Secondo appuntamento venerdì 12 e sabato 13 novembre al Momart di Matera (Via Fiorentini 16, ore 21,30), per la rassegna “Invideo” che propone incontri monografici con quattro protagonisti della videoarte in Puglia, a cura di Antonella Marino. Dopo Carlo Schirinzi, ospite delle due serate è Christian Caliandro, di cui verrà proiettata UNA QUESTIONE PRIVATA: un lavoro composto da cinque video realizzati montando in un nuovo ordine narrativo sequenze di film famosi “che raccontano una storia unica, quella di due personaggi (maschile e femminile)”. Si tratta di un intervento sul cinema inteso sia come linguaggio regolato (costruzione, finzione), sia come metafora del mondo, che si richiama da una parte agli anni Sessanta (Guy Debord) e dall’altra alla ricerca di artisti come Douglas Gordon e il primo Doug Aitken.
“L’opera è una storia d’amore che coincide con una storia di guerra, esattamente come il romanzo di Fenoglio che dà il titolo all’opera”, scrive Caliandro. “Sebbene le nuove ‘conversazioni’ funzionino indipendentemente dal contesto di provenienza, esse fanno leva anche sul riconoscimento degli attori-icone, dei personaggi e delle situazioni in cui essi erano collocati prima del loro prelievo e riposizionamento”.

Video:
“Una questione privata”, 2003-2004
DVD
dur. 22’40”

Biografia
Nato a Mottola (TA) nel ’79, Christian Caliandro vive e lavora a Siena. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Pisa, e nel 2002 il diploma di Corso Ordinario in Discipline Storico-artistiche presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente frequenta il III anno del Dottorato di Ricerca in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Siena. Collabora con la rivista “Exibart”, per la quale dal gennaio 2004 coordina anche la rubrica inteoria.
Tra le mostre collettive a cui ha partecipato: la I Biennale dei Giovani Artisti di Pisa (1998) e Affioramenti (1999) a Pisa, la Biennale Adriatica Arti Nuove a San Benedetto del Tronto(2003 e 2004), The VIDEO Game presso la Galleria Pianissimo di Milano, DelirIo nel Castello Svevo di Trani (2003), Let it be al Mavù di Locorotondo (Ba) (2004) e Gap, giovani artisti pugliesi alla Sala Murat di Bari (2004).
È sempre stato interessato ai concetti di dualità e schizofrenia, all’idea di montare frammenti eterogenei. I suoi video – storie create a partire da found-footage, materiale cinematografico acquisito - sono sistemi illusori e ‘semiautonomi’: i pezzi preesistenti acquistano nuovo senso attraverso il loro accostamento.