Arrivavi al Calisto e nello spazio del locale incontravi un concetto diverso.
Era il tempo in cui declinava il minimal standard ed asettico degli anno ’80.
Le osterie erano già scomparse e le televisioni prima ed i videogames poi erano divenuti i protagonisti dei bar, poco prima che la telefonia mobile e poi le reti riducessero in frammenti le frequentazioni. Nel 1992 la sua autonomia estetica fu subito comunicata chiaramente.Pareti bianche componibili per allestimenti espositivi ed arredi essenziali per le consumazioni. Il tocco di Fabrizio e Roberto è apparso subito armonico perché in questa organizzazione dello spazio, convivevano contemporaneamente artisti & clienti, creando spontaneamente una comunità di relazioni solidali.Un vero e proprio confine mobile in progress di umanità,sempre intuito dalle bariste stesse che attraversano la retta del bancone ed i punti dello spazio nell’andirivieni con la grazia attentiva del loro servizio disponibile. Così il Calisto è l’anima di un territorio.Continua la sua sottile trasformazione mentre le grandi città cercano il ritmo della moda ed i piccoli centri le seguono in una gara alla cancellazione della memoria.Quest’anima è ancora qui fra noi.Nella pulsazione del tempo riscalda con l’amicizia il nostro cuore.

Settembre 2012 Alberto Mori