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Cavalli / Camisa / Grignani
Tre artisti tra formalismo, realismo e sperimentazione
Comunicato stampa
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Un coraggioso incontro di tre grandi della fotografia italiana negli anni cruciali tra la seconda guerra mondiale e i primi anni sessanta: tre artisti con caratteristiche molto diverse che hanno segnato la ricerca fotografica su diversi piani stilistici.
Giuseppe Cavalli (1904-1961), è uno degli esponenti più noti del formalismo italiano tra gli anni trenta e il dopoguerra: il soggetto diventa più che altro un pretesto per organizzare rigorose inquadrature dove pochi e semplici elementi sono combinati in atmosfere dominate da toni alti.
Alfredo Camisa (1927), più giovane di quasi una generazione rispetto a Cavalli, in un primo momento si attesta sulle orme del maestro del formalismo, per poi articolare il suo linguaggio anche su un tasto più realista, in sintonia con il clima culturale degli anni cinquanta.
Franco Grignani (1908-1999), con una formazione culturale di studi di architettura, si dedica a una intensa ed eclettica attività artistica che lo vede impegnato su più fronti. Nella sua produzione più strettamente riconducibile alla fotografia risalta la sua predilezione per la sperimentazione ottico-visiva.
«[.] la mostra focalizza dei momenti, degli spaccati, quasi delle fenditure in cui leggere, cercando di scavalcare le sovrastrutture ideologiche e politiche, e le limitanti appartenenze a realismo, formalismo, astrattismo che spesso sono diventati dei veri e propri postulati. I tre autori solo parzialmente hanno una produzione fotografica che si interseca. Cavalli e Camisa provengono dalla fotoamatorialità che al tempo costituiva una delle uniche possibilità per emergere e confrontarsi; Grignani dall'architettura, lavora nel contesto del graphic design e della foto-grafica. Una delle ragioni di questa mostra è tentare di colmare idealmente un'anomalia, associare cioè Grignani a due importanti artisti quali Cavalli e Camisa che sono stati anch'essi teorici in misura diversa, il primo a stabilire il linguaggio specifico della fotografia nel contesto delle arti, il secondo come critico. La mostra è su tre decenni abbastanza elastici: 1940/50 per Cavalli, 1950/60 per Camisa, 1953/63 per Grignani, a giustificare la scelta della maggior parte di opere in mostra, certamente non la complessità della produzione.
«[.] Le prime ricerche di Grignani e di Cavalli sono databili dagli anni trenta ed esprimono due solchi paralleli: il primo nell'ambito astratto ottico su problemi della percezione, il secondo nell'elaborazione di un procedimento dove il valore dell'oggetto era in secondo piano rispetto ad un tonalismo lirico e al sentimento individuale, un anti-realismo in cui il tasso linguistico aveva un profondo tessuto nella percezione stessa. Camisa lavora poco meno di un decennio ('52/'53-1961) in un rapporto dialettico, spesso di contrasti con Cavalli. Sostanzialmente li divide una diversa fruizione della storia e il relativo valore della fotografia di documento. Li separano una profonda e differente coscienza del referente: Camisa crede nel profondo valore del soggetto, Cavalli no; ma in quest'ultimo ciò è un'occasione per un procedimento che diventa metalinguaggio, riflessione sulla fotografia stessa e il suo limite.
«Quella di Grignani è una diversa direzione, la sua è una "foto-grafia", ci porta in un mondo di magia onirica, ma sul piano della percezione in un altro spazio che non ha gerarchie in una destrutturazione dove non pone punti fermi alla visione.»
Luigi Erba (dal testo di presentazione del volume che accompagna la mostra)
Giuseppe Cavalli (1904-1961), è uno degli esponenti più noti del formalismo italiano tra gli anni trenta e il dopoguerra: il soggetto diventa più che altro un pretesto per organizzare rigorose inquadrature dove pochi e semplici elementi sono combinati in atmosfere dominate da toni alti.
Alfredo Camisa (1927), più giovane di quasi una generazione rispetto a Cavalli, in un primo momento si attesta sulle orme del maestro del formalismo, per poi articolare il suo linguaggio anche su un tasto più realista, in sintonia con il clima culturale degli anni cinquanta.
Franco Grignani (1908-1999), con una formazione culturale di studi di architettura, si dedica a una intensa ed eclettica attività artistica che lo vede impegnato su più fronti. Nella sua produzione più strettamente riconducibile alla fotografia risalta la sua predilezione per la sperimentazione ottico-visiva.
«[.] la mostra focalizza dei momenti, degli spaccati, quasi delle fenditure in cui leggere, cercando di scavalcare le sovrastrutture ideologiche e politiche, e le limitanti appartenenze a realismo, formalismo, astrattismo che spesso sono diventati dei veri e propri postulati. I tre autori solo parzialmente hanno una produzione fotografica che si interseca. Cavalli e Camisa provengono dalla fotoamatorialità che al tempo costituiva una delle uniche possibilità per emergere e confrontarsi; Grignani dall'architettura, lavora nel contesto del graphic design e della foto-grafica. Una delle ragioni di questa mostra è tentare di colmare idealmente un'anomalia, associare cioè Grignani a due importanti artisti quali Cavalli e Camisa che sono stati anch'essi teorici in misura diversa, il primo a stabilire il linguaggio specifico della fotografia nel contesto delle arti, il secondo come critico. La mostra è su tre decenni abbastanza elastici: 1940/50 per Cavalli, 1950/60 per Camisa, 1953/63 per Grignani, a giustificare la scelta della maggior parte di opere in mostra, certamente non la complessità della produzione.
«[.] Le prime ricerche di Grignani e di Cavalli sono databili dagli anni trenta ed esprimono due solchi paralleli: il primo nell'ambito astratto ottico su problemi della percezione, il secondo nell'elaborazione di un procedimento dove il valore dell'oggetto era in secondo piano rispetto ad un tonalismo lirico e al sentimento individuale, un anti-realismo in cui il tasso linguistico aveva un profondo tessuto nella percezione stessa. Camisa lavora poco meno di un decennio ('52/'53-1961) in un rapporto dialettico, spesso di contrasti con Cavalli. Sostanzialmente li divide una diversa fruizione della storia e il relativo valore della fotografia di documento. Li separano una profonda e differente coscienza del referente: Camisa crede nel profondo valore del soggetto, Cavalli no; ma in quest'ultimo ciò è un'occasione per un procedimento che diventa metalinguaggio, riflessione sulla fotografia stessa e il suo limite.
«Quella di Grignani è una diversa direzione, la sua è una "foto-grafia", ci porta in un mondo di magia onirica, ma sul piano della percezione in un altro spazio che non ha gerarchie in una destrutturazione dove non pone punti fermi alla visione.»
Luigi Erba (dal testo di presentazione del volume che accompagna la mostra)
24
novembre 2005
Cavalli / Camisa / Grignani
Dal 24 novembre 2005 al 21 gennaio 2006
fotografia
Location
FOTOGRAFIA ITALIANA
Milano, Corso Venezia, 22, (Milano)
Milano, Corso Venezia, 22, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15-19. Chiuso domenica e lunedì, sabato su appuntamento 15-19
Vernissage
24 Novembre 2005, su invito ore 18.30-21
Autore
Curatore