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Carlo Ciussi – 1964-2011
Tra gli affreschi trecenteschi, i soffitti lignei e i resti archeologici di Casa Cavazzini saranno presentate cinquanta opere di Carlo Ciussi che ne ripercorrono il percorso artistico dall’inizio degli anni Sessanta sino ai giorni nostri.
Comunicato stampa
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Dal 21 maggio al 2 ottobre nel nuovo spazio espositivo di Casa Cavazzini dei Musei Civici di Udine - futura sede della Galleria d’Arte Moderna – si terrà la mostra “Carlo Ciussi 1964-2011” curata da Luca Massimo Barbero.
Tra gli affreschi trecenteschi, i soffitti lignei e i resti archeologici di Casa Cavazzini saranno presentate cinquanta opere di Carlo Ciussi che ne ripercorrono il percorso artistico dall’inizio degli anni Sessanta sino ai giorni nostri.
La mostra, suddivisa in sezioni nei dieci ampi ambienti espositivi, si apre con opere di grandi dimensioni realizzate nei primi anni Duemila e caratterizzate da quadrati e rettangoli oblunghi che assumono il valore e il ritmo di una forma di scrittura che si dipana nello spazio.
In dialogo con i resti archeologici di Casa Cavazzini, sono presentati i lavori della fine degli anni Ottanta caratterizzate dalla ripetizione incantatrice di trame fluide che solcano la superficie della tela tramutandola in un tessuto di forze pittoriche.
Nella terza sala sono esposti i lavori dei primi anni Sessanta quando Ciussi, su invito di Afro, partecipa alla XXXII Biennale di Venezia del 1964.
In queste opere, scrive Luca Massimo Barbero, “la scansione del colore si declina in una chiave fortemente emotiva attraverso la quale Ciussi esprime la necessità di trovare una sintassi organizzativa che possa comunicare e costituire attivamente, non solo registrare ed esprimere, l’emozione del mondo”.
Nei suggestivi spazi della sala delle colonne vengono presentati i lavori degli anni Settanta dove, come scrive Giuseppe Marchiori, “ai tondi nel quadrato si alternano rettangoli con strisce verticali le combinazioni trovate dei valori tonali rivelano le preziose facoltà percettive del pittore”.
Nelle due sale seguenti sono esposti i lavori della fine degli anni Settanta e degli inizi degli anni Ottanta in cui l’astrazione geometrica di Ciussi parte direttamente dal colore: allineate verticalmente le campiture cromatiche mostrano la loro tensione in una spazialità luminosa.
Nel salone centrale del Museo è presentata Struttura a cinque elementi, opera tridimensionale del 1996, costituita da cinque pannelli concatenati a cerniera di sette metri di lunghezza e due metri di altezza mentre nella sala seguente sono esposte sei colonne appartenenti allo stesso anno dove la pittura è ritmata dall’articolazione del segno.
Nelle ultime due sale sono presentati i lavori più recenti di Ciussi dove la liberazione dalle sagome porta a una nuova modalità compositiva e tonale della pittura.
In apertura della mostra, all’esterno di Casa Cavazzini, e nel cortile interno degli spazi espositivi sono esposte due sculture in ferro di oltre cinque metri ciascuna dove, come scrive Francesca Pola “forme minime come il cubo o il quadrato si aprono, accostano, moltiplicano: in bilico e in dialogo. La loro stessa presenza vive di pause e interruzioni, silenzi e discontinuità, parallelismi e scarti, in cui si muove e articola la spazialità della coscienza”.
In occasione della mostra sarà pubblicato un volume, a cura di Luca Massimo Barbero, che attraverso un ricco apparato iconografico e un’antologia di testi critici coevi ripercorre l’intero percorso creativo di Carlo Ciussi dagli anni Sessanta a oggi.
Il volume sarà corredato inoltre da una sezione, a cura di Francesca Pola, dedicata alle opere dell’artista che superando le forme e i modi della pittura, invadono spazialità più articolate ed estese, come quelle della scultura e dell’architettura.
Nota biografica
Carlo Ciussi nasce a Udine il 25 Gennaio 1930. Vive e lavora tra Milano e Udine.
