Il lavoro presentato da Carmine Mauro, per la sua prima personale, ruota intorno alla ricerca dell’identità, indagata dall’artista, in questo periodo, attraverso l’universo alternativo dei Cosplayer.
Questi personaggi mitici appaiono all’interno delle fotografie in una sorta di paesaggio fatato e virtuale, che sembra rappresentarle a pieno, ma che lascia nell’animo di chi le guarda un sentimento di precarietà e di sospensione esistenziale.
Partendo dal presupposto che i Cosplayer sono personaggi appartenenti alla sfera della medialità, si può giungere alla conclusione che essi siano figure che non possono esistere se non in luoghi appartenenti alla virtualità; Carmine Mauro, tramuta invece i giochi, inserendo i suoi personaggi all’interno di realtà “vere”, con le quali le persone ritratte hanno un legame identitario e viscerale.
La contrapposizione tra i diversi piani di realtà-finzione, fa si che le location utilizzate si trasformino in mondi nuovi, in cui è la realtà virtuale a predominare. L’effetto-realtà che ne risulta è singolare e richiama alla mente i disegni infantili, molto facili da leggere, ma difficili da interpretare.

L’arte si impegna in queste opere in un complesso lavoro di ricerca e comprensione, che ha come risultato la congiunzione tra una figura che incarna un modello esistenziale riverberato dai media, e il suo eventuale ambiente-habitat.
Bisogna però essere coscienti che ciò può avvenire solo all’interno della dimensione visuale.