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Carol Rama
In occasione dell’Anno della Donna la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita una grande mostra antologica di Carol Rama, artista torinese premiata con il Leone d’oro alla carriera alla 50° Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
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La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo prosegue l’anno dedicato alla donna e presenta la grande antologica di Carol Rama, a cura di Guido Curto e Giorgio Verzotti. La mostra, aperta dal 9 marzo al 6 giugno negli spazi di Via Modane 16, e realizzata con il supporto della Città di Torino, rappresenta un approfondimento dell’intero percorso creativo dell’ottantacinquenne artista torinese che il 14 giugno del 2003 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla 50ª Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
Per l’occasione saranno esposte 140 opere pittoriche (ad acquerello, olio e tecnica mista), alcune delle quali inedite, realizzate dal 1936 ad oggi. Lavori caratterizzati da un linguaggio forte, dirompente, estremamente attuale che esplora il tema dell’identità femminile, con espliciti riferimenti al corpo e alla sensualità. Una particolare sezione sarà dedicata alle incisioni, un nucleo di 57 acqueforti che appartengono alla collezione permanente della Gam, Galleria civica d’Arte Moderna di Torino.
La mostra è co-prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal MART - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; nella sede del MART, a Rovereto, verrà presentata dall’ 11 settembre al 28 novembre 2004.
Dal 22 gennaio al 24 aprile 2005 l’antologica di Carol Rama sarà ospitata negli spazi espositivi del Baltic di Newcastle (UK).
“La Fondazione ha deciso di promuovere un’artista di Torino di levatura internazionale che sta avendo solo adesso un doveroso riconoscimento”, afferma il Presidente della Fondazione Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. “Il lavoro di Carol Rama è innovativo e giovane. Non importa l’età anagrafica, ma la qualità del suo lavoro e la puntualità rispetto al tempo che stiamo vivendo. La forza di quest’artista sta soprattutto nell’essere stata grande anticipatrice delle più attuali tendenze dell’arte contemporanea”.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nata per sostenere e promuovere le nuove generazioni di artisti, ha deciso di onorare una delle figure più misteriose dell’arte Italiana dell’ultimo mezzo secolo: l’artista ultra ottantenne Carol Rama. Una scelta che va contro questo destino anagrafico perché Carol Rama rappresenta proprio l’idea dell’artista come figura simbolica di una società che non invecchia, ma che anzi trova nel passare del tempo e nei diversi periodi della vita stimoli raddoppiati per trasformarsi e quindi sconfiggere il tempo sul suo stesso terreno. Dedicare a Carol Rama una grande retrospettiva in Italia e a Torino significa inoltre offrire alle generazioni che oggi sono agli inizi del loro percorso creativo un punto di riferimento e un’ indicazione di cosa voglia dire essere artisti: non sempre visibilità, successo economico, ma comunque una visione coerente sul proprio lavoro. In questa prospettiva la mostra rientra nella filosofia della Fondazione, nel suo impegno a mostrare giovani, ma anche a far capire ai giovani come si fa e si può rimanere giovani attraverso l’arte e attraverso la fiducia e la fede nelle proprie idee. Carol Rama quindi rappresenta la prima di una generazione di giovani artisti che non ha mai finito di sperimentare, progettare definire con forza la propria identità femminile. In un anno in cui la Fondazione si dedica alla donna come simbolo imprescindibile della creatività artistica e culturale, Carol Rama diventa il punto di riferimento su cui far convergere le energie con cui una giovane istituzione vuol definire la propria missione ed i propri obbiettivi .
