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Cinzio Cavallarin
Questo pittore veneto-toscano periodicamente, sa sorprendere ed offrire spunti di riflessione proponendo nuovi arricchimenti sul lavoro. L’osservatore, fin da un primo approccio con le sue opere, vede emergere Cavallarin architetto, scultore, pittore, assemblatore, decoratore ed altro ancora.
Comunicato stampa
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Scrivere sull’arte di CINZIO CAVALLARIN oggi non è facile, già molti critici ed esperti lo hanno fatto in maniera sapiente ed approfondita, ma questo pittore veneto-toscano periodicamente, sa sorprendere ed offrire spunti di riflessione proponendo nuovi arricchimenti sul lavoro. L’osservatore, fin da un primo approccio con le sue opere, vede emergere Cavallarin architetto, scultore, pittore, assemblatore, decoratore ed altro ancora. Lo percepiamo come architetto per l’attenta e calibrata geometria delle composizioni, la rigorosa partitura degli spazi, la scelta e l’alternanza dei materiali con spessori, trame e superfici diverse, nell’uso della sezione aurea e della simmetria che danno alla composizione un aspetto ieratico e solenne. Per questa geometria, per la razionalità e ricerca dell’ordine lo vediamo “toscano” lasciando intravvedere ascendenze e riferimenti ai maestri fiorentini del ‘400. Il gusto per il colore ora denso e pastoso con stratificazioni e colature, ora diluito con delicate trasparenze, l’uso di stoffe dagli eleganti arabeschi e preziose trame dorate, ricordando la sua “venezianità” con echi di un favoloso Oriente. Nelle sue opere si condensano tutti i concetti del ready-made, dell’objet-trouvè, del dadaismo, del surrealismo e le provocazioni della pop-art che il pittore sembra sommare raggiungendo, quasi attraverso un rito sciamanico, un risultato con gli aspetti ora dell’icona del totem. Ultimamente il suo interesse è rivolto a vecchie foto stinte dal tempo, decorazioni, medaglie, vecchi documenti, lettere scritte con il pennino dall’inchiostro sbiadito, egli sembra aver aperto i “cassetti della memoria”. In un’epoca di sfrenato consumismo dove tutto viene sfruttato con insensata voracità: natura, cose, persone, affetti, memorie, Cavallarin recupera, riordina, riporta a nuova vita, incastona il tutto in una contemporaneità che apre finestre sul passato e le consegna al futuro. La sua arte, già con una spiccata identità, è in continuo divenire alternando l’euforia della sperimentazione alla ripresa di esperienze maturate, un percorso che ricorda il movimento delle maree, di quel mare che non ha mai dimenticato e dal quale non ha mai potuto staccarsi. Durante i suoi frequenti soggiorni nella sua Chioggia, dalla terrazza del suo piccolo rifugio di isola verde, Cinzio gode la vista di quel mare, ne assapora i profumi, ne sente la voce, ne scruta gli umori. Al mattino, dopo la mareggiata, lo vedremo con l’interesse dell’archeologo, con la frenesia del cercatore di pepite, con l’animo del poeta raccogliere piccoli relitti dove si riassumono interventi della natura e della mano dell’uomo, mille piccole storie salvate dal disfacimento e dall’oblio, inseriti e nobilitati dalla sua arte che li restituisce alla dimensione dell’eterno.
Giampiero Baldin
Giampiero Baldin
14
febbraio 2013
Cinzio Cavallarin
Dal 14 febbraio al 12 maggio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
OVER ARREDODESIGN
Prato, Via Geminiano Inghirami, 19, (Prato)
Prato, Via Geminiano Inghirami, 19, (Prato)
Orario di apertura
da martedì a sabato: 10-13 e 15.30-19
domenica: 15.30-19
Vernissage
14 Febbraio 2013, h 18.00
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