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Cinzia Rizzo – Iles
Cartografia del territorio contemporaneo
Comunicato stampa
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“Le tue città non esistono… – dice il Kublai Kan a Marco Polo ne Le città
invisibili di Italo Calvino – Perché ti trastulli con favole consolanti.
So bene che il mio impero marcisce come un cadavere nella palude…
Perché non mi parli mai di questo? Perché menti all’imperatore dei tartari,
straniero?”
Come le città di Marco Polo anche queste isole non esistono, sono inganni,
tracce dell’impero abbandonato, resti della nostra onnivora civiltà.
False rappresentazioni di luoghi possibili queste immagini sono ispirate a
territori esistenti, tutti possedimenti coloniali, tramutati in cartografie apparenti,
mappe fittizie. La metamorfosi avviene per ‘magia’ di una semplice scritta:
il nome del luogo a cui la mappa è riferita sovrapposto all’immagine.
Un muro sbrecciato, un ferro arrugginito, una crepa, una macchia diventano
isola, arcipelago, territorio d’oltremare.
La parola, il nome, crea l’incanto visivo e consolante insito nel dettaglio della
materia ma al contempo svela l’inganno ed evidenzia una fatiscente realtà.
Le figure dell’abbandono, dell’assenza, della desolazione documentano una
realtà stratificata, in parte favola
e in parte ‘cadavere’, della quale vengono mostrati i graffi e i resti.
Avanzi, ricordi, avvisi della presenza corrosiva dell’impero.
ILES: contemporary territory cartography
“Your cities do not exist... - says Kublai Kahn to Marco Polo in Italo Calvino’s
Invisible Cities - Why do you amuse yourself with consolatory fables?
I know well that my empire is rotting like a corpse in a swamp...
Why do you not speak to me of this? Why do you lie to the emperor of theTartars,
foreigner?”
Like Marco Polo’s cities, these islands do not exist, they are deceptions, traces
of the abandoned empire, remains of our omnivorous society.
False representations of possible places, these images are inspired by existing
territories, all colonial domains, transformed in apparent cartographies, fictitious
maps. The transformation happens by ‘magic’ thanks to a mysterious sign:
the name of the place to which the map is referred, superimposed to the image.
A chipped wall, a rusty iron, a crevice, a stain become island, archipelago,
overseas territories.
The word, the name, creates the visual and comforting charm existing in the
detail of matter, but also reveals deception and emphasizes a crumbling reality.
Figures of abandonment, absence and desolation show a stratified reality partly
fairy tale and partly ‘corpse’ of which the scratches and remains are revealed.
Remains, memories, signs of the scathing presence of the empire.
invisibili di Italo Calvino – Perché ti trastulli con favole consolanti.
So bene che il mio impero marcisce come un cadavere nella palude…
Perché non mi parli mai di questo? Perché menti all’imperatore dei tartari,
straniero?”
Come le città di Marco Polo anche queste isole non esistono, sono inganni,
tracce dell’impero abbandonato, resti della nostra onnivora civiltà.
False rappresentazioni di luoghi possibili queste immagini sono ispirate a
territori esistenti, tutti possedimenti coloniali, tramutati in cartografie apparenti,
mappe fittizie. La metamorfosi avviene per ‘magia’ di una semplice scritta:
il nome del luogo a cui la mappa è riferita sovrapposto all’immagine.
Un muro sbrecciato, un ferro arrugginito, una crepa, una macchia diventano
isola, arcipelago, territorio d’oltremare.
La parola, il nome, crea l’incanto visivo e consolante insito nel dettaglio della
materia ma al contempo svela l’inganno ed evidenzia una fatiscente realtà.
Le figure dell’abbandono, dell’assenza, della desolazione documentano una
realtà stratificata, in parte favola
e in parte ‘cadavere’, della quale vengono mostrati i graffi e i resti.
Avanzi, ricordi, avvisi della presenza corrosiva dell’impero.
ILES: contemporary territory cartography
“Your cities do not exist... - says Kublai Kahn to Marco Polo in Italo Calvino’s
Invisible Cities - Why do you amuse yourself with consolatory fables?
I know well that my empire is rotting like a corpse in a swamp...
Why do you not speak to me of this? Why do you lie to the emperor of theTartars,
foreigner?”
Like Marco Polo’s cities, these islands do not exist, they are deceptions, traces
of the abandoned empire, remains of our omnivorous society.
False representations of possible places, these images are inspired by existing
territories, all colonial domains, transformed in apparent cartographies, fictitious
maps. The transformation happens by ‘magic’ thanks to a mysterious sign:
the name of the place to which the map is referred, superimposed to the image.
A chipped wall, a rusty iron, a crevice, a stain become island, archipelago,
overseas territories.
The word, the name, creates the visual and comforting charm existing in the
detail of matter, but also reveals deception and emphasizes a crumbling reality.
Figures of abandonment, absence and desolation show a stratified reality partly
fairy tale and partly ‘corpse’ of which the scratches and remains are revealed.
Remains, memories, signs of the scathing presence of the empire.
07
maggio 2010
Cinzia Rizzo – Iles
Dal 07 al 30 maggio 2010
fotografia
Location
LO STUDIO
Reggio Nell'emilia, Via Emilia A San Pietro, 21, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Emilia A San Pietro, 21, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
lunedi / venerdi 15.00_18.30
sabato 16.00_19.00
domenica 10.00_13.00
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