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Becheri Carone Consani Deval Rivalta – TESTE
Da un legame fra scultori che hanno riflettuto e formalizzato nel tempo un topos della scultura che appartiene alla storia dell’arte di tutti i tempi nasce negli spazi di Villa Rospigliosi TESTE . Tema arcaico e contemporaneo da sempre indagato, atto dell’artista che interroga lo spettatore
Comunicato stampa
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ChorAsis presenta TESTE mostra di Emanuele Becheri, Francesco Carone, Michelangelo Consani, Maria Deval e Davide Rivalta. Prima collettiva negli spazi della settecentesca villa Rospigliosi di Prato.
Scrive Emanuele Becheri: “La mostra nasce da un legame fra scultori che hanno riflettuto e formalizzato nel tempo un topos della scultura che appartiene alla storia dell’arte di tutti i tempi. Ciò che lega questi artisti è la dedizione alla scultura e il ritrovarsi - in momenti diversi dei loro percorsi - letteralmente una Testa fra le mani pensandola come un atto ancora attuale e decisivo per il loro percorso.
Villa Rospigliosi è il luogo della mostra, segnando il primo atto di una indagine che scava in una direzione specifica e che tende a mettere l’accento su ciò che ci riguarda e ci guarda, l’atto dell’artista che interroga lo spettatore.”
La ricerca degli artisti presentati da Emanuele Becheri e Claudio Seghi Rospigliosi negli ambienti della ex limonaia, dove ChorAsis in questi anni ha esposto e realizzato progetti site specific, evade solo apparentemente dal genius loci al quale siamo stati abituati dagli artisti precedenti che in passato hanno sondato attraverso i loro interventi, la memoria del luogo e la natura circostante. Le opere in mostra, seppur non realizzate appositamente in sito e per lo specifico luogo, rispondono, ognuna in modo diverso, e con diverso sguardo, alla natura stessa dello spazio che le accoglie, diventando esse stesse lo spazio della Visione.
Con TESTE ChorAsis amplia sguardo e impegno a favore dell’interazione fra artisti indirizzando al dialogo/confronto fra comuni ricerche e riflessioni perseguite, una tappa fondamentale e determinante anche nel percorso e nella mission statutaria dell’associazione stessa.
Così gli spazi della villa accolgono la prima collettiva puntando sulle diverse espressioni e letture di un tema arcaico e contemporaneo da sempre indagato, inteso in senso fisico e visivo ma soprattutto storico, mentale, simbolico. Tappa, per i cinque scultori, di una matura ricognizione fra risultati dissimili di un dialogo formale comune, cercato e indipendente.
Le opere, in successione nei tre ambienti rurali della ex limonaia, accanto ai luoghi operativi e abitati della rimessa, della villa, del prato e degli ulivi, sono disposte secondo un itinerario autonomo scandito dalle singole sculture, si differenziano nei linguaggi, nei materiali, nelle forme e nello stile. Ogni artista è rappresentato da un solo lavoro, le opere ripongono l’attenzione sulle componenti fisiche formali della scultura, opere lievi o di impatto, rigorose e severe o più intense ed espressive, riuniscono il bisogno della scultura contemporanea a una riflessione continua.
TESTE è il tema di "ogni tempo". Enigmatica, complessa, diabolica o piena di grazia, depositaria di verità e del pensiero, mobile, incostante, mutevole.
TESTE costringe il visitatore a un ulteriore passo : porre di fronte all’opera le domande da
rivolgere al sé.
Biografie
EMANUELE BECHERI : Prato, Italia, 1973. Vive e lavora a Prato esponendo in Italia e all’estero. Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, Becheri esordisce alla metà degli anni Duemila secondo una visione “espansa” del disegno, inteso come dispositivo che interroga l'autorialità, la temporalità e la nozione stessa di traccia. Partito dai suoi elementi essenziali, come il contrasto tra ombra e luce, Becheri ha poi ampliato queste ricerche ad ogni tipo di media, dal filmico al fotografico, e di reciprocità autoriale, coinvolgendo esecutori esterni o fattori contestuali e aleatori. Dal 2010 fino al 2016, sotto il comune concetto di “ Impression”, ha sperimentato sia delle tecniche grafiche auto-generative, sia delle performance sonore. Nel 2016, parallelamente all'attività performativa, inizia un percorso che dal disegno lo condurrà alla scultura e dalla scultura alla fotografia come nella Residenza alla Galleria Nazionale principio di un cammino legato a un’indagine fotografica attorno alle sculture che sono state fondamentali nel percorso intrapreso. Attualmente il suo lavoro è con-centrato sulla Scultura sia in termini puramente plastici (terracotta) sia nella sperimentazione legata alla fusione in bronzo e altri metalli.
