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Click.it
L’esposizione si prefigge lo scopo di andare ad indagare tra le nuove tendenze fotografiche in Italia. Chiamati a partecipare alla mostra cinque artisti provenienti da diverse parti d’Italia tutti con esperienze diverse alle spalle ognuno con delle peculiarità.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Click.it è il nome della mostra fotografica organizzata dalla galleria
Camaver Kunsthaus dal 26 giugno fino al 17 luglio nei propri spazi
espositivi di Lecco.
L’esposizione si prefigge lo scopo di andare ad indagare tra le nuove
tendenze fotografiche in Italia. Chiamati a partecipare alla mostra
cinque artisti provenienti da diverse parti d’Italia tutti con
esperienze diverse alle spalle ognuno con delle peculiarità che li
contraddistinguono ciascuno con una personalità e una sensibilità
artistica spiccata: Giancarlo Amici, Carto, Fabrizio Fantuzzi, Ma e
Giuseppe Rado.
L’accento è posto principalmente su due punti chiave: il primo è che
gli artisti sono volutamente tutti italiani, sebbene la fotografia
come genere artistico trovi nel nostro paese una rilevanza minore
rispetto alle altre esperienza europee e mondiali, che la Camaver ha
potuto ampiamente testare nei suoi spazi espositivi esteri( Parigi,
Boston e Berlino). Il secondo punto chiave è la fotografia in se stessa
e il rapporto con la pittura e le nuove tecnologie. E’ singolare
osservare come gli artisti in questione tentano ad attribuire dei
valori cromatici, e quasi materici alle proprie opere attraverso le
mille manipolazioni che la digitalizzazione delle immagini ormai
permette.
Giancarlo Amici, presenta dei lavori di grande impatto estetico in cui
il gioco tra pittura e fotografia è esaltato, la luce che il maestro
utilizza è quella dei grandi ritratti rinascimentali così come le
cromie che hanno il sapore del tempo che passa. Amici esalta la
plasticità dei corpi ma anche la morbidezza delle linee, in contrasto
con i fondi che spesso assumono volutamente dei valori di matericità
apparente. I lavori risultano in questo modo pieni di pathos ma alla
stesso tempo estremamente raffinati e colti.
In tutt’altre atmosfere veniamo proiettati se ci mettiamo ad osservare
le opere di Fabrizio Fantuzzi, l’artista milanese lavora soprattutto
sul movimento e sull’immagine in quanto elemento fugace della nostra
vita. L’artista parte col fare degli scatti a delle immagini rubate da
degli schermi televisivi, successivamente rielaborate tramite il
computer ma conservandone il movimento e in un certo senso la
virtualità. Le opere, dai toni elettrici quasi psichedelici,
immortalano una sorta di fantasmi multi mediali, flash di quello che
rimane di un’immagine , i lavori di Fantuzzi esprimo in pieno il
movimento frenetico in cui i nostri corpi e le nostre menti sono
immerse quotidianamente, ma anche la fugacità della nostra esistenza.
Si passa poi all’esperienza dell’ artista Carto membro del Gruppo 05,
in cui si osserva come i soggetti siano fortemente connotati da una
sottile simbologia da un linguaggio espressivo ermetico, come solo
questo mezzo espressivo consente di ottenere. L’occhio dell’artista
diventa elemento della composizione ma anche materiale esecutore
dell’opera stessa. La linea di demarcazione tra soggetto e artista
viene a cadere. L’occhio dell’artista capace di osservare il mondo
nelle sue infinite sfaccettature, ci parla e ci comunica attraverso la
sua profonda sensibilità.
Il viaggio intorno alle nuove tendenze fotografiche prosegue con le
opere di Mauro Santucci in arte Ma. Lartista ci conduce per mano in
atmosfere più cupe dalle forti connotazioni espressive. Anch’egli come
anche Fantuzzi, ruba le sue immagini da altri media come per esempio la
televisione, ma in questo caso Ma opera in maniera diversa, tali
immagini sono icone del nostro mondo, alle quali l’artista attribuisce
valenze nuove e personali.
Da sottolineare è il nero molto presente nei lavori spazio immateriale
dell’inconscio e delle paure che Ma ci invita ed esplorare.
Arriviamo infine ai lavori di Giuseppe Rado che ben riassumono il
percorso fin qui intrapreso, i lavori di quest’ artista ritrovano tutto
il valore musicale e cromatico di un certo tipo di pittura. Ma
l’intento di Giuseppe Rado non era certo quello di imitare un qualsiasi
genere, la ricerca in questo caso è di tipo concettuale, atta a
ricreare una atmosfera unica, singolare, sensuale e delicata che sia
complemento alla fotografia del soggetto. I colori ottenuti con abili
manipolazioni al computer sono così moti dell’animo e delle sensazioni
che il soggetto fotografato ci trasmette contaminando l’ambiente e
permettendoci in questo modo di venirne coinvolti in pieno.
Una panoramica che non vuole essere esaustiva dell’offerta dell’arte
italiana in questo campo ma un tentativo di far avvicinare il pubblico
della galleria a forme innovative di espressione artistica.
