".....così dagli anni '90 in poi le forme si semplificano, la tavolozza si assesta, trova il suo tono espressivo, la sua forza.Se fosse uno scrittore, si direbbe che da qui in avanti Bottura trova la sua voce, ovvero ciò che lo rende unico e finalmente interessante e lo stacca tanto dai "pittori pwer Hobby" quanto da quei "professionisti della pittura" ormai solo arigiani o decoratori. La produzione aumenta numericamente. Ai quadri ad olio si affiancano matite colorate che per delicatezza e gioia di vivere incantano.
C'è Mirò, c'è il primo Kandiskiy, ci sono i Fauves. C'è una tavolozza potente eppur gentile. C'è il Gioco senza che sia uno Scherzo ma Poesia. C'è la natura trasfigurata che non è ne onirica ne artificiale ne metafisica. Non è (ancora) informale e non è più da tempo verista o impressionista. Insomma tutto è dipinto con un timbro e un tratto così caratteristici e personali che rapiscono, commuovono e fanno viaggiare ad occhi aperti: se si entra in sintonia, se si varca la soglia del mondo rappresentato da Bottura è inevitabile e dolce perdersi (d'altronde chi, da bambino, non ha fantasticato o attraversato paesaggi simili d'incanto e colori a quelli dipinti da Bottura?)......"
(Stefano Bottura)