Tra il 1945 e il 1949 frequenta il liceo artistico a Venezia dove nel 1948 si tiene la prima Biennale d’arte del dopoguerra durante la quale Ciussi ha l’opportunità di apprezzare l’opera di artisti quali Pablo Picasso e Gino Rossi e ancora le opere del gruppo di artisti aderenti al Fronte Nuovo delle Arti. Durante l’ultimo anno di permanenza nel capoluogo veneto entra in contatto con gli artisti Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato e Lorenzo Viani.
Tra il 1949 e il 1957 Ciussi si vede costretto ad abbandonare Venezia per lavorare presso la tipografia del padre a Udine. In questi anni continua a dedicarsi alla pittura - pittura dal segno vigoroso caratterizzata da impulsi espressionistici e richiami neocubisti - ma il lavoro non gli consente un impegno continuativo. Nel 1955 una sua opera è presentata alla VII Quariennale d’arte contemporanea di Roma.
Nel 1957 conosce Lina, con la quale condividerà la sua vita.
Nei primissimi anni Sessanta Ciussi approfondisce il rapporto di amicizia che si era creato durante il periodo veneziano con Giuseppe Santomaso. Nel ’62 Santomaso raggiunge Ciussi a Udine per alcuni mesi durante i quali nascono i lavori del ciclo “Paese Perduto”e successivamente partono insieme per un viaggio in Montenegro, Kosovo e Macedonia che li segnerà profondamente. Il ritorno negli stessi luoghi nel 1963 sarà spunto e motivo del prolifico ciclo “Lettera da Skoplje”.
Nei primi anni Sessanta, anche grazie a Santomaso, Ciussi entra in contatto con Giuseppe Marchiori e Afro Basaldella, che ne influenzano notevolmente l’universo creativo. Nel 1964 è Afro stesso, che faceva parte insieme a Lucio Fontana (che invita Mario Nigro) della Sottocommissione per le Arti Figurative della Biennale, a invitarlo a partecipare alle Biennale di Venezia dove presenta opere di stampo materico che in parte si distaccano dalla produzione di tipo informale che aveva caratterizzato il triennio precedente e che segnano un momento di passaggio alle linde geometrie e alle scritture segniche proprie delle opere degli anni Sessanta.
Dal 1962, inoltre, Ciussi frequenta a Milano la Galleria Stendhal di Italo Furlan ed Ermanno Mori dove ritrova l’amico Sandro Garlatti. Nel 1964 prende uno studio in piazza Sant’Alessandro a Milano poiché gli viene offerto un contratto stabile dalla galleria che gli permetterà di dedicarsi in maniera costante alla pittura. Nello stesso anno incontra il poeta Carlo Invernizzi che, coinvolto dal mondo creativo, instaurerà un continuativo rapporto di amicizia e stima. Del 1965 è la prima personale presso la galleria Stendhal (accompagnata da un catalogo con saggio di Giuseppe Marchiori) e la partecipazione alla IX Quadriennale d’arte di Roma. Nel 1966 sono la seconda personale alla galleria Stendhal per la quale viene editato un catalogo con saggio di Lara Vinca Masini e la partecipazione alle Biennale di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno, su invito dell’Architetto Emilio Mattioni, esegue un grande affresco e realizza due mosaici presso l’Istituto Malignani di Udine.
Il 1967 è l’anno della prima mostra personale presso la Galleria Paul Facchetti di Parigi.
Per realizzare parte delle opere esposte in questa occasione Ciussi affitta a Parigi, nei pressi del cimitero di Montparnasse, uno studio appartenuto durante la guerra a Picasso. La mostra, corredata da un catalogo con testi di Giuseppe Marchiori e Michel Seuphor, ha grande successo e alcuni documenti fotografici dell’allestimento vengono pubblicati su la rivista “Le Monde”.
Seguirà nel 1971 un’altra mostra personale a Parigi, poi presentata anche presso la sede di Zurigo.
Nel 1968 tiene due personali, una presso la Galleria Stendhal curata da Gillo Dorfles, e un’altra alla galleria de Il Cavallino di Venezia a cura di Giulio Carlo Argan.
Nel 1970 lascia Udine con Lina per trasferirsi a Cividale del Friuli e vince il premio Morgan’s Paint di Ravenna, mentre, nell’anno seguente, è vincitore del premio Sperticano di Bologna e del premio Michetti di Francavilla al Mare.
Nel 1973 su invito dell’Architetto Ferdinando Anichini realizza una scultura e un pavimento in pietra nell’edificio di Viale Papiniano 26 a Milano.
