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Bruce Weber: My own story in Vogue
Una raffinata selezione comprendete 250 tra fotografie e gigantografie racconta il rapporto più che ventennale fra Bruce Weber, il grande fotografo americano, e la rivista Vogue
Comunicato stampa
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La mostra, che verrà inaugurata a Palermo venerdì 3 dicembre, alle 18 (alle 17 l’anteprima per i giornalisti), a Palazzo Ziino, via Dante 53, dove resterà fino al 2 febbraio, s’intitola “Bruce Weber: My own story in Vogue”. Promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune, in collaborazione con Vogue Italia, la mostra è ideata e curata da Franca Sozzani, direttore di Vogue, assieme ad Alessia Glaviano, redattrice della stessa rivista.
Le sale di Palazzo Ziino saranno trasformate in una vera e propria galleria fotografica che offrirà un quadro d’insieme del lavoro di Weber: soprattutto ritratti di personaggi famosi, dai quali traspaiono anime e vicende personali, e interni di case originali e prestigiose.
“Bruce Weber: My own story in Vogue” racconta il percorso di un artista che, come pochi altri, ha saputo essere fedele al corpo e immortalarlo senza effetti artificiosi o alterazioni cromatiche. Un percorso che è oggi parte integrante della storia della fotografia. La selezione comprende immagini di differenti misure e gigantografie alte fino a quattro metri.
Bruce Weber nasce nel 1946 a Greensburg, una piccola città mineraria e agricola della Pennsylvania. Il padre, uomo d’affari, è un appassionato fotoamatore. Weber, nel ’66, si trasferisce a New York per studiare cinema e fotografia alla New York University. Al Greenwich Village conosce in un caffè la grande fotografa Diane Arbus, che lo presenta a Lisette Model, grazie alla quale verrà accolto fra i suoi studenti alla New School for Social Research. Sono gli anni in cui Weber posa come modello per vari fotografi, in particolare per Richard Avedon. Nel 1973, espone per la prima volta in una mostra collettiva. L’anno dopo, nel 1974, la sua prima mostra personale. Nello stesso anno, inizia il sodalizio di vita e lavoro con Nan Bush. Alla fine degli anni Settanta, inizia a produrre le campagne pubblicitarie per Calvin Klein che destano scandalo e stupore.
Qualche anno più tardi, nel 1985, Weber partecipa alla mostra “Shots of style” organizzata su iniziativa del Victoria & Albert Museum di Londra. Da lì inizia la sua ascesa ai vertici della fotografia mondiale. Ha al suo attivo anche alcuni film, video musicali e spot pubblicitari.
I suoi primi due film Broken Noses e Let’s Get Lost hanno vinto il premio della “International documentary association” come migliore documentario rispettivamente nel 1988 e 1989. Let’s Get Lost, film-documento di due ore sulla vita del grande jazzista Chet Baker, ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior film documentario del 1989. La colonna sonora del film è stata in testa alla hit parade e risulta l’album di Chet Baker più venduto. Una deliziosa serie di cinque vignette filmate, scritte e dirette per conto di un’azienda di abbigliamento italiana, gli è valsa il premio come migliore spot pubblicitario al Festival di Cannes del 1986. Nel 1991 ha diretto i video musicali di Chris Isaak e dei Pet Shop Boys e, con quest’ultimo, ha vinto il premio come miglior video dell’anno di Music Week. Nel 1998 ha firmato il suo primo “calendario Pirelli”.
Negli anni, Bruce Weber ha ricevuto numerosi riconoscimenti che, nel 2000, sono culminati nel conferimento del premio “The Living Legend Award for Photography and Film” del Pratt Institute of Art.
Fotografo delle campagne pubblicitarie di Versace e Ralph Lauren, le sue immagini vengono pubblicate dalle più prestigiose riviste di moda, fra cui, appunto, Vogue, Vanity Fair, Interview, e da riviste underground. Ha esposto in tutto il mondo in gallerie e musei. Ha pubblicato 16 libri, fra i quali i celebri Shufly, The Chop Suey Club, A House is not a home, Gentle Giants, e Rio de Janeiro.
La mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18.30. chiusa il lunedì.
“Bruce Weber – sottolinea il Sindaco di Palermo, Diego Cammarata – è un nome troppo noto e prestigioso, riconosciuto in tutto il mondo, per non essere felici di ospitare una sua mostra a Palazzo Ziino, promossa dall’Amministrazione comunale, e che costituisce un autentico evento per Palermo. Weber è entrato ormai a pieno titolo nella storia della fotografia, e la sua vicenda personale e artistica ne fanno, ad un tempo, un raffinatissimo creatore di emozioni ed un geniale interprete di quest’epoca, in cui l’immagine ha conquistato il dominio della quotidianità. Così, i ritratti come gli ambienti, come la moda, come i video diventano, in Weber, occasione di un gioco seduttivo e di un percorso di conoscenza”.
“Guardando le sue fotografie – aggiunge il sindaco Cammarata – non si può non rimanere stupiti dalla sapienza e dalla semplicità con cui sa rappresentare fino in fondo, e con felicità di suggestioni, la bellezza esteriore, ma riuscendo anche a cogliere la profondità e l’anima dei soggetti che ritrae. Tutto ciò è prerogativa soltanto degli autentici artisti, per i quali il mezzo e la tecnica sono al servizio della fantasia”.
