“In loop”, girando di continuo, girando a vuoto, vagabondando. Personaggi ammassati ai piedi della città perché compresi, in un delirio collettivo di onnipotenza, nel cercare di arrivare in cima, fin sulla punta del cupolone (così come si chiama a Roma, ma può benissimo essere la cupola di una moschea o di una chiesa in qualsiasi parte del globo). Gente, gente che lavora, gira, guarda e aspetta… che si affanna nel vortice della vita, globalizzando essa stessa il mondo. La nuova ricerca di Claudio Spada si concentra ora su queste figure entrate nelle sue opere, sono profili di persone, accennate con sapienza, usando il colore bianco che le distacca dal mondo concreto, quasi siano “presenze” o quasi che l’autore abbia cercato di rappresentare l’aurea delle persone. Persone che a volte sembrano raddoppiarsi, come se avessero qualcuno dietro o sulle spalle che li segue nel loro percorso terreno. Forse con tutto ciò l’artista ha voluto semplicemente sottolineare il nostro interagire con l’altro, il nostro rapportarci, il nostro confabulare e nello stesso tempo l’effetto che questo crea nella realtà, nella concretezza della materia. Ed è infatti con nuova tecnica che egli affronta la rappresentazione, si tratta di tecnica mista in cui egli predilige ora il gesso, ora la sabbia, ora il colore puro, i contrasti forti per meglio esprimere il caleidoscopio del pianeta Terra. Spada si presenta in questa mostra non come un nuovo artista, non con nuovo volto, perché importanti e significativi sono stati i passaggi precedenti, ma con una grinta ed una complessità diversa, come artista finalmente libero dalla “prigione” della capacità tecnica. Ad occhio attento colpisce la pennellata istintuale, l’esuberanza cromatica, colori accesi che si oppongono e contrastano fra di loro per emettere lo stridore, il suono freddo, acuto, pungente del vivere quotidiano.
Giovanna Foresio

Inaugurerà l’evento l’Assessore alla Cultura del XVII Municipio, dott. Silvano Saccares