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Carlo Pasini – La traccia dei sogni
Il linguaggio dell’artista pavese che si presenta al pubblico con una serie di lavori innovativi dove alcune celebri icone dell’arte moderna e contemporanea diventano occasione per riflettere sul significato stesso dell’immagine e del suo immaginario, in un processo metamorfico che costringe la pittura a nuove verifiche.
Comunicato stampa
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Il linguaggio dell’artista pavese che si presenta al pubblico con una serie di lavori innovativi dove alcune celebri icone dell’arte moderna e contemporanea diventano occasione per riflettere sul significato stesso dell’immagine e del suo immaginario, in un processo metamorfico che costringe la pittura a nuove verifiche.
Se in Andy Warhol domina il concetto di serialità, nel caso di Pasini prevale lo spiazzamento inteso come traccia per evidenziare le differenze pur nell’ambito di una riconoscibilità apparente dell’immagine.
Le opere dell’artista giocano a rimpiattino con la nostra memoria in una continua tensione tra ciò che osserviamo e ciò che immaginiamo, sviluppando una percezione di carattere mentale.
Le opere sono realizzate con acrilici, smalti e puntine da disegno.
Queste ultime rappresentano infiniti tasselli che, a seconda della maggiore o minore vicinanza l’una all’altra, sviluppano tracciati imprevedibili lungo la superficie.
Per ciascuna realizzazione Pasini utilizza, in base alle misure, dalle 15 alle 30 mila puntine da disegno riconquistando la consapevolezza di un gesto meccanico in un continuo calembour visivo, dove l’immagine appare o scompare a seconda della posizione dell’osservatore.
Accanto alle Marilyn o ai ritratti di Mao ispirati a Warhol, non mancano le Ninfee con espliciti riferimenti a Claude Monet o la Dance ispirata a Henri Matisse in una produzione che scompagina le icone della storia dell’arte passando attraverso Pino Pascali e naturalmente Aldo Mondino, l’artista torinese di cui Pasini è stato assistente negli ultimi cinque anni.
Queste libere e giocose citazioni si intercalano con la serie delle Pelli di serpente dove Pasini crea immagini mutanti che tendono verso l’astrazione.
Se in Andy Warhol domina il concetto di serialità, nel caso di Pasini prevale lo spiazzamento inteso come traccia per evidenziare le differenze pur nell’ambito di una riconoscibilità apparente dell’immagine.
Le opere dell’artista giocano a rimpiattino con la nostra memoria in una continua tensione tra ciò che osserviamo e ciò che immaginiamo, sviluppando una percezione di carattere mentale.
Le opere sono realizzate con acrilici, smalti e puntine da disegno.
Queste ultime rappresentano infiniti tasselli che, a seconda della maggiore o minore vicinanza l’una all’altra, sviluppano tracciati imprevedibili lungo la superficie.
Per ciascuna realizzazione Pasini utilizza, in base alle misure, dalle 15 alle 30 mila puntine da disegno riconquistando la consapevolezza di un gesto meccanico in un continuo calembour visivo, dove l’immagine appare o scompare a seconda della posizione dell’osservatore.
Accanto alle Marilyn o ai ritratti di Mao ispirati a Warhol, non mancano le Ninfee con espliciti riferimenti a Claude Monet o la Dance ispirata a Henri Matisse in una produzione che scompagina le icone della storia dell’arte passando attraverso Pino Pascali e naturalmente Aldo Mondino, l’artista torinese di cui Pasini è stato assistente negli ultimi cinque anni.
Queste libere e giocose citazioni si intercalano con la serie delle Pelli di serpente dove Pasini crea immagini mutanti che tendono verso l’astrazione.
09
agosto 2009
Carlo Pasini – La traccia dei sogni
Dal 09 agosto al 27 settembre 2009
arte contemporanea
Location
VALENTE ARTE CONTEMPORANEA
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Orario di apertura
ore 9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00 festivi incluso
Vernissage
9 Agosto 2009, ore 11
Autore