Olga Carolina Rama, in arte Carol Rama, nasce a Torino il 17 aprile del 1918. Negli anni Trenta frequenta l’atelier di Felice Casorati (1883-1963) e inizia a dipingere da autodidatta ritratti dalla fisionomia semplificata, con uno stile che prelude alla cosiddetta Bad Painting. Negli anni Quaranta esegue acquerelli su carta adottando come soggetto immagini di donne nude, legate su letti di contenzione, con corpi amputati degli arti, e intorno a loro fa volare protesi ortopediche e dentiere. E’ questo il caso di opere come la Nonna Carolina (1936) e Appassionata (1941) che anticipano di vari decenni neoavanguardie contemporanee come il Post-Human. Dopo aver aderito nei primi anni Cinquanta all’astrattismo del MAC - Movimento Arte Concreta, e avere partecipato con lavori astratto-concreti alla Biennale di Venezia del 1948 e del’50, negli anni Sessanta Carol Rama si riavvicina alla figuratività con i Bricolage ; composizioni in cui troviamo occhi di vetro, denti e unghie incollate su tele dipinte con segni e macchie di stile informale. Conclusa anche questa stagione, negli anni Settanta utilizza camere d'aria di bicicletta per “dipingere” tele in apparenza astratte e costruire installazioni dove c’è sempre un subliminale riferimento al corpo e alla sessualità: le camere d’aria rosa sono pelle, carne, budella, falli. Tra gli anni Ottanta e Novanta l’immaginario di Carol Rama si popola di nuovi protagonisti: la Mucca Pazza, Birnam e Buster Keaton. Soggetti dipinti o disegnati sopra mappe catastali e fogli “usati” con disegni di macchinari industriali.
Il Progetto di allestimento della mostra presso la FSRR di Torino è a cura di Corrado Levi + C L I O S T R A A T (Matteo Pastore, Luca Poncellini, Alessandra Raso, Matteo Raso, Stefano Testa).
Parte della mostra di Carol Rama è stata realizzata grazie al prestigioso riconoscimento Montblanc Arts Patronage Award 2003 assegnato a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo nel maggio 2003, per il suo assiduo impegno a favore dell’arte contemporanea. Il relativo contributo di 15.000 Euro è stato destinato alla realizzazione di questo progetto espositivo.
Il correlato catalogo (Skira, Milano) è a cura di Guido Curto, docente di Storia dell’Arte all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, e di Giorgio Verzotti, Chief Curator del MART, e contiene testi di Guido Curto, Francesco Bonami, Judith Kirshner e Giorgio Verzotti.
Per l’occasione saranno esposte 140 opere pittoriche (ad acquerello, olio e tecnica mista), alcune delle quali inedite, realizzate dal 1936 ad oggi. Lavori caratterizzati da un linguaggio forte, dirompente, estremamente attuale che esplora il tema dell’identità femminile, con espliciti riferimenti al corpo e alla sensualità. Una particolare sezione sarà dedicata alle incisioni, un nucleo di 57 acqueforti che appartengono alla collezione permanente della Gam, Galleria civica d’Arte Moderna di Torino.
La mostra è co-prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal MART - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; nella sede del MART, a Rovereto, verrà presentata dall’ 11 settembre al 28 novembre 2004.
Dal 22 gennaio al 24 aprile 2005 l’antologica di Carol Rama sarà ospitata negli spazi espositivi del Baltic di Newcastle (UK).
“La Fondazione ha deciso di promuovere un’artista di Torino di levatura internazionale che sta avendo solo adesso un doveroso riconoscimento”, afferma il Presidente della Fondazione Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. “Il lavoro di Carol Rama è innovativo e giovane. Non importa l’età anagrafica, ma la qualità del suo lavoro e la puntualità rispetto al tempo che stiamo vivendo. La forza di quest’artista sta soprattutto nell’essere stata grande anticipatrice delle più attuali tendenze dell’arte contemporanea”.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nata per sostenere e promuovere le nuove generazioni di artisti, ha deciso di onorare una delle figure più misteriose dell’arte Italiana dell’ultimo mezzo secolo: l’artista ultra ottantenne Carol Rama. Una scelta che va contro questo destino anagrafico perché Carol Rama rappresenta proprio l’idea dell’artista come figura simbolica di una società che non invecchia, ma che anzi trova nel passare del tempo e nei diversi periodi della vita stimoli raddoppiati per trasformarsi e quindi sconfiggere il tempo sul suo stesso terreno. Dedicare a Carol Rama una grande retrospettiva in Italia e a Torino significa inoltre offrire alle generazioni che oggi sono agli inizi del loro percorso creativo un punto di riferimento e un’ indicazione di cosa voglia dire essere artisti: non sempre visibilità, successo economico, ma comunque una visione coerente sul proprio lavoro. In questa prospettiva la mostra rientra nella filosofia della Fondazione, nel suo impegno a mostrare giovani, ma anche a far capire ai giovani come si fa e si può rimanere giovani attraverso l’arte e attraverso la fiducia e la fede nelle proprie idee. Carol Rama quindi rappresenta la prima di una generazione di giovani artisti che non ha mai finito di sperimentare, progettare definire con forza la propria identità femminile. In un anno in cui la Fondazione si dedica alla donna come simbolo imprescindibile della creatività artistica e culturale, Carol Rama diventa il punto di riferimento su cui far convergere le energie con cui una giovane istituzione vuol definire la propria missione ed i propri obbiettivi .