FRANCESCO CARONE : Siena, Italia, 1975. Lavora principalmente con la scultura e la grafica, realizzando opere di natura spiccatamente poetica e visionaria in cui fonde esperienze intime personali a colti rimandi alla storia dell'arte, alla mitologia e alla letteratura, in una sorta di esercizio psicanalitico involontario. Le sue opere ruotano attorno a temi ricorrenti quali, solo per citarne alcuni, le tempeste, le stelle, gli idoli, l'erotismo, il dettaglio, il dubbio, il subconscio, la caducità umana riscattata dalla bellezza.
Alle pratiche più tradizionali, affianca progetti collaborativi più complessi dove i concetti di opera, collezione, museo e allestimento convergono in varie forme. Tra questi vale la pena ricordare Tempo Zulu, progetto con cui da anni vengono invitati artisti e operatori culturali a lasciare un contributo permanente inciso sulla pavimentazione delle vie del centro storico di Siena e TITOLO l'edito inedito, opera/mostra/biblioteca itinerante, suddivisa in dieci 'capitoli'. Ha fondato e dirige, insieme ad Eugenia Vanni, il Museo d'Inverno (www.museodinverno.com), uno spazio a programmazione stagionale in cui vengono invitati artisti nazionali ed internazionali di varie generazioni a presentare una selezione di opere altrui, provenienti dalle loro collezioni private.
Le sue opere sono conservate in alcune delle più prestigiose collezioni italiane ed estere, compresa la Farnesina del Ministero degli Esteri a Roma. Dal 2006 la sua galleria di riferimento è SpazioA di Pistoia (www.spazioa.it).
MICHELANGELO CONSANI : Livorno, Italia, 1971. Vive e lavora a Castell’Anselmo. Il suo lavoro si articola entro scarti minimi nella lettura dell'esistente: gesti semplici che operano sulla grammatica delle immagini, del discorso, dell'essere artista negli anni della crisi della produzione industriale, con le certezze dei suoi prodotti – siano questi alimenti preconfezionati, lampade di design o opere d'arte. Comincia nel solco della tradizione del contesto toscano da cui proviene: il disegno come orientamento nell'eredità dei maestri e la scultura come esplorazione della materia e delle tecniche che la controllano. Dal percorso iniziale vissuto come atipico scultore, Consani ha proceduto verso un esponenziale rallentamento della produzione. Dal 1999 ha esposto in numerose istituzioni private e pubbliche in Italia e all'estero, tra le principali ricordiamo: MACRO (Roma); MAC VAL (Parigi); Schunck (Heerlen); Cittadellarte Fondazione Pistoletto (Biella); Kunstraum München (Monaco di Baviera), Casino Luxembourg - Forum d'Art Contemporain (Lussemburgo); Centro per l’Arte Contempora-nea Luigi Pecci (Prato); Frigoriferi Milanesi (Milano); Donowahi Foundation (Costa d’Avorio); Watou Kunstenfestival (Watou); PAV Parco Arte Vivente (Torino); Istituto italiano di cultura (Tokyo); Kyoto Palazzo Imperiale (Kyoto). Ha partecipato inoltre alla 11° Biennale d’Architettura (Venezia); alla 1° Triennale di Aichi (Nagoya); alla 15° Biennale di Dakar (Dakar); alla 2° Biennale di Valencia (Valencia); alla 16° Quadriennale di Roma (Roma).
