà del suo tempo e i Progetti bruciati ne riflettono la fugacità fisica e concettuale: la carta invecchia per effetto della luce e dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.
Per la mostra personale presso il Septem Maria Museum l’artista creerà un’installazione site specific in dialogo con gli spazi dell’ex idrovora.
Nota biografica
Baran nasce a Venezia nel 1964. nel 1992 si laurea in Architettura presso la Facoltà IUAV di Venezia. Il ventennio dedicato alla professione lo conduce a maturare un’architettura artigianale fatta di dettagli, matericità ed equilibrio; progetta nuove architetture tra ville, alberghi, teatri, residence, impianti sportivi. Si occupa anche di restauro monumentale, approfondendo tematiche storiche e archeologiche. Nel 2011 si ritira nella campagna ferrarese e decide di cambiare rotta: rendere pubblica la sua espressione intellettuale e culturale, la sua arte, personale ed intimista, che era rimasta latente dietro il mestiere palladiano. Dopo lunghe ricerche ed elaborazioni nel campo della pittura e della scultura concettuale, Baran riflette sulla sua professione di architetto e decide di parlarne con “Progetti Bruciati” e “Progetti scavati ai margini del mondo”. Nel 2013 le sue opere iniziano ad essere esposte presso importanti fiere e gallerie con buoni riscontri di critica e pubblico, in particolare a Roma, Padova, Vienna e Budapest. Nel 2014 espone con successo a Londra.
20
dicembre 2014
Baran – Progetti bruciati
Dal 20 dicembre 2014 al 17 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
DELTARTE
Rovigo, Via Vittorio Veneto, 93, (Rovigo)
Rovigo, Via Vittorio Veneto, 93, (Rovigo)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-13 e 17-19
Vernissage
20 Dicembre 2014, h 18:30
Autore
Curatore