“Cardine della mostra è la Fortuna, intesa quale caso, accidente, non come provvidenza oppure destino fortuito. Ciò che intendo dimostrare attraverso le opere esposte è come i pregiudizi siano alla base di molte convinzioni circa il successo e la sconfitta.” [Chiara Sorgato]

Il lavoro di Chiara Sorgato si distingue per la sapiente attenzione alla pittura, intesa come strumento di indagine e rappresentazione della realtà, sebbene questa sia spesso complessa e mutevole. Le sue opere sembrano avvertire l’osservatore che nulla è come appare, che il mondo si manifesta in modalità mai trasparenti, ma piuttosto come combinazione e congiuntura caotica e provvisoria. Inoltre nella ricerca di Sorgato è ravvisabile una prospettiva etica, soprattutto quando dichiara che attraverso la pittura indaga temi come la distribuzione delle risorse, le diseguaglianze sociali, la condizione femminile. In particolare per Nuvole Arte propone un percorso coraggiosamente innovativo. Sperimenta, infatti, una connessione tra la materia della pittura, per definizione libera da intenti strettamente comunicativi, e l’ambito dei data visualization. Nulla di più lontano dalla pittura che, invece, richiede un lento avvicinamento, lunghi momenti di contemplazione e soprattutto una comprensione per livelli successivi, da quelli più superficiali, a quelli più profondi e, a volte, irrisolvibili ed enigmatici. Chiara Sorgato prova a trattare la materia dei grafici statistici come una materia visiva da assoggettare alla pratica pittorica. È una ricerca originale che non nasconde alcuni nodi problematici, come deve essere in un’autentica indagine estetica. Un nodo sta proprio nella natura del dato statistico. Siamo portati a pensare che rappresenti delle realtà, ma il rapporto tra scelta del dato e il fenomeno rimane prerogativa dello studioso e dunque anch’esso è arbitrario. Per citare un consunto motto nietzschiano, non ci sono fatti, ma solo interpretazioni. Chiara Sorgato, con il suo recente progetto per Nuvole Arte, propone una serie di opere che mettono in scena delle statistiche condotte su fenomeni sociali, ma lo fa allontanandosi da un preteso rispecchiamento della realtà per drammatizzare quelle stesse rilevazioni, riportandole alla dimensione dell’immenso teatro della commedia umana. Ci propone una verità che muove da quella pretesa del dato, per farsi significato del nostro vivere comune.
Del resto fare pittura significa dare un senso al caos. [Domenico Maria Papa