L’arte di Cesare Berlingeri gioca sullo spartiacque tra mostrare e nascondere: Berlingeri lavora su grandi tele che poi piega e avvolge su se stesse, creando forme in cui molte delle cose dipinte, scritte o segni o colore, finiscono per essere invisibili. Perché all’interno, in questo gesto, che lui chiama piegazione, si riassumono storie e movimenti che fanno parte della vita prima che dell’arte: incartare un oggetto caro o prezioso, avvolgere un corpo in un sudario, far su poche povere cose in un fagotto, ridare volume a un cuscino su cui appoggiare la testa per dormire.
Ma la ricerca riguarda anche i tessuti, la loro consistenza e trama, il modo in cui trattengono le vernici e le forme, i rapporti tra i colori, le cuciture, i frammenti di invocazioni o di nomi di oggetti o persone che emergono solo in parte tra i risvolti e assumono così nuovi significati.