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Bruno Raspanti
prima mostra antologica di Bruno Raspanti, a Bologna, grande scultore, studioso ed esecutore raffinato ed elegante, espone in uno dei grandi luoghi della scultura quale il complesso monumentale di Santa Maria della Vita
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 3 dicembre 2010 la prima mostra antologica di Bruno Raspanti, a Bologna, grande scultore, studioso ed esecutore raffinato ed elegante, espone in uno dei grandi luoghi della scultura quale il complesso monumentale di Santa Maria della Vita. Quaranta opere dell’artista nato a Ozzano Emilia richiamano spesso, nello spunto e nei materiali, alcune delle opere che sono racchiuse all’interno dell’intero complesso, in un arco temporale che va dal XV secolo fino agli inizi del Novecento, tra cui il Compianto di Niccolò dell’Arca, la più famosa opera d’arte tra le terracotte rinascimentali. Coppi, legni, bronzo, a volte patinato a volte colorato, fili di ferro, rame, terrecotte, marmo: sono questi i tanti materiali d’uso quotidiano e costante delle opere raspantiane.
Un lavoro talmente carico di poesia da colpire ed entusiasmare per primi alcuni dei più stimati artisti e critici d’arte, scatole, o altri contenitori simili, che Raspanti stesso costruisce per inserirvi oggetti-documento che raccontano una storia, “teatrini della memoria”, talvolta “sogni solidificati”. Bruno Raspanti usa materiali poveri, riciclati, spesso la terracotta: in un susseguirsi di grumi e zolle, colori e materiali in cui le impronte del pollice e delle altre dita della mano diventano sempre più visibili a dimostrazione che sono queste “impronte” a dare vita all’opera d’arte.
Altri suoi lavori, i tavoli e i carrioli, sono come molte delle poesie brevi di Emily Dickinson o di altri poeti dell’Otto-Novecento: poesie-racconti-teatrini-sculture, intime ma intense, a volte racconti di situazioni tragiche o ironiche e a volte divertenti, come descritte in due righe, ma fulminanti. E i baccelli, che lui chiama così perché in effetti sembrano baccelli di piselli o di altri legumi. Alcuni sono capovolti a sembrare colline, altri invece sono poggiati in equilibrio sulla parte convessa a sembrare barche o navi, altri ancora realizzati in terracotta sono cavi. Sono opere meravigliose, non solo per quanto riguarda i colori, le figure che contengono, il significato che portano dentro di sé, ma proprio perché a molti osservatori fanno aprire gli occhi di stupore e meraviglia, come se all’improvviso fossimo tornati tutti bambini. Perché è la ricerca l’attività fondante del percorso umano, pare dire Raspanti, con quel suo linguaggio universale che trascorre dal tempo e dallo spazio.
La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Bologna e in collaborazione con Pro-cord S.p.a., Chemia, Merighi Arte.
Resterà aperta al pubblico dal martedì alla domenica (10-12 e 15-19) fino al 20 gennaio 2011.
La mostra è accompagnata dal catalogo “Bruno Raspanti” edito da Bononia University Press, su progetto grafico e impaginazione di Kuni design strategy e Lizart comunicazione visiva. Il volume, con doppia copertina, contiene oltre alla prefazione di Fabio Roversi-Monaco, Presidente della Fondazione Carisbo, testi di Adriano Baccilieri, Graziano Campanini e Grazia Poli. Le fotografie sono di Adriano Baccilieri, Piero Casadei, Antonio Cesari, Matteo Monti, Andrea Samaritani e Paolo Terzi.
Un lavoro talmente carico di poesia da colpire ed entusiasmare per primi alcuni dei più stimati artisti e critici d’arte, scatole, o altri contenitori simili, che Raspanti stesso costruisce per inserirvi oggetti-documento che raccontano una storia, “teatrini della memoria”, talvolta “sogni solidificati”. Bruno Raspanti usa materiali poveri, riciclati, spesso la terracotta: in un susseguirsi di grumi e zolle, colori e materiali in cui le impronte del pollice e delle altre dita della mano diventano sempre più visibili a dimostrazione che sono queste “impronte” a dare vita all’opera d’arte.
Altri suoi lavori, i tavoli e i carrioli, sono come molte delle poesie brevi di Emily Dickinson o di altri poeti dell’Otto-Novecento: poesie-racconti-teatrini-sculture, intime ma intense, a volte racconti di situazioni tragiche o ironiche e a volte divertenti, come descritte in due righe, ma fulminanti. E i baccelli, che lui chiama così perché in effetti sembrano baccelli di piselli o di altri legumi. Alcuni sono capovolti a sembrare colline, altri invece sono poggiati in equilibrio sulla parte convessa a sembrare barche o navi, altri ancora realizzati in terracotta sono cavi. Sono opere meravigliose, non solo per quanto riguarda i colori, le figure che contengono, il significato che portano dentro di sé, ma proprio perché a molti osservatori fanno aprire gli occhi di stupore e meraviglia, come se all’improvviso fossimo tornati tutti bambini. Perché è la ricerca l’attività fondante del percorso umano, pare dire Raspanti, con quel suo linguaggio universale che trascorre dal tempo e dallo spazio.
La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Bologna e in collaborazione con Pro-cord S.p.a., Chemia, Merighi Arte.
Resterà aperta al pubblico dal martedì alla domenica (10-12 e 15-19) fino al 20 gennaio 2011.
La mostra è accompagnata dal catalogo “Bruno Raspanti” edito da Bononia University Press, su progetto grafico e impaginazione di Kuni design strategy e Lizart comunicazione visiva. Il volume, con doppia copertina, contiene oltre alla prefazione di Fabio Roversi-Monaco, Presidente della Fondazione Carisbo, testi di Adriano Baccilieri, Graziano Campanini e Grazia Poli. Le fotografie sono di Adriano Baccilieri, Piero Casadei, Antonio Cesari, Matteo Monti, Andrea Samaritani e Paolo Terzi.
03
dicembre 2010
Bruno Raspanti
Dal 03 dicembre 2010 al 20 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
ORATORIO DI SANTA MARIA DELLA VITA – MUSEO DELLA SANITA’ E DELL’ASSISTENZA
Bologna, Via Clavature, 8, (Bologna)
Bologna, Via Clavature, 8, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica (10-12 e 15-19)
Vernissage
3 Dicembre 2010, ore 18
Editore
BONONIA U.P.
Autore
Curatore