Del 1974 è la prima mostra antologica a Palazzo Torriani di Gradisca d’Isonzo curata da Lara Vinca Masini e Charles Spencer. Nel 1975 gli viene dedicata una mostra al palazzo Municipale di Perugia e Spoleto e nel 1976 di nuovo alla Stendhal una retrospettiva che presenta lavori a partire dal 1963. Nella seconda metà degli anni Settanta Ciussi avvia una personale ricerca artistica sul colore come attività di progettazione.
Presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Parco Massari a Ferrara si tiene nel 1977 una mostra antologica dedicata al suo lavoro curata da Giuseppe Marchiori e nel 1980 espone le sue opere in una mostra personale alla galleria Lorenzelli Arte di Milano.
Le opere degli anni Ottanta vedono concentrare la riflessione di Ciussi sull’indagine del segno e della traccia in pittura ma anche nella produzione scultorea che in questi anni, insieme agli interventi ambientali, assume un peso sempre più rilevante nella ricerca artistica.
Nel 1986 viene invitato alla XLII Biennale d’Arte di Venezia dove espone due sculture all’aperto (oggi parte della collezione Calzavara) e nel 1988 partecipa alla mostra Il Museo degli artisti a Morterone. Nel 1989 viene invitato dall’architetto Gino Valle a realizzare un lavoro in aggetto per la Banca Rurale e Artigiana di Azzano Decimo.
Nei primissimi anni Novanta torna a vivere a Udine.
Nel 1990 viene invitato con Rodolfo Aricò e Pino Pinelli alla mostra Divina Mania, una poetica bicipite a cura di Elisabeth Bozzi con testi poetici di Carlo Invernizzi, presentata al palazzo Municipale di Vignate e Gillo Dorfles cura una mostra personale a Santa Maria in Corte di Cividale del Friuli presentata poi al Museo Civico d’Arte Contemporanea di Gibellina. Nello stesso anno Lorenzo Mango lo invita a partecipare alla mostra collettiva La pelle dell’arte. Riflessione sulla superficie presso il Palazzo Municipale di Morterone e in seguito all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara.
Gli anni Novanta vedono un ulteriore approfondimento dell’indagine sul segno: le tracce che avevano caratterizzato la produzione del decennio precedente si irrigidiscono, frammentano e spezzano. Ciussi realizza grandi tele e tele sagomate tridimensionali autoportanti presentate nel 1997 alla galleria Lorenzelli Arte in occasione della mostra intitolata Ciussi. Armonico percorso.
Nel 1992 realizza un grande intervento allo stadio Nereo Rocco di Trieste e nel 1994 un mosaico per il pavimento del Palasport di Trieste.
Nel 1993 oltre all’allestimento di due personali in contemporanea alla Galleria Plurima e alla galleria Colussa di Udine, Ciussi partecipa alla mostra organizzata dall’Associazione Culturale Amici di Morterone a cura di Claudio Cerritelli dedicata alle opere degli anni 1960-1965. Nel 1996 realizza per l’Auditorium - progettato dall’architetto Gino Valle - dello Stabilimento Fantoni ad Osoppo un intervento parietale e un soffitto. Nel 1997 viene invitato da Giorgio Bonomi alla mostra Trilogia al Centro Espositivo della Rocca Paolina di Perugia mentre Giovanni Maria Accame in occasione della mostra antologica al Civico Museo Revoltella di Trieste, cura un’importante monografia intitolata Carlo Ciussi 1947-1997. La pittura come urgenza ed emozione edita da Charta. Nel 1998 viene allestita una grande mostra personale, a cura di Christoph Sholl e Tito Maniacco, alla Esslinger Kunstvereins Villa Merkel di Esslingen, l’anno successivo, anche grazie al rapporto di amicizia e stima che lega l’artista al presidente dell’orchestra Verdi, Carlo Juker, alcune sue opere arricchiscono il Teatro Massimo di Milano mentre nel 2000 si tiene alla Mestna Galerija di Lubiana una mostra personale. Sempre nel 2000 realizza alcuni interventi per la Termomeccanica di La Spezia: un pavimento in seminato veneziano e una struttura in ferro sovrastante l’edificio, e una scultura bicroma per l’interno.
Gli anni Duemila vedono il ritorno di una ricerca pittorica di indagine sulla geometria e sulla forma come luogo del colore.
