La pittrice Bruna Pizzarotti fa della pittura un laboratorio permanente, un costante esercizio concettuale, nell?ambito di quella complessa linea analitica, che indaga il linguaggio e le funzioni mentali che ne determinano il procedere.

Con le opere presenti Bruna Pizzarotti perviene a una nuova sintesi: l?attenzione si sposta dal binomio segno-colore alla materia, arricchendo la bidimensionalità con interventi pitto-scultorei caratterizzati dal quasi totale azzeramento cromatico, ottenuto con l?uso raffinato, tono su tono, dei ?bianchi? sintetici (bianco di titanio, di zinco, di piombo) e naturali (gesso, fibre naturali). Lo stesso elemento materico si inserisce nell?ambito di un?organizzazione compositiva rigorosamente geometrica.

In tal modo l?opera diviene il luogo in cui dialogano, non senza tensione, emozione e razionalità.

Emozionante è l?uso del materiale ?bruto?, ottenuto con paste gessose e collose, spesso arricchite di oggetti minimi, soggetti al processo di degrado e di evoluzione (si veda l?uso del ferro ruggine).