Perfezione ed armonia nel corpo, nello spirito: questo l’assunto amato e voluto da Claudio Rojatti ed espresso nelle sue sculture; sculture dalla linea sobria, dalla levità insistita, dal classicismo rivisitato con delicato senso della forma. “Bellezza come modellato, come spiritualità – dice lo scultore – c’è bisogno di bellezza – continua – perchè il mondo è brutto”.

La bellezza, valore universale, è dunque la cifra privilegiata da Rojatti, nelle figure slanciate, sottili nella forma; armonia di proporzioni, simmetria e rigore, volumi contemplati come masse poste in solido equilibrio. Lo studio del classicismo è la fonte; ma le forme, nella figura, assumono riflessi del Novecento, piene come struttura, morbide e sintetiche, asciutte, nella mirabile cadenza di una staticità assoluta. (Clotilde Paternostro –Roma - aprile 2007)