Nel 2003 partecipa alla mostra a cura di Claudio Cerritelli Tazio Nuvolari. Il mito della velocità, l’arte del movimento tenutasi presso la Casa del Mantegna di Mantova e l’anno successivo nella stessa sede alla mostra L’Incanto della pittura. Percorsi dell’arte italiana nel secondo Novecento. Tre grandi mostre personali vengono allestite in contemporanea nel 2005 presso gli spazi delle gallerie A arte Studio Invernizzi e Lorenzelli Arte e, in seguito, a Palazzo Isimbardi, sede principale della Provincia di Milano.
Nel 2008 la galleria A arte Studio Invernizzi, in occasione dell’evento Miraggi, presenta in Piazza della Scala a Milano una sua grande scultura in ferro, opera che poi viene installata permanentemente al Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone.
Altre importanti mostre personali si tengono nel 2007 nelle sale dello storico Palazzo dei Sette di Orvieto, nel 2009 alla Neuer Kunstverein di Aschaffenburg e alla Stadtgalerien di Klagenfurt, mentre nel 2010 espone opere scultoree e opere pittoriche nelle sale del Castello di Pergine. Inoltre nel 2009 viene invitato alla mostra intitolata Temi & Variazioni. Dalla grafia all’azzeramento presso la Peggy Guggenheim Collection di Venezia e nel 2011 viene invitato alla mostra Gli irripetibili anni 60. Un dialogo tra Roma e Milano che viene presentata a Roma a Palazzo Cipolla e successivamente a Milano presso Palazzo Reale.
Elenco opere esposte
Carlo Ciussi
Senza titolo, 1965, Olio su tela, cm 100x110
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi
Senza titolo 1974, Olio su tela e formica, cm 100x100
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi
Struttura a cinque elementi, 1996, Olio su tela, cm 210x700
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Colonne, 1996, misure varie:
Colonna 1996, olio su tela, cm 300x45x45
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 210x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 165x35x35
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2005, Olio su tela, cm 200x160
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2009, Olio su tela, cm 180x124
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 1984, Ferro, cm 300x120x100
XLII Biennale di Venezia, Venezia 1986
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2008, Ferro, cm 390x100x105
Piazza della Scala, Milano 2008
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Tra gli affreschi trecenteschi, i soffitti lignei e i resti archeologici di Casa Cavazzini saranno presentate cinquanta opere di Carlo Ciussi che ne ripercorrono il percorso artistico dall’inizio degli anni Sessanta sino ai giorni nostri.
La mostra, suddivisa in sezioni nei dieci ampi ambienti espositivi, si apre con opere di grandi dimensioni realizzate nei primi anni Duemila e caratterizzate da quadrati e rettangoli oblunghi che assumono il valore e il ritmo di una forma di scrittura che si dipana nello spazio.
In dialogo con i resti archeologici di Casa Cavazzini, sono presentati i lavori della fine degli anni Ottanta caratterizzate dalla ripetizione incantatrice di trame fluide che solcano la superficie della tela tramutandola in un tessuto di forze pittoriche.
Nella terza sala sono esposti i lavori dei primi anni Sessanta quando Ciussi, su invito di Afro, partecipa alla XXXII Biennale di Venezia del 1964.
In queste opere, scrive Luca Massimo Barbero, “la scansione del colore si declina in una chiave fortemente emotiva attraverso la quale Ciussi esprime la necessità di trovare una sintassi organizzativa che possa comunicare e costituire attivamente, non solo registrare ed esprimere, l’emozione del mondo”.
Nei suggestivi spazi della sala delle colonne vengono presentati i lavori degli anni Settanta dove, come scrive Giuseppe Marchiori, “ai tondi nel quadrato si alternano rettangoli con strisce verticali le combinazioni trovate dei valori tonali rivelano le preziose facoltà percettive del pittore”.
Nelle due sale seguenti sono esposti i lavori della fine degli anni Settanta e degli inizi degli anni Ottanta in cui l’astrazione geometrica di Ciussi parte direttamente dal colore: allineate verticalmente le campiture cromatiche mostrano la loro tensione in una spazialità luminosa.
Nel salone centrale del Museo è presentata Struttura a cinque elementi, opera tridimensionale del 1996, costituita da cinque pannelli concatenati a cerniera di sette metri di lunghezza e due metri di altezza mentre nella sala seguente sono esposte sei colonne appartenenti allo stesso anno dove la pittura è ritmata dall’articolazione del segno.