MARIA DEVAL : Poggibonsi (SI), Italia, 1990. Artista italo-tedesca vive e lavora a Trequanda, Siena. Dopo un'esperienza di due anni a Londra e un anno di studi all'accademia d'arte UGR di Granada, ha frequentato l'accademia d'arte LABA, Firenze, laureandosi nel 2019. Principali esposizioni: In levare, 2025, galleria Fuocherello, Volvera (To), a cura di Emanuele Becheri; Diamanti, 2024, SFS Sottopasso ferroviario,
Sinalunga; Volti, 2024, teatro Comandini, Cesena; Un sentiero di segni I e II ed., 2017 + 2022, podere Lemniscata, Montespertoli (Fi); La sovversione dell'oggetto, 2017, Lato, Prato, a cura di Matteo Innocenti; Casa Masaccio open space, 2015, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Ar), a cura di Serena Trinchero. La ricerca di Maria Deval è un'indagine sullo spazio. L'opera prende forma nella piccola dimensione, utilizzata come strumento per la realizzazione di opere di qualsiasi formato, e si interroga sulla relazione fra concentrazione ed estensione. L'attrazione verso le fattezze delle cose è la base su cui si è sviluppato negli anni un processo di resa della natura e del comportamento delle cose. E da cui hanno preso vita i progetti successivi, interessati anche al ruolo dell'osservatore, che viene come pre-so da parte e invitato a mettersi scomodo - riguardo alla presa di posizione, anche politica - pur mantenendo una volontà di donare all'osservatore i frutti della ricerca sulla mera estetica, quella senza tempo. Il suo lavoro passa attraverso vari medium e si serve di materiali differenti, anche inusuali (come la terracotta scolpita anziché l'argilla modellata e poi cotta) e sono spesso il fattore di nascita stesso dell’opera.
DAVIDE RIVALTA : Bologna, Italia, 1974. Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna 1996, approfondisce gli studi all'Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera con Cristina Iglesias fra il 1997 e il 1998. Vive e lavora a Bologna dove dal 2004 insegna all’accademia di Belle Arti. Dal 1998 ha ricevuto diverse commissioni pubbliche per installazioni permanenti Ravenna (cortile del Palazzo di Giustizia), Rimini, Trieste, Neuchâtel. Ha esposto in numerosi musei: GAM di Bologna, MAN di Nuoro, MARCA di Catanzaro, Galleria civica di Modena, MAMbo di Bologna, Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz 2006, Strozzina e Villa Romana di Firenze 2009 e 2011, Palazzo Te di Mantova 2016, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma 2016, 2017, 2019, 2021 e 2022. Nel 2010 ha partecipato alla 1° Aichi Triennale Arts and Cities a Nagoya, 2015 Icastica ad Arezzo e alla Biennale Disegno Rimini, 2016 ad Arte alle Corti di Torino, 2019 alla XXII Triennale di Milano. 2017 ha iniziato a collocare sculture monumentali in ambienti urbani, piazze e strade, ad Antibes, 2018 Neuchâtel e Gstaad e 2020 a Mougins. 2019 ha esposto al Friedhof am Hörnli di Riehen e al Forte Belvedere di Firenze. In bilico fra tradizione e contemporaneità, legato alla figurazione e ai canoni classici della bellezza, alle lezioni di Bernini, Rodin, Medardo Rosso, alla fusione della cera persa e l’uso di metalli nobili e del bronzo, al fascino dell’unicità, sviluppa al contempo un proprio linguaggio. Concepisce installazioni site specific in cui il contesto assurge a parte e sostanza dell’opera stessa, risolve la dualità tra natura e artificio in arte immanente dove la realizzazione materiale delle sculture, cristallizzando le forme nel proprio farsi, ne conservano il fascino del non finito e la materialità delle opere compiute, nella visione ravvicinata, ne esplicita il gesto formante e ne trasmette l’energia creatrice primordiale.
ChorAsis - Lo spazio della Visione.
APS progetto culturale di sostegno agli artisti, ricerca, sperimentazione, produzione e promozione di forme d’arte contemporanea con sede presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato. Il progetto indaga sulle relazioni tra passato e il presente, in dialogo tra arte, natura e storia e in costante rapporto di interazione con il territorio. Punto focale la cura del processo creativo, per ristabilire l’autentico legame tra artista, opera, spazio e lo sguardo di chi osserva. Dal 2019 artisti sono invitati a rapportarsi liberamente con gli ambienti della villa e il suo parco giardino nella creazione site specific di opere e interventi installativi, performativi, laboratoriali.