Olga Carolina Rama, in arte Carol Rama, nasce a Torino il 17 aprile del 1918. Negli anni Trenta frequenta l’atelier di Felice Casorati (1883-1963) e inizia a dipingere da autodidatta ritratti dalla fisionomia semplificata, con uno stile che prelude alla cosiddetta Bad Painting. Negli anni Quaranta esegue acquerelli su carta adottando come soggetto immagini di donne nude, legate su letti di contenzione, con corpi amputati degli arti, e intorno a loro fa volare protesi ortopediche e dentiere. E’ questo il caso di opere come la Nonna Carolina (1936) e Appassionata (1941) che anticipano di vari decenni neoavanguardie contemporanee come il Post-Human. Dopo aver aderito nei primi anni Cinquanta all’astrattismo del MAC - Movimento Arte Concreta, e avere partecipato con lavori astratto-concreti alla Biennale di Venezia del 1948 e del’50, negli anni Sessanta Carol Rama si riavvicina alla figuratività con i Bricolage ; composizioni in cui troviamo occhi di vetro, denti e unghie incollate su tele dipinte con segni e macchie di stile informale. Conclusa anche questa stagione, negli anni Settanta utilizza camere d'aria di bicicletta per “dipingere” tele in apparenza astratte e costruire installazioni dove c’è sempre un subliminale riferimento al corpo e alla sessualità: le camere d’aria rosa sono pelle, carne, budella, falli. Tra gli anni Ottanta e Novanta l’immaginario di Carol Rama si popola di nuovi protagonisti: la Mucca Pazza, Birnam e Buster Keaton. Soggetti dipinti o disegnati sopra mappe catastali e fogli “usati” con disegni di macchinari industriali.
Il Progetto di allestimento della mostra presso la FSRR di Torino è a cura di Corrado Levi + C L I O S T R A A T (Matteo Pastore, Luca Poncellini, Alessandra Raso, Matteo Raso, Stefano Testa).
Parte della mostra di Carol Rama è stata realizzata grazie al prestigioso riconoscimento Montblanc Arts Patronage Award 2003 assegnato a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo nel maggio 2003, per il suo assiduo impegno a favore dell’arte contemporanea. Il relativo contributo di 15.000 Euro è stato destinato alla realizzazione di questo progetto espositivo.
Il correlato catalogo (Skira, Milano) è a cura di Guido Curto, docente di Storia dell’Arte all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, e di Giorgio Verzotti, Chief Curator del MART, e contiene testi di Guido Curto, Francesco Bonami, Judith Kirshner e Giorgio Verzotti.
08
marzo 2004
Carol Rama
Dall'otto marzo al 06 giugno 2004
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Biglietti
Intero: 5euro
Ridotto: 3euro (studenti, maggiori di 65 anni)
Gruppi: 4euro (minimo 10 persone)
Gratuito per minori di 12 anni
Gratuito il giovedì dalle 20 alle 23
Orario di apertura
Martedì - Domenica: 12-20
Giovedì: 12-23
Lunedì: chiuso
Aperto per le scuole: 9-19
Vernissage
8 Marzo 2004, ore 19
Editore
SKIRA
Autore
Curatore