La mostra prende spunto dalla definizione di Modernità liquida formulata dal sociologo Zygmunt Bauman e prova a ipotizzare come il lavoro di alcuni artisti contemporanei cerchi di intervenire in una più vasta analisi e rielaborazione della nostra società attraverso dei lavori artistici che non rinunciano a contaminarsi con la realtà che ci circonda. I quattro artisti presenti in Contemporaneo liquido possono essere considerati, infatti, una significativa presenza di quella che è una visione del fare arte e dell’intendere il ruolo dell’artista come un creatore di immagini, che non rinunci al ruolo di commentatore della società e di tessitore di relazioni tra i grandi eventi che ci schiacciano nelle nostre paure e la possibilità di ricreare un tessuto di comunicazione e di pensiero.

Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla (Philadelphia USA 1974 – L’Avana 1972) presenteranno la loro recente videoinstallazione Returning a Sound in cui un motociclista con una tromba posta nel tubo di scarico, attraversa l’isola di Vieques ex sede militare US e recentemente diventata parco naturale. Allora & Calzadilla lavorano a Puerto Rico e hano partecipato recentemente alla Biennale di Gwangju (premio della Giuria) e a alla Biennale di Mosca.
Maja Bajevic (Nata a Sarajevo 1967) ha realizzato apposta per la mostra una nuova installazione che sarà accompagnata da una serie di fotografie. Presente in numerose collettive internazionali tra cui Biennale di Venezia, Manifesta, Biennale di Siviglia, vive a Parigi.
Lucy Orta (nata in UK nel 1966) userà le vetrine di cui è dotata la galleria Soffiantino per esporre una serie di abiti militari che saranno allestiti come un plotone di un esercito pronto a intervenire. Suoi lavori sono stati recentemente esposti alla Biennale di Gwangju e al Victorian and Albert Museum. Recentemente è uscito per la Phaidon una sua monografia. Vive a Parigi.
Manuel Piña (L’avana 1958) presenterà il lavoro Stalker composto da un video in loop, sorta di remake dello storico capolavoro di Tarkovskji, e da sei immagini fotografiche tutte ambientate in un campo di esercitazione militare abbandonato alle porte dell’Avana. Manuel Piña, che ha partecipato alla Biennale dell’Avana e a quella di Istanbul, vive e lavora all’Avana e a Vancouver (BC-Canada)