Scrive Emanuele Becheri: “La mostra nasce da un legame fra scultori che hanno riflettuto e formalizzato nel tempo un topos della scultura che appartiene alla storia dell’arte di tutti i tempi. Ciò che lega questi artisti è la dedizione alla scultura e il ritrovarsi - in momenti diversi dei loro percorsi - letteralmente una Testa fra le mani pensandola come un atto ancora attuale e decisivo per il loro percorso.
Villa Rospigliosi è il luogo della mostra, segnando il primo atto di una indagine che scava in una direzione specifica e che tende a mettere l’accento su ciò che ci riguarda e ci guarda, l’atto dell’artista che interroga lo spettatore.”
La ricerca degli artisti presentati da Emanuele Becheri e Claudio Seghi Rospigliosi negli ambienti della ex limonaia, dove ChorAsis in questi anni ha esposto e realizzato progetti site specific, evade solo apparentemente dal genius loci al quale siamo stati abituati dagli artisti precedenti che in passato hanno sondato attraverso i loro interventi, la memoria del luogo e la natura circostante. Le opere in mostra, seppur non realizzate appositamente in sito e per lo specifico luogo, rispondono, ognuna in modo diverso, e con diverso sguardo, alla natura stessa dello spazio che le accoglie, diventando esse stesse lo spazio della Visione.
Con TESTE ChorAsis amplia sguardo e impegno a favore dell’interazione fra artisti indirizzando al dialogo/confronto fra comuni ricerche e riflessioni perseguite, una tappa fondamentale e determinante anche nel percorso e nella mission statutaria dell’associazione stessa.
Così gli spazi della villa accolgono la prima collettiva puntando sulle diverse espressioni e letture di un tema arcaico e contemporaneo da sempre indagato, inteso in senso fisico e visivo ma soprattutto storico, mentale, simbolico. Tappa, per i cinque scultori, di una matura ricognizione fra risultati dissimili di un dialogo formale comune, cercato e indipendente.
Le opere, in successione nei tre ambienti rurali della ex limonaia, accanto ai luoghi operativi e abitati della rimessa, della villa, del prato e degli ulivi, sono disposte secondo un itinerario autonomo scandito dalle singole sculture, si differenziano nei linguaggi, nei materiali, nelle forme e nello stile. Ogni artista è rappresentato da un solo lavoro, le opere ripongono l’attenzione sulle componenti fisiche formali della scultura, opere lievi o di impatto, rigorose e severe o più intense ed espressive, riuniscono il bisogno della scultura contemporanea a una riflessione continua.
TESTE è il tema di "ogni tempo". Enigmatica, complessa, diabolica o piena di grazia, depositaria di verità e del pensiero, mobile, incostante, mutevole.
TESTE costringe il visitatore a un ulteriore passo : porre di fronte all’opera le domande da
rivolgere al sé.
Biografie
EMANUELE BECHERI : Prato, Italia, 1973. Vive e lavora a Prato esponendo in Italia e all’estero. Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, Becheri esordisce alla metà degli anni Duemila secondo una visione “espansa” del disegno, inteso come dispositivo che interroga l'autorialità, la temporalità e la nozione stessa di traccia. Partito dai suoi elementi essenziali, come il contrasto tra ombra e luce, Becheri ha poi ampliato queste ricerche ad ogni tipo di media, dal filmico al fotografico, e di reciprocità autoriale, coinvolgendo esecutori esterni o fattori contestuali e aleatori. Dal 2010 fino al 2016, sotto il comune concetto di “ Impression”, ha sperimentato sia delle tecniche grafiche auto-generative, sia delle performance sonore. Nel 2016, parallelamente all'attività performativa, inizia un percorso che dal disegno lo condurrà alla scultura e dalla scultura alla fotografia come nella Residenza alla Galleria Nazionale principio di un cammino legato a un’indagine fotografica attorno alle sculture che sono state fondamentali nel percorso intrapreso. Attualmente il suo lavoro è con-centrato sulla Scultura sia in termini puramente plastici (terracotta) sia nella sperimentazione legata alla fusione in bronzo e altri metalli.