Le sale di Palazzo Ziino saranno trasformate in una vera e propria galleria fotografica che offrirà un quadro d’insieme del lavoro di Weber: soprattutto ritratti di personaggi famosi, dai quali traspaiono anime e vicende personali, e interni di case originali e prestigiose.
“Bruce Weber: My own story in Vogue” racconta il percorso di un artista che, come pochi altri, ha saputo essere fedele al corpo e immortalarlo senza effetti artificiosi o alterazioni cromatiche. Un percorso che è oggi parte integrante della storia della fotografia. La selezione comprende immagini di differenti misure e gigantografie alte fino a quattro metri.
Bruce Weber nasce nel 1946 a Greensburg, una piccola città mineraria e agricola della Pennsylvania. Il padre, uomo d’affari, è un appassionato fotoamatore. Weber, nel ’66, si trasferisce a New York per studiare cinema e fotografia alla New York University. Al Greenwich Village conosce in un caffè la grande fotografa Diane Arbus, che lo presenta a Lisette Model, grazie alla quale verrà accolto fra i suoi studenti alla New School for Social Research. Sono gli anni in cui Weber posa come modello per vari fotografi, in particolare per Richard Avedon. Nel 1973, espone per la prima volta in una mostra collettiva. L’anno dopo, nel 1974, la sua prima mostra personale. Nello stesso anno, inizia il sodalizio di vita e lavoro con Nan Bush. Alla fine degli anni Settanta, inizia a produrre le campagne pubblicitarie per Calvin Klein che destano scandalo e stupore.
Qualche anno più tardi, nel 1985, Weber partecipa alla mostra “Shots of style” organizzata su iniziativa del Victoria & Albert Museum di Londra. Da lì inizia la sua ascesa ai vertici della fotografia mondiale. Ha al suo attivo anche alcuni film, video musicali e spot pubblicitari.
I suoi primi due film Broken Noses e Let’s Get Lost hanno vinto il premio della “International documentary association” come migliore documentario rispettivamente nel 1988 e 1989. Let’s Get Lost, film-documento di due ore sulla vita del grande jazzista Chet Baker, ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior film documentario del 1989. La colonna sonora del film è stata in testa alla hit parade e risulta l’album di Chet Baker più venduto. Una deliziosa serie di cinque vignette filmate, scritte e dirette per conto di un’azienda di abbigliamento italiana, gli è valsa il premio come migliore spot pubblicitario al Festival di Cannes del 1986. Nel 1991 ha diretto i video musicali di Chris Isaak e dei Pet Shop Boys e, con quest’ultimo, ha vinto il premio come miglior video dell’anno di Music Week. Nel 1998 ha firmato il suo primo “calendario Pirelli”.
Negli anni, Bruce Weber ha ricevuto numerosi riconoscimenti che, nel 2000, sono culminati nel conferimento del premio “The Living Legend Award for Photography and Film” del Pratt Institute of Art.
Fotografo delle campagne pubblicitarie di Versace e Ralph Lauren, le sue immagini vengono pubblicate dalle più prestigiose riviste di moda, fra cui, appunto, Vogue, Vanity Fair, Interview, e da riviste underground. Ha esposto in tutto il mondo in gallerie e musei. Ha pubblicato 16 libri, fra i quali i celebri Shufly, The Chop Suey Club, A House is not a home, Gentle Giants, e Rio de Janeiro.
La mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18.30. chiusa il lunedì.
“Bruce Weber – sottolinea il Sindaco di Palermo, Diego Cammarata – è un nome troppo noto e prestigioso, riconosciuto in tutto il mondo, per non essere felici di ospitare una sua mostra a Palazzo Ziino, promossa dall’Amministrazione comunale, e che costituisce un autentico evento per Palermo. Weber è entrato ormai a pieno titolo nella storia della fotografia, e la sua vicenda personale e artistica ne fanno, ad un tempo, un raffinatissimo creatore di emozioni ed un geniale interprete di quest’epoca, in cui l’immagine ha conquistato il dominio della quotidianità. Così, i ritratti come gli ambienti, come la moda, come i video diventano, in Weber, occasione di un gioco seduttivo e di un percorso di conoscenza”.
“Guardando le sue fotografie – aggiunge il sindaco Cammarata – non si può non rimanere stupiti dalla sapienza e dalla semplicità con cui sa rappresentare fino in fondo, e con felicità di suggestioni, la bellezza esteriore, ma riuscendo anche a cogliere la profondità e l’anima dei soggetti che ritrae. Tutto ciò è prerogativa soltanto degli autentici artisti, per i quali il mezzo e la tecnica sono al servizio della fantasia”.
03
dicembre 2004
Bruce Weber: My own story in Vogue
Dal 03 dicembre 2004 al 02 febbraio 2005
fotografia
Location
PALAZZO ZIINO
Palermo, Via Dante, 53, (Palermo)
Palermo, Via Dante, 53, (Palermo)
Biglietti
7€
Vernissage
3 Dicembre 2004, alle 18