Venerdì 8 giugno, alle ore 18.00, si inaugurerà a Trentola Ducenta, nel giardino del Palazzo Petruzzo, la VIII edizione della Biennale di Pittura, Scultura e Fotografia “Contemporanea 2007”, organizzata dall’Associazione Culturale “Altavoce” e presentata dal critico Carlo Roberto Sciascia; la mostra, patrocinata dal Comune di Trentola Ducenta, propone lavori di dieci artisti (4-5 a testa) provenienti da varie regioni italiane.

Saranno presenti quest’anno i seguenti maestri: Alfonso Coppola di Carinaro con i suoi bassorilievi, Raffaele D’Aquanno di Sant’Apollinare (FR) con le sue sculture di legno, Mario De Luca di Casalvieri (FR) con le sue sculture di ferro, Alessandra Donasi di Aversa con le sue opere fotografiche, Mattia Fiore di Caivano (NA) con i suoi dipinti, Luigia La Peruta di Santa Maria Capua Vetere con i suoi oli, Daniela Lupi di Caserta con i suoi dipinti, Elpidio Oliva di Carinaro con le sue pirografie, Vira (Elvira Alessia Rambone) di Aversa con le sue fotografie, Irma Trasacco di Cesa con le sue pitture.

In occasione dell’inaugurazione è stato edito un catalogo a colori con prefazione a cura dell’associazione e testo critico di Carlo Roberto Sciascia dal titolo “Ricerca d’identità”.

Suggestivo sarà l’allestimento tra i vialetti e lungo le siepi del giardino di Palazzo Petruzzo, mentre al suo fianco si sviluppa un piccolo museo di civiltà contadina, frutto dell’amorosa ricerca nelle campagne circostanti da parte del past Presidente dell’Associazione Nunzio Petruzzo.

La collettiva, appuntamento fisso dal 1997, inizialmente annuale fino al 2000 è diventata biennale dal 2001 conservando lo stesso spirito iniziale incentrato dalla ricerca volta a ritrovare principalmente l’identità culturale del proprio territorio, ma anche dall’apertura alle realtà provenienti da diverse regioni e nazioni. Ciò ha permesso negli anni di realizzare momenti di confronto, tesi alla crescita ed all’affermazione delle proprie peculiarità, base indispensabile per trovare la forza di restare e combattere la precarietà della realtà.

Occorre, infatti, riscoprire le proprie origini, le radici del proprio territorio, fonti di energia creativa per altri intensi linguaggi, ricercando sempre espressività originali ed un rapporto rinnovato con la bellezza, immanente al reale (di cui occorre prendere conoscenza), proiettando la visione fino al trascendente. La superficie pittorica e/o la plasticità della materia possono diventare un palcoscenico, su cui iniziare il recupero di quei componenti della vita umana apparentemente piccoli e/o insignificanti, di quegli elementi emotivi fatti di simboli e materia, di messaggi ed impressioni, in una rinnovata ricerca contenutistica capace di interpretare con un taglio contemporaneo il quotidiano, gli stati d’animo, le esigenze sociali, i moti dell’animo, del cuore e, perché no, del corpo.