FRANCESCO CARONE : Siena, Italia, 1975. Lavora principalmente con la scultura e la grafica, realizzando opere di natura spiccatamente poetica e visionaria in cui fonde esperienze intime personali a colti rimandi alla storia dell'arte, alla mitologia e alla letteratura, in una sorta di esercizio psicanalitico involontario. Le sue opere ruotano attorno a temi ricorrenti quali, solo per citarne alcuni, le tempeste, le stelle, gli idoli, l'erotismo, il dettaglio, il dubbio, il subconscio, la caducità umana riscattata dalla bellezza.
Alle pratiche più tradizionali, affianca progetti collaborativi più complessi dove i concetti di opera, collezione, museo e allestimento convergono in varie forme. Tra questi vale la pena ricordare Tempo Zulu, progetto con cui da anni vengono invitati artisti e operatori culturali a lasciare un contributo permanente inciso sulla pavimentazione delle vie del centro storico di Siena e TITOLO l'edito inedito, opera/mostra/biblioteca itinerante, suddivisa in dieci 'capitoli'. Ha fondato e dirige, insieme ad Eugenia Vanni, il Museo d'Inverno (www.museodinverno.com), uno spazio a programmazione stagionale in cui vengono invitati artisti nazionali ed internazionali di varie generazioni a presentare una selezione di opere altrui, provenienti dalle loro collezioni private.
Le sue opere sono conservate in alcune delle più prestigiose collezioni italiane ed estere, compresa la Farnesina del Ministero degli Esteri a Roma. Dal 2006 la sua galleria di riferimento è SpazioA di Pistoia (www.spazioa.it).
MICHELANGELO CONSANI : Livorno, Italia, 1971. Vive e lavora a Castell’Anselmo. Il suo lavoro si articola entro scarti minimi nella lettura dell'esistente: gesti semplici che operano sulla grammatica delle immagini, del discorso, dell'essere artista negli anni della crisi della produzione industriale, con le certezze dei suoi prodotti – siano questi alimenti preconfezionati, lampade di design o opere d'arte. Comincia nel solco della tradizione del contesto toscano da cui proviene: il disegno come orientamento nell'eredità dei maestri e la scultura come esplorazione della materia e delle tecniche che la controllano. Dal percorso iniziale vissuto come atipico scultore, Consani ha proceduto verso un esponenziale rallentamento della produzione. Dal 1999 ha esposto in numerose istituzioni private e pubbliche in Italia e all'estero, tra le principali ricordiamo: MACRO (Roma); MAC VAL (Parigi); Schunck (Heerlen); Cittadellarte Fondazione Pistoletto (Biella); Kunstraum München (Monaco di Baviera), Casino Luxembourg - Forum d'Art Contemporain (Lussemburgo); Centro per l’Arte Contempora-nea Luigi Pecci (Prato); Frigoriferi Milanesi (Milano); Donowahi Foundation (Costa d’Avorio); Watou Kunstenfestival (Watou); PAV Parco Arte Vivente (Torino); Istituto italiano di cultura (Tokyo); Kyoto Palazzo Imperiale (Kyoto). Ha partecipato inoltre alla 11° Biennale d’Architettura (Venezia); alla 1° Triennale di Aichi (Nagoya); alla 15° Biennale di Dakar (Dakar); alla 2° Biennale di Valencia (Valencia); alla 16° Quadriennale di Roma (Roma).
