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Centralità e marginalità del luogo
retrospettiva sull’opera di Umberto Lilloni focalizzata sull’importanza del luogo per un pittore en plein air.
Comunicato stampa
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La mostra ruota intorno al quesito che ci si dovrebbe porre guardando i dipinti del maestro del Chiarismo Lombardo: il luogo rappresentato è il centro dell’opera nella sua rappresentazione, oppure è marginale?
Essendo Lilloni un artista en plein air sicuramente si potrebbe rispondere, senza timore di smentita, che il luogo è centrale e fondamentale nell’opera dipinta; ma se pensiamo al processo creativo che porta Lilloni a concepire e produrre il dipinto di un paesaggio, potremmo tranquillamente affermarne l’opposto. Non a caso Mario Lepore nella esaustiva biografia edita dal Ponte Rosso parla di una “metamorfosi poetica d’ogni cosa”. Una metamorfosi che si traduce “con fitte piccole pennellate, messe giù d’istinto, «di prima», epperò con amore e accuratezza” sulla tela, che portano Lepore a definire “la vera personalità del pittore” addirittura come “antinaturalistico”. Contraddizioni apparenti che la mostra, nella piccola rassegna di opere scelte, tende ad evidenziare. Un arte non rappresentativa ma presentativa, azzardando, espressionista più che impressionista, corrente artistica che più di sovente viene riferita al maestro. Un espressionismo che deriva dall’impegno ad esprimere con la propria arte uno stato d’animo interiore, attraverso la rappresentazione del suo opposto: cioè un sereno paesaggio. Come ebbe a dire Hermann Bahr nel 1916 “L’espressionista ... non si accontenta più che l’arte abbellisca la vita o nasconda o trasfiguri il brutto; vuole che porti essa stessa la vita, la crei da sè, come atto primigenio dell’uomo. La pittura - dice Goete - rappresenta quello che l’uomo potrebbe e dovrebbe vedere non quello che comunemente vede”; e in ciò Lilloni è maestro portando sulla tela il proprio animo, non limitandosi a rappresentare ciò che lo circonda.
Essendo Lilloni un artista en plein air sicuramente si potrebbe rispondere, senza timore di smentita, che il luogo è centrale e fondamentale nell’opera dipinta; ma se pensiamo al processo creativo che porta Lilloni a concepire e produrre il dipinto di un paesaggio, potremmo tranquillamente affermarne l’opposto. Non a caso Mario Lepore nella esaustiva biografia edita dal Ponte Rosso parla di una “metamorfosi poetica d’ogni cosa”. Una metamorfosi che si traduce “con fitte piccole pennellate, messe giù d’istinto, «di prima», epperò con amore e accuratezza” sulla tela, che portano Lepore a definire “la vera personalità del pittore” addirittura come “antinaturalistico”. Contraddizioni apparenti che la mostra, nella piccola rassegna di opere scelte, tende ad evidenziare. Un arte non rappresentativa ma presentativa, azzardando, espressionista più che impressionista, corrente artistica che più di sovente viene riferita al maestro. Un espressionismo che deriva dall’impegno ad esprimere con la propria arte uno stato d’animo interiore, attraverso la rappresentazione del suo opposto: cioè un sereno paesaggio. Come ebbe a dire Hermann Bahr nel 1916 “L’espressionista ... non si accontenta più che l’arte abbellisca la vita o nasconda o trasfiguri il brutto; vuole che porti essa stessa la vita, la crei da sè, come atto primigenio dell’uomo. La pittura - dice Goete - rappresenta quello che l’uomo potrebbe e dovrebbe vedere non quello che comunemente vede”; e in ciò Lilloni è maestro portando sulla tela il proprio animo, non limitandosi a rappresentare ciò che lo circonda.
03
maggio 2016
Centralità e marginalità del luogo
Dal 03 maggio al 03 giugno 2016
arte moderna
Location
GALLERIA SCHUBERT
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 11, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 11, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15-19
Vernissage
3 Maggio 2016, h 15
Autore
Curatore