Camaver Kunsthaus dal 26 giugno fino al 17 luglio nei propri spazi
espositivi di Lecco.
L’esposizione si prefigge lo scopo di andare ad indagare tra le nuove
tendenze fotografiche in Italia. Chiamati a partecipare alla mostra
cinque artisti provenienti da diverse parti d’Italia tutti con
esperienze diverse alle spalle ognuno con delle peculiarità che li
contraddistinguono ciascuno con una personalità e una sensibilità
artistica spiccata: Giancarlo Amici, Carto, Fabrizio Fantuzzi, Ma e
Giuseppe Rado.
L’accento è posto principalmente su due punti chiave: il primo è che
gli artisti sono volutamente tutti italiani, sebbene la fotografia
come genere artistico trovi nel nostro paese una rilevanza minore
rispetto alle altre esperienza europee e mondiali, che la Camaver ha
potuto ampiamente testare nei suoi spazi espositivi esteri( Parigi,
Boston e Berlino). Il secondo punto chiave è la fotografia in se stessa
e il rapporto con la pittura e le nuove tecnologie. E’ singolare
osservare come gli artisti in questione tentano ad attribuire dei
valori cromatici, e quasi materici alle proprie opere attraverso le
mille manipolazioni che la digitalizzazione delle immagini ormai
permette.
Giancarlo Amici, presenta dei lavori di grande impatto estetico in cui
il gioco tra pittura e fotografia è esaltato, la luce che il maestro
utilizza è quella dei grandi ritratti rinascimentali così come le
cromie che hanno il sapore del tempo che passa. Amici esalta la
plasticità dei corpi ma anche la morbidezza delle linee, in contrasto
con i fondi che spesso assumono volutamente dei valori di matericità
apparente. I lavori risultano in questo modo pieni di pathos ma alla
stesso tempo estremamente raffinati e colti.
In tutt’altre atmosfere veniamo proiettati se ci mettiamo ad osservare
le opere di Fabrizio Fantuzzi, l’artista milanese lavora soprattutto
sul movimento e sull’immagine in quanto elemento fugace della nostra
vita. L’artista parte col fare degli scatti a delle immagini rubate da
degli schermi televisivi, successivamente rielaborate tramite il
computer ma conservandone il movimento e in un certo senso la
virtualità. Le opere, dai toni elettrici quasi psichedelici,
immortalano una sorta di fantasmi multi mediali, flash di quello che
rimane di un’immagine , i lavori di Fantuzzi esprimo in pieno il
movimento frenetico in cui i nostri corpi e le nostre menti sono
immerse quotidianamente, ma anche la fugacità della nostra esistenza.
Si passa poi all’esperienza dell’ artista Carto membro del Gruppo 05,
in cui si osserva come i soggetti siano fortemente connotati da una
sottile simbologia da un linguaggio espressivo ermetico, come solo
questo mezzo espressivo consente di ottenere. L’occhio dell’artista
diventa elemento della composizione ma anche materiale esecutore
dell’opera stessa. La linea di demarcazione tra soggetto e artista
viene a cadere. L’occhio dell’artista capace di osservare il mondo
nelle sue infinite sfaccettature, ci parla e ci comunica attraverso la
sua profonda sensibilità.
Il viaggio intorno alle nuove tendenze fotografiche prosegue con le
opere di Mauro Santucci in arte Ma. Lartista ci conduce per mano in
atmosfere più cupe dalle forti connotazioni espressive. Anch’egli come
anche Fantuzzi, ruba le sue immagini da altri media come per esempio la
televisione, ma in questo caso Ma opera in maniera diversa, tali
immagini sono icone del nostro mondo, alle quali l’artista attribuisce
valenze nuove e personali.
Da sottolineare è il nero molto presente nei lavori spazio immateriale
dell’inconscio e delle paure che Ma ci invita ed esplorare.
Arriviamo infine ai lavori di Giuseppe Rado che ben riassumono il
percorso fin qui intrapreso, i lavori di quest’ artista ritrovano tutto
il valore musicale e cromatico di un certo tipo di pittura. Ma
l’intento di Giuseppe Rado non era certo quello di imitare un qualsiasi
genere, la ricerca in questo caso è di tipo concettuale, atta a
ricreare una atmosfera unica, singolare, sensuale e delicata che sia
complemento alla fotografia del soggetto. I colori ottenuti con abili
manipolazioni al computer sono così moti dell’animo e delle sensazioni
che il soggetto fotografato ci trasmette contaminando l’ambiente e
permettendoci in questo modo di venirne coinvolti in pieno.
Una panoramica che non vuole essere esaustiva dell’offerta dell’arte
italiana in questo campo ma un tentativo di far avvicinare il pubblico
della galleria a forme innovative di espressione artistica.
26
giugno 2004
Click.it
Dal 26 giugno al 17 luglio 2004
fotografia
Location
GALLERIA CAMAVER KUNSTHAUS
Lecco, Corso Giacomo Matteotti, 8b, (Lecco)
Lecco, Corso Giacomo Matteotti, 8b, (Lecco)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19