Verranno presentati negli spazi di Villa Serena tre lavori distinti, ma legati da una riflessione comune sul tema dell’intoccabilità: a cosa si riduce l’identità contemporanea che ossessionata dal terrore del contatto con altri, si consegna alla assoluta alterità della macchina?
Cosa succede alla lingua in cui si deposita il senso del nostro essere, se ad essa si sostituisce il linguaggio aziendale globalmente condiviso ed insignificante?
Quale possibile ritratto?

Si sviluppa da questi interrogativi, un lavoro non rigoroso, che non sfrutta gli spazi in modo intelligente, che non funziona; aperto ed incompiuto, in cui ciò che è personale rimane “invisibile”. Ma c’è. E ancora muove tutto.

Tema centrale della ricerca di Chiara Pergola è il concetto di relazione visto sia come possibilità di comunicazione tra individui sia come elemento portante della produzione immateriale. I linguaggi dell’arte vengono utilizzati per scandagliare i meccanismi della comunicazione e dell’interrelazione. Performance, installazioni e oggetti definiscono l’ambito di un’analisi del contemporaneo, volta a mettere prima in luce e poi in discussione le modalità con cui la società dei consumi estende le proprie ramificazioni e le fa permeare nel campo del privato.