Nelle ultime due sale sono presentati i lavori più recenti di Ciussi dove la liberazione dalle sagome porta a una nuova modalità compositiva e tonale della pittura.
In apertura della mostra, all’esterno di Casa Cavazzini, e nel cortile interno degli spazi espositivi sono esposte due sculture in ferro di oltre cinque metri ciascuna dove, come scrive Francesca Pola “forme minime come il cubo o il quadrato si aprono, accostano, moltiplicano: in bilico e in dialogo. La loro stessa presenza vive di pause e interruzioni, silenzi e discontinuità, parallelismi e scarti, in cui si muove e articola la spazialità della coscienza”.
In occasione della mostra sarà pubblicato un volume, a cura di Luca Massimo Barbero, che attraverso un ricco apparato iconografico e un’antologia di testi critici coevi ripercorre l’intero percorso creativo di Carlo Ciussi dagli anni Sessanta a oggi.
Il volume sarà corredato inoltre da una sezione, a cura di Francesca Pola, dedicata alle opere dell’artista che superando le forme e i modi della pittura, invadono spazialità più articolate ed estese, come quelle della scultura e dell’architettura.
Nota biografica
Carlo Ciussi nasce a Udine il 25 Gennaio 1930. Vive e lavora tra Milano e Udine.
Tra il 1945 e il 1949 frequenta il liceo artistico a Venezia dove nel 1948 si tiene la prima Biennale d’arte del dopoguerra durante la quale Ciussi ha l’opportunità di apprezzare l’opera di artisti quali Pablo Picasso e Gino Rossi e ancora le opere del gruppo di artisti aderenti al Fronte Nuovo delle Arti. Durante l’ultimo anno di permanenza nel capoluogo veneto entra in contatto con gli artisti Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato e Lorenzo Viani.
Tra il 1949 e il 1957 Ciussi si vede costretto ad abbandonare Venezia per lavorare presso la tipografia del padre a Udine. In questi anni continua a dedicarsi alla pittura - pittura dal segno vigoroso caratterizzata da impulsi espressionistici e richiami neocubisti - ma il lavoro non gli consente un impegno continuativo. Nel 1955 una sua opera è presentata alla VII Quariennale d’arte contemporanea di Roma.
Nel 1957 conosce Lina, con la quale condividerà la sua vita.
Nei primissimi anni Sessanta Ciussi approfondisce il rapporto di amicizia che si era creato durante il periodo veneziano con Giuseppe Santomaso. Nel ’62 Santomaso raggiunge Ciussi a Udine per alcuni mesi durante i quali nascono i lavori del ciclo “Paese Perduto”e successivamente partono insieme per un viaggio in Montenegro, Kosovo e Macedonia che li segnerà profondamente. Il ritorno negli stessi luoghi nel 1963 sarà spunto e motivo del prolifico ciclo “Lettera da Skoplje”.
Nei primi anni Sessanta, anche grazie a Santomaso, Ciussi entra in contatto con Giuseppe Marchiori e Afro Basaldella, che ne influenzano notevolmente l’universo creativo. Nel 1964 è Afro stesso, che faceva parte insieme a Lucio Fontana (che invita Mario Nigro) della Sottocommissione per le Arti Figurative della Biennale, a invitarlo a partecipare alle Biennale di Venezia dove presenta opere di stampo materico che in parte si distaccano dalla produzione di tipo informale che aveva caratterizzato il triennio precedente e che segnano un momento di passaggio alle linde geometrie e alle scritture segniche proprie delle opere degli anni Sessanta.
Dal 1962, inoltre, Ciussi frequenta a Milano la Galleria Stendhal di Italo Furlan ed Ermanno Mori dove ritrova l’amico Sandro Garlatti. Nel 1964 prende uno studio in piazza Sant’Alessandro a Milano poiché gli viene offerto un contratto stabile dalla galleria che gli permetterà di dedicarsi in maniera costante alla pittura. Nello stesso anno incontra il poeta Carlo Invernizzi che, coinvolto dal mondo creativo, instaurerà un continuativo rapporto di amicizia e stima. Del 1965 è la prima personale presso la galleria Stendhal (accompagnata da un catalogo con saggio di Giuseppe Marchiori) e la partecipazione alla IX Quadriennale d’arte di Roma. Nel 1966 sono la seconda personale alla galleria Stendhal per la quale viene editato un catalogo con saggio di Lara Vinca Masini e la partecipazione alle Biennale di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno, su invito dell’Architetto Emilio Mattioni, esegue un grande affresco e realizza due mosaici presso l’Istituto Malignani di Udine.