MARIA DEVAL : Poggibonsi (SI), Italia, 1990. Artista italo-tedesca vive e lavora a Trequanda, Siena. Dopo un'esperienza di due anni a Londra e un anno di studi all'accademia d'arte UGR di Granada, ha frequentato l'accademia d'arte LABA, Firenze, laureandosi nel 2019. Principali esposizioni: In levare, 2025, galleria Fuocherello, Volvera (To), a cura di Emanuele Becheri; Diamanti, 2024, SFS Sottopasso ferroviario,
Sinalunga; Volti, 2024, teatro Comandini, Cesena; Un sentiero di segni I e II ed., 2017 + 2022, podere Lemniscata, Montespertoli (Fi); La sovversione dell'oggetto, 2017, Lato, Prato, a cura di Matteo Innocenti; Casa Masaccio open space, 2015, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Ar), a cura di Serena Trinchero. La ricerca di Maria Deval è un'indagine sullo spazio. L'opera prende forma nella piccola dimensione, utilizzata come strumento per la realizzazione di opere di qualsiasi formato, e si interroga sulla relazione fra concentrazione ed estensione. L'attrazione verso le fattezze delle cose è la base su cui si è sviluppato negli anni un processo di resa della natura e del comportamento delle cose. E da cui hanno preso vita i progetti successivi, interessati anche al ruolo dell'osservatore, che viene come pre-so da parte e invitato a mettersi scomodo - riguardo alla presa di posizione, anche politica - pur mantenendo una volontà di donare all'osservatore i frutti della ricerca sulla mera estetica, quella senza tempo. Il suo lavoro passa attraverso vari medium e si serve di materiali differenti, anche inusuali (come la terracotta scolpita anziché l'argilla modellata e poi cotta) e sono spesso il fattore di nascita stesso dell’opera.
DAVIDE RIVALTA : Bologna, Italia, 1974. Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna 1996, approfondisce gli studi all'Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera con Cristina Iglesias fra il 1997 e il 1998. Vive e lavora a Bologna dove dal 2004 insegna all’accademia di Belle Arti. Dal 1998 ha ricevuto diverse commissioni pubbliche per installazioni permanenti Ravenna (cortile del Palazzo di Giustizia), Rimini, Trieste, Neuchâtel. Ha esposto in numerosi musei: GAM di Bologna, MAN di Nuoro, MARCA di Catanzaro, Galleria civica di Modena, MAMbo di Bologna, Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz 2006, Strozzina e Villa Romana di Firenze 2009 e 2011, Palazzo Te di Mantova 2016, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma 2016, 2017, 2019, 2021 e 2022. Nel 2010 ha partecipato alla 1° Aichi Triennale Arts and Cities a Nagoya, 2015 Icastica ad Arezzo e alla Biennale Disegno Rimini, 2016 ad Arte alle Corti di Torino, 2019 alla XXII Triennale di Milano. 2017 ha iniziato a collocare sculture monumentali in ambienti urbani, piazze e strade, ad Antibes, 2018 Neuchâtel e Gstaad e 2020 a Mougins. 2019 ha esposto al Friedhof am Hörnli di Riehen e al Forte Belvedere di Firenze. In bilico fra tradizione e contemporaneità, legato alla figurazione e ai canoni classici della bellezza, alle lezioni di Bernini, Rodin, Medardo Rosso, alla fusione della cera persa e l’uso di metalli nobili e del bronzo, al fascino dell’unicità, sviluppa al contempo un proprio linguaggio. Concepisce installazioni site specific in cui il contesto assurge a parte e sostanza dell’opera stessa, risolve la dualità tra natura e artificio in arte immanente dove la realizzazione materiale delle sculture, cristallizzando le forme nel proprio farsi, ne conservano il fascino del non finito e la materialità delle opere compiute, nella visione ravvicinata, ne esplicita il gesto formante e ne trasmette l’energia creatrice primordiale.
ChorAsis - Lo spazio della Visione.
APS progetto culturale di sostegno agli artisti, ricerca, sperimentazione, produzione e promozione di forme d’arte contemporanea con sede presso la settecentesca villa Rospigliosi di Prato. Il progetto indaga sulle relazioni tra passato e il presente, in dialogo tra arte, natura e storia e in costante rapporto di interazione con il territorio. Punto focale la cura del processo creativo, per ristabilire l’autentico legame tra artista, opera, spazio e lo sguardo di chi osserva. Dal 2019 artisti sono invitati a rapportarsi liberamente con gli ambienti della villa e il suo parco giardino nella creazione site specific di opere e interventi installativi, performativi, laboratoriali.
13
aprile 2025
Becheri Carone Consani Deval Rivalta – TESTE
Dal 13 aprile al 04 maggio 2025
arte contemporanea
Location
ChorAsis – Villa Rospigliosi
Prato, Via Firenze, 83, (PO)
Prato, Via Firenze, 83, (PO)
Orario di apertura
Visite gratuite e con prenotazione
Ufficio stampa
Carla Carbone - ChorAsis
Autore
Autore testo critico
Allestimento
Produzione organizzazione