Sabato 18 luglio alle ore 18,00 presso la chiesa di Santa Faustina a Camerano si è tenuta l'inaugurazione della mostra di incisioni tratte dalle opere del pittore cameranese Carlo Maratti dal titolo " Collezionismo e diffusione dei modelli maratteschi. Esempi grafici da Ascoli a Camerano". La mostra è stata curata da Stefano Papetti, noto storico d'arte, collaboratore in numerose mostre di rilievo nazionale ed internazionale, tra le ultime la mostra allestita a Caldarola "le stanze del Cardinale". L'evento è stato promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Camerano, dall'assessore Ottavia Erbaggi, che da tempo ha avviato una serie di iniziative ed eventi volti a valorizzare e riscoprire la figura del grande pittore. La Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno possiede nelle proprie raccolte grafiche una cospicua serie di incisioni tratte dai dipinti di Carlo Maratti, appartenute alla famiglia dei pittori fermani Ubaldo e Natale Ricci, al pittore di Montefortino Fortunato Duranti (1787-1863) e successivamente allo studioso ascolano Giulio Gabrielli (1832-1910), presso il quale le stampe vennero acquistate dall'Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno. Sono state individuate 21 incisioni in buono stato di conservazione e così esposte fino al 15 agosto presso la chiesa di S. Faustina, dove grazie alla munificienza del Maratti, si conservano i ritratti del pittore e della moglie eseguiti da Camillo Rusconi ed una pala d'altare della bottega del maestro. La mostra delle incisioni in oggetto non ha l'intento di testimoniare nella sua complessità il fenomeno della riproduzione a stampa dei dipinti del Maratti, ma piuttosto far comprendere quale importanza abbiano avuto i modelli del maestro di Camerano, divulgati attraverso le incisioni, per l'attività di alcune botteghe presenti nelle Marche meridionali fra Sei e Settecento. Idee desunte dalle incisioni presentate sono state infatti sfruttate dagli artisti citati che nei loro laboratori avevano a disposizione una grande copia di materiale documentario al quale fare riferimento per le proprie creazioni. Alcuni dei fogli selezionati presentano infatti tracce di quadrettatura, indispensabile per il trasporto e l'ingrandimento delle immagini e comunque recano evidenti segni dell'uso al quale le stampe erano adibite dai proprietari. L'inedita e complessa ricerca d'archivio che ha consentito di risalire alla provenienza delle incisioni e di ricostruirne i successivi passaggi di proprietà apre nuovi scenari circa la diffusione e la divulgazione dei modelli maratteschi in ambito marchigiano e concorre a definire l'importanza del suo magistero nel contesto artistico settecentesco fino alle soglie del Neoclassicismo.