Il 1967 è l’anno della prima mostra personale presso la Galleria Paul Facchetti di Parigi.
Per realizzare parte delle opere esposte in questa occasione Ciussi affitta a Parigi, nei pressi del cimitero di Montparnasse, uno studio appartenuto durante la guerra a Picasso. La mostra, corredata da un catalogo con testi di Giuseppe Marchiori e Michel Seuphor, ha grande successo e alcuni documenti fotografici dell’allestimento vengono pubblicati su la rivista “Le Monde”.
Seguirà nel 1971 un’altra mostra personale a Parigi, poi presentata anche presso la sede di Zurigo.
Nel 1968 tiene due personali, una presso la Galleria Stendhal curata da Gillo Dorfles, e un’altra alla galleria de Il Cavallino di Venezia a cura di Giulio Carlo Argan.
Nel 1970 lascia Udine con Lina per trasferirsi a Cividale del Friuli e vince il premio Morgan’s Paint di Ravenna, mentre, nell’anno seguente, è vincitore del premio Sperticano di Bologna e del premio Michetti di Francavilla al Mare.
Nel 1973 su invito dell’Architetto Ferdinando Anichini realizza una scultura e un pavimento in pietra nell’edificio di Viale Papiniano 26 a Milano.
Del 1974 è la prima mostra antologica a Palazzo Torriani di Gradisca d’Isonzo curata da Lara Vinca Masini e Charles Spencer. Nel 1975 gli viene dedicata una mostra al palazzo Municipale di Perugia e Spoleto e nel 1976 di nuovo alla Stendhal una retrospettiva che presenta lavori a partire dal 1963. Nella seconda metà degli anni Settanta Ciussi avvia una personale ricerca artistica sul colore come attività di progettazione.
Presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Parco Massari a Ferrara si tiene nel 1977 una mostra antologica dedicata al suo lavoro curata da Giuseppe Marchiori e nel 1980 espone le sue opere in una mostra personale alla galleria Lorenzelli Arte di Milano.
Le opere degli anni Ottanta vedono concentrare la riflessione di Ciussi sull’indagine del segno e della traccia in pittura ma anche nella produzione scultorea che in questi anni, insieme agli interventi ambientali, assume un peso sempre più rilevante nella ricerca artistica.
Nel 1986 viene invitato alla XLII Biennale d’Arte di Venezia dove espone due sculture all’aperto (oggi parte della collezione Calzavara) e nel 1988 partecipa alla mostra Il Museo degli artisti a Morterone. Nel 1989 viene invitato dall’architetto Gino Valle a realizzare un lavoro in aggetto per la Banca Rurale e Artigiana di Azzano Decimo.
Nei primissimi anni Novanta torna a vivere a Udine.
Nel 1990 viene invitato con Rodolfo Aricò e Pino Pinelli alla mostra Divina Mania, una poetica bicipite a cura di Elisabeth Bozzi con testi poetici di Carlo Invernizzi, presentata al palazzo Municipale di Vignate e Gillo Dorfles cura una mostra personale a Santa Maria in Corte di Cividale del Friuli presentata poi al Museo Civico d’Arte Contemporanea di Gibellina. Nello stesso anno Lorenzo Mango lo invita a partecipare alla mostra collettiva La pelle dell’arte. Riflessione sulla superficie presso il Palazzo Municipale di Morterone e in seguito all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara.
Gli anni Novanta vedono un ulteriore approfondimento dell’indagine sul segno: le tracce che avevano caratterizzato la produzione del decennio precedente si irrigidiscono, frammentano e spezzano. Ciussi realizza grandi tele e tele sagomate tridimensionali autoportanti presentate nel 1997 alla galleria Lorenzelli Arte in occasione della mostra intitolata Ciussi. Armonico percorso.
Nel 1992 realizza un grande intervento allo stadio Nereo Rocco di Trieste e nel 1994 un mosaico per il pavimento del Palasport di Trieste.
