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Cleo Fariselli – Dy Yiayi
Dy Yiayi: una scritta misteriosa sulla porta, varcata la quale si accede ad un ambiente in cui familiare e ignoto si compenetrano. Le stanze, immerse in una penombra dai colori indistinguibili, appaiono mutate come attraverso una grande palpebra chiusa.
Comunicato stampa
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Operativa é orgogliosa di presentare Dy Yiayi, prima mostra personale di Cleo Fariselli negli spazi della galleria.
Dy Yiayi è la misteriosa iscrizione sul campanello dello studio abitato dall’artista durante i mesi di creazione della mostra. Nella lettura reiterata della frequentazione quotidiana, la scritta diviene un suono ipnotico, familiare e al tempo stesso arcano, un mantra e una password per accedere al particolare spazio-tempo delle opere. La galleria viene trasformata da Cleo Fariselli in un ideale prosieguo e trasposizione di queste stanze private.
Velata da un filtro dai toni rosati, l’ingresso vetrato della galleria si tramuta in un’ideale grande palpebra socchiusa. All’interno, alcuni iconici elementi d’arredo contribuiscono alla creazione di un ambiguo senso di straniante domesticità. Tale sensazione è ulteriormente alimentata da un canto femminile durante un bagno proveniente dal piano interrato a cui è impossibile accedere; sognante ed auto-riferita, l’installazione sonora è ispirata alla figura mitica di Melusina.
Nella prima sala troviamo la serie di sculture Senza titolo, realizzate in ceramica con la tecnica del raku giapponese. L’apparente spontaneità delle forme, ispirate a concrezioni naturali di conchiglie e rocce laviche, si accresce quando, ad uno sguardo più approfondito, si scopre che le parti cave delle opere riproducono i volumi di porzioni del corpo dell’artista. Concepite come dei dispositivi di visione, le sculture invitano ad essere esplorate con lo sguardo come fossero ambienti.
Nella seconda sala troviamo la tenda/scultura Cleo trattenuta a terra da tre teste addormentate, realizzate con l’antica tecnica della scagliola carpigiana. Tratte da un calco del volto dell’artista all’età di 17 anni, le sculture sono la traccia di un tempo lontano, simbolo e cristallizzazione di un momento chiave della sua vita.
Pur nascendo da due tecniche che affondano la loro tradizione nel XVI secolo, raku e scagliola sono usate da Cleo Fariselli in modo libero da ogni retorica, strumentali all’esplorazione di un immaginario personale e contemporaneo.
Chiude la mostra Edda: scultura/installazione in 4 parti che ritrae una misteriosa creatura acquatica che pare emergere dal pavimento, rendendolo idealmente liquido. Come fosse la punta di un iceberg, l’opera riverbera oltre i suoi confini visibili creando l’impressione di un prosieguo indefinitamente esteso nel sottosuolo.
All’ingresso della mostra un testo, scritto dall’artista, guida il visitatore in una visita preferibilmente solitaria.
Dy Yiayi è la misteriosa iscrizione sul campanello dello studio abitato dall’artista durante i mesi di creazione della mostra. Nella lettura reiterata della frequentazione quotidiana, la scritta diviene un suono ipnotico, familiare e al tempo stesso arcano, un mantra e una password per accedere al particolare spazio-tempo delle opere. La galleria viene trasformata da Cleo Fariselli in un ideale prosieguo e trasposizione di queste stanze private.
Velata da un filtro dai toni rosati, l’ingresso vetrato della galleria si tramuta in un’ideale grande palpebra socchiusa. All’interno, alcuni iconici elementi d’arredo contribuiscono alla creazione di un ambiguo senso di straniante domesticità. Tale sensazione è ulteriormente alimentata da un canto femminile durante un bagno proveniente dal piano interrato a cui è impossibile accedere; sognante ed auto-riferita, l’installazione sonora è ispirata alla figura mitica di Melusina.
Nella prima sala troviamo la serie di sculture Senza titolo, realizzate in ceramica con la tecnica del raku giapponese. L’apparente spontaneità delle forme, ispirate a concrezioni naturali di conchiglie e rocce laviche, si accresce quando, ad uno sguardo più approfondito, si scopre che le parti cave delle opere riproducono i volumi di porzioni del corpo dell’artista. Concepite come dei dispositivi di visione, le sculture invitano ad essere esplorate con lo sguardo come fossero ambienti.
Nella seconda sala troviamo la tenda/scultura Cleo trattenuta a terra da tre teste addormentate, realizzate con l’antica tecnica della scagliola carpigiana. Tratte da un calco del volto dell’artista all’età di 17 anni, le sculture sono la traccia di un tempo lontano, simbolo e cristallizzazione di un momento chiave della sua vita.
Pur nascendo da due tecniche che affondano la loro tradizione nel XVI secolo, raku e scagliola sono usate da Cleo Fariselli in modo libero da ogni retorica, strumentali all’esplorazione di un immaginario personale e contemporaneo.
Chiude la mostra Edda: scultura/installazione in 4 parti che ritrae una misteriosa creatura acquatica che pare emergere dal pavimento, rendendolo idealmente liquido. Come fosse la punta di un iceberg, l’opera riverbera oltre i suoi confini visibili creando l’impressione di un prosieguo indefinitamente esteso nel sottosuolo.
All’ingresso della mostra un testo, scritto dall’artista, guida il visitatore in una visita preferibilmente solitaria.
09
marzo 2018
Cleo Fariselli – Dy Yiayi
Dal 09 marzo al 30 aprile 2018
arte contemporanea
Location
OPERATIVA ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 16-19
Vernissage
9 Marzo 2018, h 19
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