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Chris Burden The Heart: Open or Closed
In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.
Comunicato stampa
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Gagosian Gallery è lieta di annunciare la prima mostra di Chris Burden a Roma in oltre trenta anni.
In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.
Da un lato della sala ovale Burden ricrea Nomadic Folly (2001). Presentata per la prima volta nel settembre 2001 alla Settima Biennale Internazionale di Istanbul, questa installazione è la sua interpretazione fantastica di una sofisticata tenda nomade. La struttura è composta da un’ampia piattaforma in legno di cipresso e da quattro grandi ombrelloni. I visitatori possono soffermarsi e rilassarsi sotto la tenda rivestita di sontuosi tappeti e decorata da corde intrecciate, lampade e oggetti in vetro e metallo, ricche stoffe tradizionali ricamate con fili scintillanti. Una dolce e seducente musica turco-armena si diffonde dall’interno.
Nell’altro lato della galleria si erge il nuovo lavoro Dreamer’s Folly (2010), una serie di tre ornati gazebi in ghisa che ricordano l’architettura tipica di un bucolico belvedere in un giardino all’inglese. I tre gazebi sono disposti in modo da creare uno spazio unico in cui drappeggi e ricami raffiguranti l’Albero della Vita, offrono al visitatore un magnifico santuario in cui sognare.
La calma e la bellezza di entrambe le strutture è interrotta dalla video proiezione The Rant (2006). In questo lavoro un primo piano ingrandito del volto di Burden emerge appena sopra il pelo dell’acqua per declamare, nel ruolo di un predicatore xenofobo, un breve ma intenso messaggio in francese di un appassionato rifiuto dell’ Altro.
Come tutte le mostre di Burden, The Heart: Open or Closed suggerisce numerose ambiguità. La grazia disarmante di questa installazione, forse una delle opere più sensibili ed umane di Burden, trasmette la bellezza di due culture differenti e l’odio che può dividerle.
Chris Burden è nato a Boston, nel 1946. Ha studiato presso il Pomona College di Claremont e l’Università della California ad Irvine. La sua opera è stata oggetto di numerose mostre, fra cui 14 Magnolia Doubles alla South London Gallery (Londra, dal 14/9 al 5/11/2006), il Baltic Center for Contemporary Art (Gateshead, dal 13/7 al 6/10/2002), Tower of Power al Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig (Vienna, dal 29/6 a 11/8/2002), When Robots Rule: The Two Minute Airplane Factory alla Tate Gallery (Londra, dal 18/3 al 18/7/1999), Chris Burden: A Twenty Year Survey all’ Orange County Museum of Art (Newport Beach, dal 17/4 al 12/6/1988) . Nel 2008 Burden ha presentato Urban Light, una nuova iconica installazione permanente all’esterno del Los Angeles County Museum of Art (LACMA) composta da duecentoventidue storici lampioni restaurati, oltre ad una installazione presso il Rockefeller Center di New York - What My Dad Gave Me - un grattacielo alto quasi venti metri fatto interamente di elementi metallici giocattolo tipo meccano. Le sue opere sono incluse in importanti collezioni museali, tra cui il LACMA ed il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, la Tate Gallery di Londra, il Museum of Modern Art di New York.
Burden vive e lavora a Topanga, California.
In The Heart: Open or Closed l’artista prosegue la sua ricerca sulle costruzioni architettoniche e sul ruolo che queste ricoprono nel riflettere differenti culture. In tre opere individuali ma in relazione fra loro, l’artista esplora l’estetica e le possibilità metaforiche di architetture stravaganti.
Da un lato della sala ovale Burden ricrea Nomadic Folly (2001). Presentata per la prima volta nel settembre 2001 alla Settima Biennale Internazionale di Istanbul, questa installazione è la sua interpretazione fantastica di una sofisticata tenda nomade. La struttura è composta da un’ampia piattaforma in legno di cipresso e da quattro grandi ombrelloni. I visitatori possono soffermarsi e rilassarsi sotto la tenda rivestita di sontuosi tappeti e decorata da corde intrecciate, lampade e oggetti in vetro e metallo, ricche stoffe tradizionali ricamate con fili scintillanti. Una dolce e seducente musica turco-armena si diffonde dall’interno.
Nell’altro lato della galleria si erge il nuovo lavoro Dreamer’s Folly (2010), una serie di tre ornati gazebi in ghisa che ricordano l’architettura tipica di un bucolico belvedere in un giardino all’inglese. I tre gazebi sono disposti in modo da creare uno spazio unico in cui drappeggi e ricami raffiguranti l’Albero della Vita, offrono al visitatore un magnifico santuario in cui sognare.
La calma e la bellezza di entrambe le strutture è interrotta dalla video proiezione The Rant (2006). In questo lavoro un primo piano ingrandito del volto di Burden emerge appena sopra il pelo dell’acqua per declamare, nel ruolo di un predicatore xenofobo, un breve ma intenso messaggio in francese di un appassionato rifiuto dell’ Altro.
Come tutte le mostre di Burden, The Heart: Open or Closed suggerisce numerose ambiguità. La grazia disarmante di questa installazione, forse una delle opere più sensibili ed umane di Burden, trasmette la bellezza di due culture differenti e l’odio che può dividerle.
Chris Burden è nato a Boston, nel 1946. Ha studiato presso il Pomona College di Claremont e l’Università della California ad Irvine. La sua opera è stata oggetto di numerose mostre, fra cui 14 Magnolia Doubles alla South London Gallery (Londra, dal 14/9 al 5/11/2006), il Baltic Center for Contemporary Art (Gateshead, dal 13/7 al 6/10/2002), Tower of Power al Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig (Vienna, dal 29/6 a 11/8/2002), When Robots Rule: The Two Minute Airplane Factory alla Tate Gallery (Londra, dal 18/3 al 18/7/1999), Chris Burden: A Twenty Year Survey all’ Orange County Museum of Art (Newport Beach, dal 17/4 al 12/6/1988) . Nel 2008 Burden ha presentato Urban Light, una nuova iconica installazione permanente all’esterno del Los Angeles County Museum of Art (LACMA) composta da duecentoventidue storici lampioni restaurati, oltre ad una installazione presso il Rockefeller Center di New York - What My Dad Gave Me - un grattacielo alto quasi venti metri fatto interamente di elementi metallici giocattolo tipo meccano. Le sue opere sono incluse in importanti collezioni museali, tra cui il LACMA ed il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, la Tate Gallery di Londra, il Museum of Modern Art di New York.
Burden vive e lavora a Topanga, California.
13
febbraio 2010
Chris Burden The Heart: Open or Closed
Dal 13 febbraio al 27 marzo 2010
arte contemporanea
Location
GAGOSIAN GALLERY
Roma, Via Francesco Crispi, 16, (Roma)
Roma, Via Francesco Crispi, 16, (Roma)
Orario di apertura
martedì - sabato 10:30 – 19:00 e su appuntamento
Vernissage
13 Febbraio 2010, dalle 18.00 alle 20.30
Ufficio stampa
STUDIO MARTINOTTI
Autore