Nel 1993 oltre all’allestimento di due personali in contemporanea alla Galleria Plurima e alla galleria Colussa di Udine, Ciussi partecipa alla mostra organizzata dall’Associazione Culturale Amici di Morterone a cura di Claudio Cerritelli dedicata alle opere degli anni 1960-1965. Nel 1996 realizza per l’Auditorium - progettato dall’architetto Gino Valle - dello Stabilimento Fantoni ad Osoppo un intervento parietale e un soffitto. Nel 1997 viene invitato da Giorgio Bonomi alla mostra Trilogia al Centro Espositivo della Rocca Paolina di Perugia mentre Giovanni Maria Accame in occasione della mostra antologica al Civico Museo Revoltella di Trieste, cura un’importante monografia intitolata Carlo Ciussi 1947-1997. La pittura come urgenza ed emozione edita da Charta. Nel 1998 viene allestita una grande mostra personale, a cura di Christoph Sholl e Tito Maniacco, alla Esslinger Kunstvereins Villa Merkel di Esslingen, l’anno successivo, anche grazie al rapporto di amicizia e stima che lega l’artista al presidente dell’orchestra Verdi, Carlo Juker, alcune sue opere arricchiscono il Teatro Massimo di Milano mentre nel 2000 si tiene alla Mestna Galerija di Lubiana una mostra personale. Sempre nel 2000 realizza alcuni interventi per la Termomeccanica di La Spezia: un pavimento in seminato veneziano e una struttura in ferro sovrastante l’edificio, e una scultura bicroma per l’interno.
Gli anni Duemila vedono il ritorno di una ricerca pittorica di indagine sulla geometria e sulla forma come luogo del colore.
Nel 2003 partecipa alla mostra a cura di Claudio Cerritelli Tazio Nuvolari. Il mito della velocità, l’arte del movimento tenutasi presso la Casa del Mantegna di Mantova e l’anno successivo nella stessa sede alla mostra L’Incanto della pittura. Percorsi dell’arte italiana nel secondo Novecento. Tre grandi mostre personali vengono allestite in contemporanea nel 2005 presso gli spazi delle gallerie A arte Studio Invernizzi e Lorenzelli Arte e, in seguito, a Palazzo Isimbardi, sede principale della Provincia di Milano.
Nel 2008 la galleria A arte Studio Invernizzi, in occasione dell’evento Miraggi, presenta in Piazza della Scala a Milano una sua grande scultura in ferro, opera che poi viene installata permanentemente al Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone.
Altre importanti mostre personali si tengono nel 2007 nelle sale dello storico Palazzo dei Sette di Orvieto, nel 2009 alla Neuer Kunstverein di Aschaffenburg e alla Stadtgalerien di Klagenfurt, mentre nel 2010 espone opere scultoree e opere pittoriche nelle sale del Castello di Pergine. Inoltre nel 2009 viene invitato alla mostra intitolata Temi & Variazioni. Dalla grafia all’azzeramento presso la Peggy Guggenheim Collection di Venezia e nel 2011 viene invitato alla mostra Gli irripetibili anni 60. Un dialogo tra Roma e Milano che viene presentata a Roma a Palazzo Cipolla e successivamente a Milano presso Palazzo Reale.
Elenco opere esposte
Carlo Ciussi
Senza titolo, 1965, Olio su tela, cm 100x110
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi
Senza titolo 1974, Olio su tela e formica, cm 100x100
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi
Struttura a cinque elementi, 1996, Olio su tela, cm 210x700
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Colonne, 1996, misure varie:
Colonna 1996, olio su tela, cm 300x45x45
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 230x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 210x35x35
Colonna 1996, olio su tela, cm 165x35x35
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2005, Olio su tela, cm 200x160
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2009, Olio su tela, cm 180x124
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 1984, Ferro, cm 300x120x100
XLII Biennale di Venezia, Venezia 1986
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
Carlo Ciussi, Senza titolo, 2008, Ferro, cm 390x100x105
Piazza della Scala, Milano 2008
Courtesy A arte Studio Invernizzi, Milano
21
maggio 2011
Carlo Ciussi – 1964-2011
Dal 21 maggio al 02 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
CASA CAVAZZINI – MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Udine, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 14, (Udine)
Udine, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 14, (Udine)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì 15 - 19 / sabato, domenica e festivi 10.30 – 19.
Da martedì a venerdì aperto il mattino su prenotazione per gruppi con visita guidata
Vernissage
21 Maggio 2011, ore 18
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS
Autore
Curatore